I terremoti più potenti della storia: quello in Kamchatka è al sesto posto
Il più potente di sempre a Valdivia, in Cile, nel 1960

Il devastante terremoto di questa notte in Kamchatka è il sesto più violento della storia mondiale e il più devastante dopo quello osservato dal cataclisma di Tohoku, in Giappone, nel 2011, che aveva colpito la costa giapponese con una magnitudo di 9,1, provocando uno tsunami devastante e un incidente nucleare a Fukushima (in copertina, il terremoto di Valdivia, in Cile, il più potente di sempre).
Terremo in Kamchatka: è il sesto più violento della storia
La magnitudo del terremoto in Kamchatka - secondo i dati forniti dall'Istituto di geofisica americano (Usgs) - è stata ricalcolata in 8,8 sulla scala Richter. Si è verificato a una profondità di 20,7 chilometri, a circa 126 km da Petropavlovsk-Kamchatsky, la capitale della regione.
I terremoti più potenti
Si tratta del secondo episodio nella stessa zona nella "classifica" dei dieci terremoti più potenti. Ecco quali sono:
- Valdivia, Cile – magnitudo 9.5°(1960)
- Sumatra, Indonesia – magnitudo 9,3° (2004)
- Stretto di Prince William, Alaska – magnitudo 9,2° (1964)
- Tōhoku, Giappone – magnitudo 9,0° (2011)
- Kamchatka, Russia – magnitudo 9,0°(1952)
- Kamchatka, Russia – magnitudo 8,8° (2025)
- Ecuador e Colombia – magnitudo 8,8°(1906)
- Concepcion, Cile – magnitudo 8,8°(2010)
- Isole Rat, Alaska – magnitudo 8,7° (1965)
- Sumatra, Indonesia – magnitudo 8,6° (2005).

Valdivia, 1960: il terremoto più potente di sempre
Il terremoto di Valdivia del 22 maggio 1960, in Cile, è considerato il più potente mai registrato nella storia moderna. La scossa raggiunse una magnitudo momento di 9.5 e durò quasi dieci minuti, colpendo in modo devastante il Sud del Paese, soprattutto la città di Valdivia.
L’evento non causò solo distruzioni a terra: generò un enorme tsunami che attraversò l’intero Oceano Pacifico, arrivando fino a Hawaii, Giappone, Filippine e Nuova Zelanda. In Cile, le onde spazzarono via intere comunità costiere, mentre nell’entroterra la forza del sisma provocò frane e la rottura delle dighe naturali del lago Rinihue, causando inondazioni catastrofiche.
Le vittime furono tra 1.600 e 6.000 persone, e centinaia di migliaia rimasero senza casa. Dal punto di vista geologico, fu un evento immenso: la placca di Nazca scivolò sotto la placca sudamericana di circa 20 metri, deformando un’area vasta migliaia di chilometri quadrati.