Giappone, Cina e Corea del Sud si coalizzano: accordo di libero scambio anti Trump
Gli Usa proseguono a testa bassa: chi sono i "dirty fifteen", i quindici Paesi sulla lista nera degli americani

Tutto è pronto per i dazi di Trump e nasce una nuova coalizione economica tra Giappone, Cina e Corea del Sud. Domenica 30 marzo 2025, i ministri del Commercio dei tre paesi Cina si sono incontrati a Seul.
Annunciata un'iniziativa volta a rafforzare la collaborazione commerciale tra i tre paesi. L'intento di questo incontro è chiaro, rispondere alle sfide economiche provocate dagli Usa che colpiranno in primis le auto giapponesi e sudcoreane.
L'accordo di Giappone, Cina e Corea del Sud contro Trump
Durante il vertice, è stata rilasciata una dichiarazione congiunta in cui i paesi si impegnano ad accelerare i negoziati per la creazione di un accordo trilaterale di libero scambio.
Oltre a ciò, hanno sottolineato l'importanza di una riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), affinché questa possa rispondere meglio alle sfide moderne e diventare «più reattiva e resiliente».
Un altro punto centrale è stato il rafforzamento del Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP), un accordo commerciale firmato nel 2020 da 15 paesi asiatici che include proprio Cina, Corea del Sud e Giappone. L'obiettivo è abbattere i dazi tra le nazioni aderenti.
Al via i dazi imposti dagli Usa
La decisione dei tre giganti asiatici di intensificare la cooperazione arriva proprio quando gli Stati Uniti sono pronti a far partire una serie di dazi su una vasta gamma di prodotti.
I dazi statunitensi entreranno in vigore tra il 2 e il 3 aprile e cresce la preoccupazione. Talmente tanto che, nonostante le tradizionali difficoltà diplomatiche, Cina, Corea del Sud e Giappone sono disposti a unirsi in una risposta comune.
La Cina, in particolare, vedrebbe questa alleanza come un'opportunità per capitalizzare sul malcontento crescente nei confronti degli Stati Uniti.
L'Unione Europea
Nel frattempo, dall'altra parte dell'oceano, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent ha reso pubbliche le intenzioni di Washington di colpire con dazi severi quelli che sono stati definiti i "dirty fifteen", le quindici nazioni che hanno i maggiori squilibri commerciali con gli Usa.
Tra queste figurano paesi con economie fortemente interconnesse con quella americana. In ordine decrescente di importanza, si tratta di Cina, Unione europea, Messico, Vietnam, Taiwan, Giappone, Corea del Sud, Canada, India, Thailandia, Svizzera, Malesia, Indonesia, Cambogia e Sud Africa.
Il dibattito è però ancora aperto. La Casa Bianca se optare per una soluzione universale. Secondo il Wall Street Journal, Trump sarebbe incline a scegliere una strada di dazi reciproci con una tariffa generale del 20% su tutti i paesi con cui ha scambi commerciali.