"Azzerare il 70% del Mercato finanziario russo": l'Ue vuol combattere la guerra in Ucraina a colpi di sanzioni
Dalle esportazioni ai controlli sui visti e sul patrimonio dei russi all'estero. Le sanzioni su energia e gas le ultime "armi" se la situazione degenererà.
Nella guerra in Ucraina, più delle armi la controffensiva a Mosca arriva dalle sanzioni Ue: "Azzerare il 70% del Mercato finanziario russo".
Per contrastare Vladimir Putin e la sua rinnovata idea di Grande Russia e Unione Sovietica, l'Europa (cercando manforte negli Stati Uniti) sembra avere le idee chiare: nessun conflitto che possa mettere a repentaglio la sicurezza nel continente, ma un'azione mirata e senza uso di contingenti e armi.
In buona sostanza, l'obiettivo è colpire sì Mosca, ma nella sua economia e in quella della Russia, con le ricadute delle sanzioni dell'Unione Europea contro il 70% del mercato russo.
Guerra in Ucraina, le sanzioni Ue: "Azzerare il mercato russo"
Come detto, l'Europa non vuole guerre. Vuole preservare la sicurezza dei suoi Paesi, vuole scongiurare un allargarsi del conflitto che potrebbe avere conseguenze catastrofiche sul piano economico dopo praticamente due anni segnati dalla pandemia covid.
Ecco allora la strategia dell'Ue di isolare Mosca dall'occidente, che rappresenta appunto oltre la metà del suo mercato. Secondo un'ultimissima stima degli analisti finanziari dell'Unione Europea, addirittura il 70%.
Isolare Mosca, le decisioni del vertice di Bruxelles
Un piano d'azione, non militare, ma strettamente strategico-economico che è stato messo sul tavolo ieri sera a Bruxellles nell'incontro straordinario organizzato tra i capi di Stato e di Governo dei 27 Paesi dell'Unione europea.
La "regista" del piano è la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Il pacchetto di sanzioni messo sul tavolo è piuttosto variegato e di ampia portata e ricaduta sulle attività russe, consentendo però al tempo stesso, alle imprese europee di non andare troppo in affanno.
E' anche per questo che, almeno per il momento, le sanzioni energetiche e la questione dell'acquisto del gas sono state lasciate alla discrezione dei singoli stati e governi.
Anche l'esclusione di Mosca dal sistema Swift per la transazioni finanziarie rimane una partita ancora aperta.
Anche se, a dir la verità, da Mosca hanno già iniziato a studiare da tempo a modi per bypassare il sistema Swift. Nella fattispecie, con una soluzione in stile quasi spy story ad alto filone ultratecnologico: un rublo digitale che offra i vantaggi delle criptovalute private, ma con un maggiore controllo sulla politica monetaria.
Che questa moneta ultramoderna possa essere accettata fuori dai confini russi è però ancora tutto da verificare.
Guerra in Ucraina, azzerare il mercato russo
Il pacchetto di sanzioni già confezionato ha comunque un'ampia portata e in pratica mira a "colpire" subito Mosca.
Il pacchetto prevede, tra l'altro, il congelamento dei beni russi in territorio europeo, il blocco dell'accesso delle banche ai mercati finanziari comunitari e il blocco dell'accesso di Mosca alle tecnologie chiave.
Misure spiegate dal presidente della commissione europea Ursula von der Leyen:
"Il divieto di esportazione colpirà il settore petrolifero russo rendendo impossibile il potenziamento delle raffinerie di petrolio. L'Ue limita l'accesso della Russia a tecnologie chiave come i semiconduttori. Le sanzioni alla Russia aumenteranno i costi di finanziamento, aumenteranno l'inflazione. I passi concordati dai leader dell'UE includono sanzioni finanziarie, mirando al 70% del mercato bancario russo e alle principali società statali"
Il pacchetto di sanzioni
Più in generale, saranno interessati il settore finanziario, i settori dell'energia (ma solo per il trasferimento delle tecnologie), dei trasporti, i beni a duplice uso (civile e militare), il controllo e il finanziamento delle esportazioni, la politica dei visti e un "monitoraggio" (con sanzioni private?) sugli elenchi di cittadini russi all'estero, sui loro patrimoni, o nei loro movimenti all'estero.
Sia appunto patrimoniali, ma anche meramente come spostamenti fisici.
Una misura quest'ultima che forse un po' fantasiosamente si sta studiando di poter applicare allo stesso Putin.
Sanzioni troppo soft? C'è chi vorrebbe la mano ancor più pesante
Ma se dall'Ue è emersa l'intenzione di "tenersi" altre sanzioni più dure nel caso il conflitto dovesse degenerare ulteriormente, una parte dell'Europa (Polonia, Lituania, Slovenia) chiedono fin da subito la mano pesante contro Mosca.
Unico modo, secondo le loro valutazioni, per "convincere" Putin a fare un passo indietro.
Le sanzioni dell'Ue vanno ad aggiungersi a quelle degli Stati Uniti, indirizzate soprattutto nei confronti delle quattro banche statali russe, ai prestiti a imprese "controllate" da società e capitali russi.
"L'Unione Europea è dalla parte dell'Ucraina"
Eloquenti le parole della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen:
"Sappiamo che milioni di russi non vogliono la guerra. Il presidente Putin sta cercando di tornare ai tempi dell'impero russo. Ma così facendo, il futuro del popolo russo è messo in pericolo. Invito la Russia a fermare immediatamente la violenza e a ritirare le sue truppe dall'Ucraina. Non permetteremo al presidente Putin di distruggere l'architettura di sicurezza che ha dato pace e stabilità all'Europa nel corso di molti decenni. Non permetteremo al Presidente Putin di sostituire lo Stato di diritto con la forza e la brutalità. Non bisogna sottovalutare la determinazione e la forza delle nostre democrazie"
E ancora:
"Le alleanze basate sulla fiducia e sulla libertà sono resilienti e hanno successo. Questo è ciò che temono gli autocrati. L'Unione europea è dalla parte dell'Ucraina e del suo popolo. Continueremo a sostenerli. L'Ucraina vincerà"
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