Le autorità sanitarie giapponesi hanno dichiarato un’epidemia nazionale di influenza dopo che, al venerdì 10 ottobre 2025, sono stati segnalati 6.013 casi. Si tratta di un numero di infezioni insolitamente elevato per questo periodo dell’anno, tanto da preoccupare gli esperti e far temere la possibilità di nuovi focolai nei Paesi dell’Asia e dell’Europa che si avvicinano all’inverno.
Cause e conseguenze
In Giappone, l’influenza di solito inizia a diffondersi verso la fine di novembre, ma quest’anno i contagi sono aumentati cinque settimane prima del previsto. L’epidemia ha già avuto conseguenze significative: 135 scuole sono state chiuse e quasi la metà delle 287 persone ricoverate a settembre per sintomi influenzali erano bambini di età pari o inferiore a 14 anni.

Secondo gli esperti, tra le possibili cause di questo anticipo vi sarebbero l’aumento dei viaggi internazionali, il cambiamento climatico e la scarsa esposizione al virus circolante negli ultimi anni, in particolare tra anziani e bambini piccoli.
Il commento degli esperti
Il virologo molecolare Vinod Balasubramaniam, della Monash University Malaysia di Subang Jaya, sottolinea che “l’aumento delle persone trattate per l’influenza è iniziato cinque settimane prima del solito”, e che il ritorno dei flussi turistici verso il Giappone dopo la pandemia di Covid potrebbe aver favorito la diffusione del virus.
A condividere questa analisi è anche Ian Barr, vicedirettore del Centro Collaborativo per la Ricerca e il Riferimento sull’Influenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di Melbourne, secondo il quale i focolai potrebbero essere causati da un ceppo di influenza A, chiamato H3N2, lo stesso che ha provocato un’impennata di casi in Australia e Nuova Zelanda negli ultimi due mesi, in concomitanza con la fine dell’inverno nell’emisfero australe.
Non solo Giappone ma “improbabile la pandemia globale”
L’aumento precoce dei casi non riguarda solo il Giappone: anche Malesia, Australia e Nuova Zelanda hanno registrato stagioni influenzali anticipate. In Malesia, circa 6.000 studenti sono stati contagiati e alcune scuole sono state costrette a chiudere, secondo quanto riportato da Reuters.

“Un gran numero di persone provenienti dall’Australia si sta recando in Giappone, il che significa che ci sono maggiori possibilità di trasmissione del virus tra gli emisferi“, ha spiegato Barr.
Nonostante l’elevato numero di contagi, le autorità sanitarie giapponesi precisano che è improbabile che la situazione si trasformi in una pandemia globale. Tuttavia, invitano la popolazione, soprattutto le fasce più vulnerabili — bambini piccoli, anziani, donne incinte e persone con malattie croniche — a vaccinarsi contro l’influenza il prima possibile.
Il governo e le istituzioni sanitarie stanno inoltre promuovendo l’uso della mascherina, il lavaggio frequente delle mani e la riduzione dei contatti sociali, ove possibile, per limitare la diffusione del virus.