primo provvedimento del genere

Il Montana è il primo Stato al mondo a vietare TikTok: è già iniziata la rivolta

Il Montana diventa il primo stato americano a vietare il celebre social cinese ai cittadini...TikToker alla riscossa, si profila una battaglia legale

Il Montana è il primo Stato al mondo a vietare TikTok: è già iniziata la rivolta
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Il governatore repubblicano del Montana, Greg Gianforte, ha firmato una legge, il 18 maggio 2023, che proibisce ai negozi di applicazioni online di offrire l'installazione di TikTok. A tutti gli effetti, dunque, il Montana diventa il primo stato americano a vietare il celebre social cinese. Un'evidente presa di posizione nazionalista di grande radicalità che va a inscriversi in un contesto di tensione crescente tra Usa e Cina.

Ma oltre che essere "addicted" TikTok ormai, per molte persone, è anche fonte e strumento di business. A stretto giro è arrivata la notizia che un gruppo di tiktoker americani ha fatto causa al Montana contro il bando. Samantha Alario, Heather DiRocco, Alice Held, Carly Ann Goddard e Dale Scout hanno citato in giudizio il procuratore generale dello Stato, Austin Knudsen, sostenendo che il divieto è incostituzionale e viola il primo emendamento: quello che garantisce la libertà di pensiero, parole e stampa.

Il governatore Gianforte

Il Montana vieta TikToK

Il social preferito dai giovani è accusato di essere un possibile strumento di propaganda cinese. La misura è più ampia dei divieti attualmente in vigore in quasi la metà degli Stati e del governo federale degli Stati Uniti, che si limitano a vietare l'installazione di TikTok sui dispositivi governativi. Previste multe fino a 10.000 euro per gli "spacciatori" dell'app. Non sono previste sanzioni, invece, per gli utilizzatori, né è stato spiegato come la legge verrà applicata per quel che riguarda le app scaricate prima del primo gennaio 2024.

"Oggi il Montana intraprende l’azione più decisiva di qualsiasi altro Stato per proteggere i dati privati e le informazioni personali sensibili degli abitanti del Montana dall’essere raccolti dal Partito Comunista Cinese”, ha dichiarato Gianforte in un comunicato.

Disputa legale all'orizzonte

Inutile aggiungere che non si è mosso soltanto il gruppo di TikToker alla riscossa, il colosso cinese non starà a guadare e quasi sicuramente la legge verrà impugnata, diventando un banco di prova per verificare se sia possibile un'America davvero TikTok free”. Gli esperti di sicurezza informatica sostengono che potrebbe essere difficile far rispettare il divieto.

Brooke Oberwetter, portavoce di TikTok, ha sottolineato che la legge viola i diritti del Primo Emendamento ed è illegale. Non ha voluto dire se l’azienda presenterà un’azione legale, ma ha chiarito:

“Vogliamo rassicurare gli abitanti del Montana che possono continuare a usare TikTok per esprimersi, guadagnarsi da vivere e trovare una comunità, mentre continuiamo a lavorare per difendere i diritti dei nostri utenti all’interno e all’esterno del Montana”.

Anche l’American Civil Liberties of Montana e NetChoice, un gruppo di pressione commerciale che conta Google e TikTok tra i suoi membri, ha definito la legge incostituzionale.

Il divieto è il primo del suo genere, dovrebbe diventare effettivo a partire dal primo gennaio 2024 e probabilmente causerà una disputa legale che potrebbe influenzare la regolamentazione dell’app anche a livello nazionale.

La legge firmata da Gianforte, e approvata in precedenza dal parlamento dello Stato (con un voto a maggioranza 54-43), è una evidente manifestazione delle crescenti pressioni da parte di alcuni esponenti politici statunitensi, di entrambi gli schieramenti, per limitazioni o divieti dell’uso del social network cinese.

Negli scorsi mesi vari membri del Congresso avevano redatto proposte di legge, non ancora arrivate all’esame del Congresso, per vietare TikTok a livello nazionale o per concedere al presidente il potere di esprimere tale divieto. Insomma, questa manovra ha tutta l'aria di essere un tentativo di tastare il terreno e vedere fino a quanto ci si potrà spingere contro l’unica piattaforma davvero diffusa in Occidente che appartiene a un’azienda cinese.

I precedenti

Negli ultimi mesi diversi governi hanno espresso preoccupazioni sulla possibilità che il grande numero di dati raccolti dall’app possa essere utilizzato dalla Cina per spiare gli utenti, promuovere i propri interessi politici e intromettersi negli affari interni di altri Paesi.

Per questo motivo la Commissione Europea e altro governi di paesi occidentali, fra cui Canada, Stati Uniti, Regno Unito e Australia, avevano già vietato a tutti i propri dipendenti di usare TikTok sui dispositivi che utilizzano per lavoro. Qui si è fatto un passo in più; rivolgendosi alla platea civile.

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