Vaiolo delle scimmie anche in Europa: in Italia tre casi accertati allo Spallanzani
Casi riscontrati anche in UK, Spagna e Portogallo. Si trasmette per contatto stretto con liquidi e fluidi corporei (e goccioline di saliva) da animali o persone.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sta monitorando alcuni focolai umani europei del cosiddetto vaiolo delle scimmie. Nella giornata di giovedì 19 maggio 2022 è emerso un primo caso in Italia. Oggi, 20 maggio, arriva la conferma circa altri due casi inizialmente trattati come sospetti. Il bilancio attuale, per il nostro Paese, è quindi di 3 persone contagiate: si trovano tutti allo Spallanzani di Roma.
Gli altri casi riscontrati sono in UK, Spagna e Portogallo, non si escludono nuovi contagi.
In Europa una trentina di casi di vaiolo delle scimmie
Il primo Stato europeo a segnalare diversi casi, nel maggio 2022, è stato il Regno Unito: al momento ci sono 7 casi attivi. I quattro più recenti sarebbero tutti stati contagiati a Londra, non sono noti collegamenti delle persone infette con Paesi dove il virus è endemico.
Il Portogallo conferma 5 casi, più 20 sospetti: tutti nella regione di Lisbona e della Valle del Tago. La Spagna ha rilevato 8 casi sospetti a Madrid, secondo il quotidiano iberico El Pais.
Tutti i casi identificati nei tre Paesi sono tra uomini: l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito ha chiesto agli uomini gay e bisessuali di segnalare possibili sintomi perché tutti i casi diagnosticati o sospetti sarebbero stati registrati tra uomini che hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini. Per essere considerato “caso sospetto”, il paziente deve poi soddisfare uno dei criteri seguenti: aver avuto contatti con un caso diagnosticato nei 21 giorni precedenti, se uomo “aver avuto rapporti sessuali con uomini” o aver viaggiato in “Africa occidentale o centrale nei 21 giorni precedenti l’inizio dei sintomi”.
In tutto sarebbero circa una trentina i contagiati europei confermati finora.
Tre casi italiani
Il primo caso italiano è invece stato riscontrato a Roma, allo Spallanzani, in un uomo rientrato da un viaggio alle Isole Canarie. Il 'ministro della Salute Roberto Speranza ha invitato a tenere alto il livello di attenzione.
Il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza aveva anticipato - nelle scorse ore - di altri due casi sospetti di vaiolo delle scimmie in Italia, anch'essi allo Spallanzani:
"Un primo caso è stato immediatamente identificato presso l’Istituto per le malattie infettive Spallanzani e altri due casi potrebbero essere confermati nelle prossime ore".
Pochi minuti fa è giunta la conferma: i casi italiani accertati passano ufficialmente a tre.
Sintomi, cura e mortalità
La cattiva notizia è che per questa patologia non ci sono cure specifiche, quella buona è che, solitamente provoca una malattia lieve che guarisce spontaneamente entro poche settimane.
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha intanto consigliato "la vaccinazione dei contatti stretti ad alto rischio" di persone malate. Oltre all’antivaiolo tecovirimat si usano i farmaci contro il citomegalovirus cidofovir e brinidofovir. Il vaccino per il Monkeypox virus si chiama Jynneos e ha un’efficacia dell’85% nel prevenire il contagio. In linea di massima le persone vaccinate contro il vaiolo sono protette anche nei confronti del vaiolo delle scimmie. Ma, come spiegano gli esperti, si tratterebbe di un vaccino tutt'altro che aggiornato, per cui vale la pena valutare l'equilibrio tra rischi e benefici.
Il professor Michael Head, docente all’Università di Southampton, ha sottolineato che il vaiolo delle scimmie ha un tasso di mortalità dell’1% : non così sensibile da creare allarmismo, ma nemmeno così trascurabile da ignorare i rischi.
Si tratta di un virus appartenente alla famiglia degli orthopoxvirus solitamente associato ai viaggi in Africa occidentale. L’incubazione dura solitamente dai 6 ai 13 giorni (ma può durare fino a 21). Segni distintivi sono una visibile eruzione cutanea (simile a sifilide, herpes, morbillo), febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi ingrossati, brividi e stanchezza.
Si trasmette per contatto stretto con liquidi e fluidi corporei (e goccioline di saliva) da animali o persone, ma non è di facile trasmissione. Il vaiolo umano è stato dichiarato eradicato nel 1980, grazie alla vaccinazione, che in passato ha anche aiutato, come farmaco, a fermare la trasmissione del vaiolo delle scimmie, ad esempio durante l’epidemia del 2003 degli Stati Uniti.
I due sottotipi
Esistono due sottotipi di virus del vaiolo delle scimmie, il clade dell’Africa occidentale (quello rilevato nei casi inglesi) e il clade del bacino del Congo (Africa centrale). Il vaiolo delle scimmie è ad oggi una malattia molto rara in Europa. Da quando il virus è stato identificato per la prima volta in un essere umano nel 1970, tutti i casi diagnosticati nel continente si sono verificati in persone che avevano viaggiato in aree endemiche e nei loro stretti contatti. Mentre le prime segnalazioni dal Regno Unito partivano da un viaggio in Nigeria, i successivi non avevano legami con queste persone o con Paesi africani. Da qui, l’allerta che sta tentando di verificare i contatti e la possibilità di trasmissione locale.
Altri animali che si sono mostrati capaci di veicolare la malattia sono stati ratti, conigli, scoiattoli e cani della prateria.