Proteste in tutto il Paese

In Grecia il Governo vuole portare la giornata lavorativa a 13 ore

Il nuovo disegno di legge sul lavoro promosso dal governo conservatore di Nea Dimokratia, guidato da Kyriakos Mitsotakis, fa scattare la protesta

In Grecia il Governo vuole portare la giornata lavorativa a 13 ore

Giovedì 2 ottobre 2025 la Grecia si è fermata per un’intera giornata di sciopero nazionale contro il nuovo disegno di legge sul lavoro promosso dal governo conservatore di Nea Dimokratia, guidato da Kyriakos Mitsotakis. Il testo, non ancora approdato in Parlamento, prevede la possibilità, in condizioni particolari, che un dipendente possa lavorare fino a 13 ore al giorno per un unico datore di lavoro.

La mobilitazione ha coinvolto trasporti pubblici, traghetti, metropolitane e autobus, con pesanti disagi in tutta la nazione. Anche insegnanti, medici, infermieri e funzionari pubblici hanno aderito allo sciopero, sostenuti dalla Confederazione dei lavoratori greci (Gsee), dalla Confederazione dei dipendenti pubblici (Adedy) e dal sindacato comunista Pame.

Lavoro straordinario su base volontaria, secondo il governo

Il governo ha difeso la riforma sottolineando che la possibilità di lavorare 13 ore non sarà generalizzata, ma limitata a 37 giorni all’anno, esclusivamente con il consenso del lavoratore e con un aumento del 40% della retribuzione.

Secondo il primo ministro Mitsotakis, la misura risponde al desiderio di molti giovani di guadagnare di più:

“Garantiamo la libertà di scelta sia al datore di lavoro che al dipendente. Perché mai questo dovrebbe essere antisociale?”, ha dichiarato alla Fiera Internazionale di Salonicco.

I sindacati, al contrario, avvertono che il provvedimento mette a rischio la salute dei lavoratori, riduce il diritto al riposo e compromette l’equilibrio tra vita professionale e personale.

Critiche: “Un attacco ai diritti dei lavoratori”

La Grecia è già tra i Paesi europei con il maggior numero di ore lavorate: secondo Eurostat, la settimana lavorativa media è di 39,8 ore, rispetto alla media UE di 35,8 ore.

La nuova proposta si inserisce in un quadro di riforme contestate:

  • Età pensionabile estesa fino a 74 anni (7 in più rispetto al limite tradizionale).
  • Settimana lavorativa di sei giorni in alcuni settori.
  • Licenziamento senza preavviso entro il primo anno di contratto.
  • Periodo di prova fino a sei mesi.
  • Restrizioni al diritto di sciopero: i lavoratori che ostacolano i colleghi possono essere multati fino a 5.000 euro o condannati a sei mesi di carcere.

Nonostante i progressi economici – come il miglioramento del rating del debito pubblico e una crescita stimata del +2,3% nel 2024 – la Grecia resta uno dei Paesi dell’UE con i salari più bassi a fronte di un costo della vita in continuo aumento.

Grecia ed Europa: confronto sugli orari di lavoro

Il caso greco mette in luce un divario significativo con il resto d’Europa. In Paesi come la Germania e i Paesi Bassi, la settimana lavorativa media si aggira intorno alle 34-35 ore, con una forte diffusione del part-time e una maggiore tutela del bilanciamento vita-lavoro. In Francia, nonostante le deroghe e gli straordinari, il riferimento resta la settimana di 35 ore.

All’opposto, la Grecia e l’Europa dell’Est registrano un numero di ore lavorate più elevato, spesso superiore alle 39 ore settimanali, con meno protezioni in tema di straordinari e riposi. Questo squilibrio contribuisce non solo a differenze nei redditi, ma anche alla qualità della vita e al benessere dei lavoratori, temi oggi centrali nel dibattito europeo sulla sostenibilità del lavoro.