La tregua regge

Hamas restituisce altri tre corpi, Israele controlla il DNA e conferma l’identità degli ostaggi

Nelle ultime settimane, l'organizzazione terroristica ha restituito 17 dei 28 corpi trattenuti nella Striscia

Hamas restituisce altri tre corpi, Israele controlla il DNA e conferma l’identità degli ostaggi

Fanno discutere, nel frattempo, le parole del presidente statunitense Donald Trump che nella sua recente intervista alla Cbs ha definito Benjamin Netanyahu un ragazzo di grande talento.

Hamas restituisce altri tre corpi

L’Istituto nazionale di Medicina Legale israeliano ha confermato l’identità dei tre corpi degli ostaggi consegnati da Hamas alla Croce Rossa domenica 2 novembre. Si tratta di Asaf Hamami, Omer Maxim Neutra e Oz Daniel.

Asaf Hamami, Omer Maxim Neutra e Oz Daniel in un’immagine di Times of Israel

Le famiglie sono state informate subito dopo gli esami del DNA, mentre il governo ha espresso profondo dolore e rinnovato l’impegno a riportare a casa tutte le spoglie degli ostaggi caduti.

Si tratta di un passaggio significativo all’interno del fragile processo di tregua che nelle ultime settimane ha portato Hamas a restituire 17 dei 28 corpi trattenuti nella Striscia.

Israele conferma l’identità degli ostaggi

Intanto, mentre procede la consegna dei corpi nonostante qualche intoppo, prende forma anche un piano per l’uscita sicura dei combattenti armati da Gaza.

Il progetto, riportato dall’emittente Kan, prevede che i miliziani possano attraversare la Linea Gialla su mezzi della Croce Rossa attraverso corridoi garantiti. Hamas avrebbe già dato il proprio assenso e i mediatori sono ora impegnati a ottenere il via libera anche da Israele.

Questo sviluppo è direttamente collegato ai progressi della tregua perché la possibilità di evacuare i miliziani dalle aree più sensibili potrebbe contribuire a stabilizzare la situazione sul terreno e a rendere più agevole la consegna delle spoglie rimanenti.

Trump: “Netanyahu un ragazzo di grande talento”

Parallelamente alle dinamiche locali, il contesto politico internazionale continua a esercitare un peso considerevole sulla gestione della crisi.

Fanno discutere nelle ultime ore le parole del presidente statunitense Donald Trump che nella sua recente intervista alla Cbs ha parlato di Benjamin Netanyahu.

“È un ragazzo di grande talento”, ha dichiarato il tycoon sostenendo che in Israele non venga trattato con equità.

In passato, il leader americano ha più volte criticato il processo per corruzione che coinvolge il primo ministro israeliano, invitando anche alla possibilità di un perdono presidenziale.

Un altro giovane palestinese ucciso

E mentre il presidente tesse le lodi del premier israeliano, sul terreno emergono segnali opposti che evidenziano quanto fragile resti il percorso verso la stabilizzazione.

Nel nord di Hebron, un giovane palestinese è stato ucciso da colpi sparati da coloni israeliani. Secondo l’agenzia Wafa, le forze dell’IDF avrebbero impedito ai soccorritori di intervenire, lasciando il ferito senza cure fino alla morte.

L’episodio, che ha visto poi il corpo del giovane trasferito in una località non resa pubblica, accresce ulteriormente la tensione e rischia di riflettersi anche sulla già complessa attuazione della tregua.

Ricostruzione di Gaza, c’è anche l’Italia

In questo scenario così incerto, l’azione diplomatica dei Paesi coinvolti diventa ancora più rilevante.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato l’arrivo di una delegazione italiana nella regione per preparare la conferenza sulla ricostruzione prevista al Cairo a metà novembre, co-organizzata da Italia ed Egitto.

Tajani ha sottolineato la necessità di sostenere gli sforzi in corso e ha ricordato il ruolo dell’Italia nel Cmcc, il centro che coordina l’attuazione della tregua.