Il pressing di Schlein su Meloni per riconoscere lo stato di Palestina: ma quale stato c'è? E chi governa? Hamas?
La segretaria dem invita la premier a sospendere il memorandum di collaborazione tra Italia e Israele e spinge per allinearsi a Spagna, Irlanda e Norvegia

L'appello era già arrivato non più tardi di un mese fa. E più in generale prosegue da ormai un anno.
Il segretario nazionale del Pd Elly Schlein continua il suo pressing sulla premier Giorgia Meloni:
"Si impegni a fermare Netanyahu, condanni l'azione di Israele e riconosca lo Stato di Palestina".
L'ultimo reportage del The Guardian e il nuovo appello di Schlein
E così, in occasione dell'ultimo drammatico reportage del quotidiano britannico, la responsabile nazionale del Partito democratico (peraltro legata da una profonda stima reciproca con Meloni che a molti ricorda il rapporto tra galantuomini e politicamente corretto tra Berlinguer e Almirante) ha sollecitato nuovamente una presa di posizione del presidente del Consiglio.
Secondo quanto riportato dal Guardian, infatti, solo nelle scorse ore quasi 100 persone sono state uccise dai bombardamenti israeliani, di cui 45 mentre cercavano disperatamente di accedere agli aiuti umanitari.
Due giorni prima, in un internet cafè, 21 civili — tra cui molte donne e bambini — erano invece stati colpiti mentre cercavano di comunicare con l’esterno.
Ecco perché di fronte a questi episodi, la segretaria dem Elly Schlein ha denunciato duramente l’azione del governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu:

“Sta colpendo deliberatamente i luoghi più affollati, militarizzando gli aiuti, compiendo crimini atroci. Va fermato”.
L'azione di Israele, le accuse al Governo italiano
Ma non solo. Schlein ha di fatto accusato duramente anche il Governo italiano, colpevole, a suo dire, di un silenzio complice:
“Continueremo a incalzare Giorgia Meloni affinché condanni fermamente quanto sta accadendo. È in gioco anche la dignità del nostro Paese”.
Da qui la richiesta che l’Italia sospenda immediatamente il Memorandum di collaborazione militare con Israele e che si unisca alla decisione già presa da Spagna, Irlanda e Norvegia: il riconoscimento formale dello Stato di Palestina.
Edifici distrutti, popolazione allo stremo, il ruolo di Hamas: che Stato riconoscere?
Ma proprio su questo punto si apre un interrogativo cruciale. Quale Stato si può oggi riconoscere a Gaza?
Dopo mesi e mesi di bombardamenti incessanti, le strutture civili sono quasi del tutto distrutte, la popolazione è allo stremo, i servizi collassati, la fame è una condizione quotidiana.
Che tipo di entità statuale può esistere sotto le macerie, dove non ci sono più edifici, né ospedali funzionanti, né un sistema amministrativo in grado di reggere?
E, soprattutto, nelle mani di chi verrebbe affidato questo ipotetico Stato? Hamas, ancora radicata sul territorio, è a sua volta parte integrante della crisi umanitaria e del fallimento politico che ha travolto Gaza.
Anche a Gaza ci si interroga, le proteste contro Hamas
In questo contesto, la richiesta di riconoscimento rischia di suonare come una parola vuota, se non si chiarisce che tipo di soggetto politico si vuole legittimare.
Hamas, che formalmente controlla Gaza, non è solo una delle parti in guerra, ma è anche una componente della crisi stessa.
E infatti, non a caso, negli scorsi mesi si sono moltiplicate le manifestazioni di protesta contro il suo operato da parte della popolazione palestinese, esasperata da anni di autoritarismo, corruzione e incapacità di garantire protezione o servizi.

Sono proteste che iniziano a trovare riscontro nell'opinione pubblica ed eco nei media internazionali che evidenziano una frattura crescente tra Hamas e la società civile palestinese, che chiede rappresentanza, sicurezza, diritti.
Eppure il Pd insiste: "Riconoscere lo Stato di Palestina"
Eppure il Partito democratico insiste sulla questione.
Schlein rivendica l’iniziativa dei parlamentari dem Enzo Amendola e Alessandro Alfieri, che hanno contribuito a far inserire nell’ultima risoluzione dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE l’invito ai paesi membri a riconoscere la Palestina:
“Non ci stancheremo di ripeterlo ogni giorno”.