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Hamas presenta la risposta alla proposta di tregua

Witkoff incontra Israele e Qatar in Sardegna

Hamas presenta la risposta alla proposta di tregua
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La risposta di Hamas alla proposta di cessate il fuoco si concentra su due elementi principali: l’ingresso regolare di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e il ritiro delle truppe israeliane dall’enclave. Lo ha rivelato una fonte palestinese informata sui negoziati, citata dall’agenzia AFP. Il movimento islamista, inoltre, pretende garanzie scritte che la tregua non sarà temporanea, ma che segni una fine definitiva del conflitto con Israele.

Hamas presenta la risposta alla proposta di tregua
Gaza, civili allo stremo

Secondo quanto riportato dal sito israeliano Ynet, le precedenti rassicurazioni sulla cessazione della guerra erano state fornite solo verbalmente. Hamas, ora, vuole che tali impegni siano formalizzati all’interno del testo dell’accordo, per evitare che Israele possa riprendere le ostilità al termine della prevista tregua di 60 giorni.

Hamas presenta la risposta alla proposta di tregua
Gaza, civili affamati

Hamas vuole l’ONU per la gestione degli aiuti

Un’altra questione chiave riguarda la gestione degli aiuti umanitari. Hamas ha chiesto che la responsabilità della loro distribuzione all’interno della Striscia di Gaza venga nuovamente affidata all’ONU, mettendo in discussione il ruolo della controversa Gaza Humanitarian Foundation, attualmente sostenuta da Stati Uniti e Israele. Al momento non è chiaro se questa fondazione sarà rimossa del tutto o se continuerà ad avere una funzione all’interno del nuovo assetto umanitario.

Nel frattempo, secondo quanto riferisce Channel 12, Hamas spinge per un ritiro israeliano più profondo di quello finora previsto da Tel Aviv. In particolare, il gruppo palestinese si oppone alla creazione di una vasta “zona cuscinetto” lungo il perimetro della Striscia. Mentre Israele vorrebbe una fascia di sicurezza di circa due chilometri, Hamas propone di limitarla a 800 metri, come riportato dal quotidiano saudita Asharq Al-Awsat.

Rilascio dei prigionieri e ostaggi: nuove richieste

Sul fronte dello scambio di ostaggi e prigionieri, Hamas ha alzato le sue richieste: secondo una fonte palestinese, il gruppo ha aumentato il numero di detenuti palestinesi, condannati all’ergastolo in Israele, da rilasciare in cambio di ciascun ostaggio israeliano ancora in vita.

La nuova proposta è stata inviata poche ore dopo che una versione precedente era stata respinta dai mediatori arabi, i quali l’avevano considerata eccessiva e si erano rifiutati persino di inoltrarla a Stati Uniti e Israele. Solo dopo tali pressioni, Hamas ha presentato un documento ritenuto più “realistico”.

L’incontro in Sardegna per rilanciare la tregua

Nel tentativo di rilanciare i negoziati, oggi, 24 luglio 2025, si tiene un incontro di alto livello in Sardegna. A renderlo noto è il giornalista di Axios Barak Ravid, che ha smentito le prime indiscrezioni secondo cui l’appuntamento si sarebbe dovuto svolgere a Roma. Alla riunione partecipano l’inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, il ministro israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani. L’obiettivo è chiaro: raggiungere un accordo sulla tregua e sugli ostaggi.

Secondo quanto comunicato dalla portavoce del Dipartimento di Stato USA, Tammy Bruce, Witkoff viaggia con “la ferma speranza di ottenere un nuovo cessate il fuoco” e di aprire un “corridoio umanitario” per facilitare l’ingresso degli aiuti nella Striscia. Qualora i colloqui dovessero registrare progressi significativi, l’inviato americano potrebbe proseguire il suo viaggio verso Doha nel fine settimana, per ulteriori incontri diplomatici.

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Steve Witkoff

Herzog: "Israele rispetta il diritto internazionale, ma Hamas ostacola gli aiuti"

Sul fronte israeliano, il presidente Isaac Herzog ha voluto ribadire l’impegno dello Stato ebraico nel rispettare il diritto internazionale umanitario. In un post pubblicato su X, ha reso noto di essersi recato oggi nella Striscia di Gaza per parlare direttamente con i comandanti e i soldati dell’IDF in prima linea. Durante la visita, Herzog ha ricevuto un aggiornamento sugli sforzi in corso per far arrivare aiuti ai civili, aggiungendo però che "il vero ostacolo agli aiuti umanitari è Hamas".

Crisi umanitaria sempre più grave: morti per fame e sete

Nel frattempo, la situazione umanitaria nella Striscia peggiora drammaticamente. Secondo stime delle organizzazioni internazionali, almeno 101 palestinesi, di cui 80 bambini, sono morti a causa di fame e sete dall’inizio del conflitto. Più di 100 ONG parlano apertamente di una “carestia di massa”, aggravata dal blocco quasi totale degli aiuti imposto da Israele.

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Gaza, richieste di aiuto

La pressione sulla comunità internazionale aumenta affinché si trovi una soluzione duratura che metta fine alla guerra e garantisca un flusso costante di assistenza umanitaria per una popolazione allo stremo.