CONDANNATA

Giovane hostess veneta dovrà rimanere sei mesi in un carcere in Arabia per uno spinello (mai fumato)

Il paradosso è che con tutta probabilità sia finita in carcere per una canna senza mai essersene fumata una

Giovane hostess veneta dovrà rimanere sei mesi in un carcere in Arabia per uno spinello (mai fumato)
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Condannata a 6 mesi di reclusione. Ieri, martedì 13 giugno 2023, dopo due ore di camera di consiglio, l'atteso responso sulla sorte di Ilaria De Rosa, la hostess 23enne arrestata lo scorso 4 maggio a Gedda, in Arabia Saudita, e accusata di possesso di stupefacenti.

Sei mesi in un carcere in Arabia per uno spinello

Ricordiamolo, Ilaria De Rosa, hostess 23enne originaria di Resana, in provincia di Treviso, Veneto (dove vive ancora la madre Marisa Boin), era stata arrestata a inizio maggio a Gedda. Per la giovane dipendente della compagnia aerea lituana Avion Express un'accusa pesante: detenzione e spaccio internazionale di stupefacenti.

Da quando la notizia è stata diffusa, si sono susseguite molteplici versioni. Secondo l'ultima e più accreditata, la ragazza sarebbe stata arrestata perché la polizia dell’Arabia Saudita le ha trovato uno spinello nascosto nel reggiseno in seguito a una perquisizione nel giardino di una villa in un compound, una sorta di residence.

Lì, con altre persone, ospite a casa di un amico per una cena, avrebbe assistito al blitz di una decina di poliziotti in borghese ma armati, tanto da aver pensato inizialmente che si trattasse di una rapina. Poi l'arresto.

Da allora la ragazza si trova in carcere, dove ha ricevuto la visita da parte del padre Michele De Rosa (che lavora per la Nato e vive in Olanda a Maastricht, dove anche Ilaria ha preso residenza e dove si è laureata al United World College) e del console italiano Leonardo Maria Costa.

Si punta a fare espellere dall'Arabia la hostess trevigiana in carcere in arabia per uno spinello nel reggiseno
Ilaria De Rosa

Condanna più pesante per i tre amici con lei

Dalla camera di consiglio di ieri pochi dettagli, durante la deposizione di ieri la giovane trevigiana ha ribadito la sua innocenza. Ma non è bastato.

Anche i tre amici che si trovavano con la giovane a cena al momento dell'arresto sono stati condannati: un anno e sei mesi, la pena loro inflitta dal giudice saudito.

E ora che succede? La ragazza avrà un mese di tempo per presentare ricorso in appello, ma intanto dovrà rimanere in carcere. La legge saudita non prevede infatti alcuna sospensione condizionale della pena.

Entro 5 giorni verrà invece depositato il dispositivo della sentenza.

Nessuna possibilità di estradizione al momento per Ilaria, che potrebbe a questo punto tornare libera solo il prossimo novembre.

Non benissimo, ma comunque bene: poteva finire molto peggio

Considerando la differenza di pena, 6 mesi Ilaria, 1 anno e 6 mesi gli altri tre amici, si avvalora quindi lo scenario secondo cui la giovane ha semplicemente nascosto una "canna" non sua per proteggere un amico, sperando forse in un controllo meno approfondito su una donna. Anzi, il paradosso è che con tutta probabilità sia finita in carcere per una canna senza mai essersene fumata una.

In effetti, un assistente di volo, posizione designata sensibile alla sicurezza, è soggetto a test antidroga regolamentati dalla Federal Aviation Administration. E la 23enne veneta, al di là della madre che assicura che non si sia mai fatta una canna, risulta esser sempre stata in regola coi controlli.

Non benissimo, ma comunque bene. Poteva finire decisamente molto peggio per la 23enne che inizialmente si è ritrovata con un'accusa di traffico internazionale di stupefacenti.

In Arabia saudita, lo ricordiamo, il possesso di droga è punito con pene detentive e corporali (fino alle fustigazioni pubbliche), lo spaccio invece con la stessa pena prevista per omicidio e stupro, ovvero la pena di morte tramite decapitazione, impiccagione o fucilazione.

Vien da chiedersi quale possa essere a questo punto  la pena per un'accusa di traffico internazionale di droga...

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