76 ANCORA PRIGIONIERI

Hamas sospende il rilascio degli ostaggi in risposta al Piano di Trump per Gaza (ma lascia la "porta aperta")

Salvini da Netanyahu: è il primo membro del Governo italiano a incontrarlo dopo il mandato d'arresto

Hamas sospende il rilascio degli ostaggi in risposta al Piano di Trump per Gaza (ma lascia la "porta aperta")
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Accusando Israele di non aver rispettato pienamente gli accordi sottoscritti a metà gennaio, Hamas ha annunciato uno slittamento a data da definirsi del rilascio degli ostaggi previsto per sabato prossimo, il 15 febbraio 2025. Si tratterebbe del sesto scambio di prigionieri - ve ne sono ancora 76 da liberare - tra Hamas e Israele nell'ambito della prima fase della tregua.

Alla notizia, non si è fatta attendere la contro risposta del presidente Trump:

"Liberi entro sabato alle 12 o scoppierà l'inferno".

La tensione a Gaza adesso torna alta

La miccia è stata, come detto, accesa da Hamas, che ha annunciato il rinvio del nuovo rilascio di ostaggi previsto per sabato 15 febbraio 2025 accusando Israele di non aver rispettato pienamente gli accordi sottoscritti a metà gennaio.

Immediata la condanna dello Stato ebraico, che ha denunciato una "violazione della tregua" da parte della fazione palestinese, mentre le Forze di difesa israeliane hanno ricevuto ordini di "prepararsi da ogni scenario" dal ministro della Difesa Israel Katz. "Non torneremo alla realtà del 7 ottobre", ha aggiunto, giudicando la mossa di Hamas "una violazione assoluta del cessate il fuoco". Lo scenario di crisi, è stato resto ancora più instabile dalle nuove dichiarazioni di Donald Trump sul futuro della Striscia. Durissimo l'avvertimento del tycoon a Hamas: se gli ostaggi non verranno liberati sabato alle 12 "scoppierà un vero inferno".

Donald Trump

Trump rilancia il piano per Gaza

Il presidente americano ha anche rilanciato il suo piano per Gaza, ovvero quello di non far rientrare gli sfollati dopo la presa di possesso della striscia. Egitto e Giordania, candidati ad accogliere i circa due milioni di abitanti della Striscia, hanno già bocciato il progetto. Il presidente USA si è detto fiducioso di poter convincere i due Paesi, con un avvertimento nemmeno troppo velato di tagliare gli aiuti se si rifiutassero di accogliere i gazawi.

Trump ha detto di volere addirittura diventare "proprietario" della Striscia, per pianificare uno "sviluppo immobiliare per il futuro" di questo "bellissimo pezzo di terra". Quanto ai suoi attuali abitanti, Trump ha affermato di poter realizzare delle "belle comunità", in zone lontane da quelle in cui vivono adesso i palestinesi, "dove non c'è tutto questo pericolo".

La porta resta aperta per lo scambio

In seguito ai vari botta e risposta, Hamas ha affermato infine di volere lasciare "la porta aperta" per sabato, dando però cinque giorni di tempo a Israele per adeguarsi all'accordo: l'accusa, tra i vari punti, conta anche quello di aver ritardato il rientro degli sfollati nel nord, delle forniture mediche e delle attrezzature per rimuovere le macerie.

Dall'altra parte il governo israeliano ha accusato Hamas di voler far saltare tutto, e dopo l'annuncio dello stop alla liberazione degli ostaggi sono scattate le consultazioni per valutare i prossimi passi, mentre l'esercito è tornato a schierarsi in "stato di massima allerta", con la possibilità quindi di tornare a combattere, e sono stati inviati rinforzi nell'area. All'interno dello Stato ebraico c'è chi crede che Netanyahu abbia tutto l'interesse a sabotare la tregua, ad esempio per non mostrarsi debole di fronte all'ultradestra, la cui volontà resterebbe quella di tornare a combattere.

Salvini incontra Netanyahu

Restando in Israele, Matteo Salvini ha incontrato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, nel corso del suo viaggio a Gerusalemme, diventando difatti il primo membro del Governo italiano a incontrarlo dopo il mandato d'arresto. Una mezz'ora di colloquio tra i due riassunta dal leader della Lega e vicepremier sul proprio profilo Facebook.

Matteo Salvini e Benjamin Netanyahu

"È stata l’occasione per ribadire l’amicizia tra Italia e Israele e il sostegno a ogni iniziativa utile per portare pace, stabilità e prosperità in Medio Oriente, eliminando una volta per sempre terrore e violenza islamica da ogni territorio, nell’interesse dello stesso popolo palestinese. Ho anche confermato le mie perplessità rispetto alle recenti e indecenti decisioni della Corte Penale Internazionale, organismo la cui esistenza e utilità dovranno essere rimessi in discussione".

"Sul fronte politico, è stata rafforzata l’intesa tra la Lega e il partito del Primo Ministro, il Likud. In agenda ho altri incontri istituzionali, col ministro con delega all’antisemitismo e con la collega ministra dei Trasporti, con l’obiettivo di creare relazioni più salde e nuove e importanti occasioni di lavoro per aziende e giovani italiani. L’Italia deve essere sempre più protagonista sulla scena internazionale".

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