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Guerra Ucraina, Trump ci ripensa: niente missili tomahawk a Kiev (solo patriot)

"No, in questo momento no", ha risposto quando i giornalisti gli hanno chiesto se la Casa Bianca stesse valutando l’invio dei missili

Guerra Ucraina, Trump ci ripensa: niente missili tomahawk a Kiev (solo patriot)

Con o senza missili tomahawk forniti da Washington, Zelensky ha fatto capire che continuerà a colpire in profondità anche con mezzi propri se gli alleati non forniranno nuove capacità.

Trump, niente missili tomahawk a Kiev

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dice no, ma resta vago sul futuro. In questo primo anno di secondo mandato, ci ha abituato a continui ripensamenti e quindi potrebbe cambiare ancora idea.

“No, in questo momento no”, ha risposto a bordo dell’Air Force One quando i giornalisti gli hanno chiesto se la Casa Bianca stesse valutando l’invio dei missili da crociera tomahawk all’Ucraina.

Una richiesta che Kiev avanza da mesi. Grazie ai potenti missili, potrebbe colpire infrastrutture strategiche in profondità nel territorio russo, ma la richiesta non sembra destinata a essere accolta.

Trump vede Zelensky e attacca la Russia: "È una tigre di carta"
Zelensky e Trump

“È stata una dura guerra per Putin”

Trump, reduce da un viaggio in Florida, non intende aprire un nuovo capitolo dell’assistenza militare a lungo raggio.

Stanno combattendo, è stata una dura guerra per Putin. Ha perso tantissimi soldati, forse un milione”, ha affermato il presidente evitando però di sporcarsi troppe le mani.

Oltre ad opporsi all’invio delle armi, non entra nel vivo del dibattito europeo riguardo all’utilizzo dei fondi russi congelati per sostenere lo sforzo bellico ucraino.

“Noi non c’entriamo”, ha tagliato corto.

Continua il fornimento di missili patriot

Se i tomahawk restano off limits, Washington ha comunque inviato soltanto la settimana scorsa ulteriori sistemi di difesa patriot che si aggiungono a quelli già consegnati e agli aiuti aerei già approvati.

Un sostegno prezioso ma non sufficiente secondo il governo ucraino che vorrebbe di più per ristabilire una parità tecnologica con Mosca sul fronte dei missili a lungo raggio.

La sensazione, confermata dalle recenti dichiarazioni di Trump, è che l’Ucraina difficilmente vedrà arrivare i tomahawk. E ciò mentre la guerra resta sempre in fasi estremamente delicate.

Donetsk, si combatte a Pokrovsk

Le forze armate ucraine sono impegnate in una corsa contro il tempo per impedire la caduta di Pokrovsk, città strategica del Donetsk.

La città di Pokrovsk rispetto al resto dell’Ucraina

Da tempo obiettivo delle truppe russe, rappresenta un nodo logistico cruciale per il controllo dei collegamenti nell’Est del paese e una possibile piattaforma per future avanzate verso ovest.

“L’attenzione principale è sul settore di Pokrovsk e ci sono risultati nella distruzione dell’occupante“, ha affermato il presidente Volodymyr Zelensky, elogiando la 79ª Brigata d’Assalto Aereo Separata e ringraziando un ampio ventaglio di unità militari e di sicurezza impegnate.

Trump: “Ho risolto otto guerre in nove mesi”

Il tema della guerra in Ucraina è tornato anche nella lunga intervista che Trump ha concesso a 60 Minutes della CBS dopo l’incontro con il presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud in cui il tycoon rivendica il ruolo di paciere.

Ho risolto otto guerre prima del nono mese di mandato. L’unica rimasta è proprio quella tra Russia e Ucraina, pensavo sarebbe stata la più facile, ho un ottimo rapporto con Putin”, ha dichiarato.

Trump insiste poi sul solito punto, se fosse stato lui alla Casa Bianca questa guerra non sarebbe mai accaduta. Dichiarazioni che alimentano il dibattito politico internazionale, ma che non cambiano il quadro bellicoso sul terreno.

Zelensky continuerà a lottare

E proprio per quanto riguarda l’andamento della guerra, Zelensky è grato alle forze di difesa, al servizio di sicurezza e alle unità di intelligence ucraine per le operazioni a lungo raggio condotte contro obiettivi energetici russi.

“La portata di queste azioni si sta espandendo così come le perdite della macchina da guerra russa”, sostiene il presidente che sottolinea l’impiego crescente non solo di droni ma anche di missili prodotti in Ucraina.

Il messaggio chiaro, con o senza missili tomahawk forniti da Washington, Kiev continuerà a colpire in profondità anche con mezzi propri se gli alleati non forniranno nuove capacità.

Mentre dagli Stati Uniti arrivano solo patriot, almeno per ora, Zelensky ringrazia anche la Germania per il contributo aereo e per il proseguimento della cooperazione militare. Il sostegno europeo si conferma fondamentale.