NELLA STRISCIA

Hamas a Israele: “Per recuperare i corpi degli ostaggi sotto le macerie servono attrezzature”

Intanto accuse a Tel Aviv di aver interrotto la tregua: 24 vittime da quando è partito il cessate il fuoco

Hamas a Israele: “Per recuperare i corpi degli ostaggi sotto le macerie servono attrezzature”

La tregua a Gaza è già fragile. Hamas e Israele si accusano reciprocamente di violare i termini dell’accordo: al centro della disputa, la restituzione dei corpi degli ostaggi israeliani uccisi durante la guerra e ancora trattenuti nella Striscia.

Hamas chiede attrezzature speciali e tempo in più

L’ala militare di Hamas, le Brigate al Qassam, ha dichiarato di aver riconsegnato a Israele tutti i corpi degli ostaggi che è riuscita a recuperare, ma che per ritrovare i restanti serviranno “attrezzature speciali”, impossibili da introdurre a Gaza a causa del blocco israeliano. Secondo Hamas, molti dei corpi si trovano sotto le macerie di edifici distrutti dai bombardamenti o intrappolati in tunnel crollati.

“La resistenza ha consegnato tutti i prigionieri ancora in vita e tutti i corpi che è riuscita a raggiungere”, si legge in una dichiarazione ufficiale. “I corpi rimanenti richiedono notevoli sforzi e attrezzature specializzate per essere ricercati e recuperati.”

Finora, il gruppo palestinese ha consegnato nove salme, ma Israele ne attende ancora 19. Un decimo corpo, consegnato martedì, non appartiene a uno degli ostaggi: secondo i media israeliani si tratta di un palestinese utilizzato come scudo umano dalle forze israeliane e poi scambiato per un soldato.

Gli accordi sul cessate il fuoco prevedevano la restituzione dei resti di 28 ostaggi in tre giorni, ma Hamas ha chiesto più tempo. Il ritardo ha già provocato reazioni dure da parte di Israele: il ministro della Difesa, Israel Katz, ha annunciato di aver ordinato all’esercito di preparare un nuovo piano di attacco su Gaza qualora Hamas non rispetti i termini dell’intesa.

Israel Katz

“Se Hamas rifiuterà di rispettare l’accordo, Israele, in coordinamento con gli Stati Uniti, riprenderà i combattimenti e agirà per ottenere la sconfitta totale di Hamas”, ha dichiarato Katz.

A causa dei ritardi, Tel Aviv ha temporaneamente chiuso il valico di Rafah con l’Egitto e dimezzato il numero di camion umanitari autorizzati a entrare nella Striscia, passando da 600 a 300 al giorno. Nel frattempo, l’IDF e lo Shin Bet hanno confermato la restituzione di altre quattro salme, portando a tredici il totale dei corpi consegnati.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha mediato il cessate il fuoco, ha confermato che Hamas ha consegnato nuovi corpi, ma ha anche avvertito:

Donald Trump

“Se Hamas non rispetta l’accordo, Israele tornerà nelle strade di Gaza appena lo dirò io”. Intervenendo alla CNN, il presidente ha aggiunto che “qualcuno entrerà a Gaza per eliminare Hamas, ma non saremo noi: agiranno sotto la nostra egida”.

Trump ha poi pubblicato un messaggio sul suo social Truth minacciando dure conseguenze:

Se Hamas continua ad assassinare persone a Gaza, non avremo altra scelta se non quella di entrare e ucciderli”.

Secondo il quotidiano Israel Hayom, Benjamin Netanyahu ha discusso con Trump dei ritardi nella restituzione dei corpi e delle possibili misure di risposta.

“So esattamente quanti corpi Hamas detiene, e se non li otteniamo Israele saprà come agire di conseguenza”, avrebbe detto il premier israeliano.

Dagli Stati Uniti, l’inviato speciale Steve Witkoff si è detto fiducioso che “tutti i corpi degli ostaggi torneranno a casa”, elogiando la “determinazione morale e la forza” del presidente Trump nel garantire il cessate il fuoco e il rilascio dei prigionieri ancora in vita.

Nelle ultime 24 ore 44 palestinesi uccisi

Sul terreno, la situazione resta drammatica. Al Jazeera ha diffuso un video che mostra membri di Hamas tra le macerie di Khan Younis mentre scavano alla ricerca dei corpi mancanti. Le immagini coincidono con le affermazioni del gruppo secondo cui molti resti si troverebbero sepolti in profondità sotto tonnellate di detriti.

Intanto, l’ONU ha espresso “estrema preoccupazione” per i segni di tortura riscontrati su alcuni corpi di palestinesi recentemente restituiti da Israele.

“Bisognerà accertare le responsabilità per tutte le violazioni del diritto internazionale commesse durante questo conflitto”, ha dichiarato il portavoce di Antonio Guterres, Stephane Dujarric.

Nelle ultime 24 ore, secondo il ministero della Sanità di Gaza, almeno 44 palestinesi sarebbero stati uccisi da colpi israeliani, nonostante il cessate il fuoco. Israele sostiene invece di aver aperto il fuoco solo contro “individui sospetti” che tentavano di oltrepassare la Linea Gialla, la zona di demarcazione del ritiro graduale dell’esercito.

Hamas

Le Nazioni Unite e la Croce Rossa hanno lanciato un nuovo allarme umanitario: oltre 15.000 persone avrebbero bisogno urgente di evacuazione medica, tra cui 3.800 bambini, molti dei quali con amputazioni. L’OMS e l’ONU chiedono la riapertura immediata dei valichi per consentire l’ingresso degli aiuti.

Sul piano politico, resta incerta la “fase 2” dell’accordo di pace, che prevede la smilitarizzazione di Hamas e la definizione della futura amministrazione di Gaza. Secondo un funzionario israeliano però “Hamas non sembra intenzionata a disarmarsi, anzi: sta riconsolidando il controllo della Striscia con la forza”.