Gaza, tregua già finita: Israele torna ad attaccare Hamas, più di 300 morti
Secondo i palestinesi, Netanyahu ha deciso di sacrificare i 24 ostaggi sopravvissuti

Crolla la tregua in Medioriente. Raid israeliani su Gaza, circa 350 i morti. Il premier e il ministro dell'interno di Hamas uccisi nei raid. Ira dei dei parenti degli ostaggi contro Netanyahu.
Crolla la tregua: Israele riprende i raid su Gaza
La fragile tregua tra Israele e Hamas è ufficialmente crollata. Israele ha ripreso i bombardamenti sulla Striscia di Gaza, accusando Hamas di aver rifiutato il rilascio degli ostaggi e tutte le proposte avanzate dai mediatori internazionali.
"Dopo il ripetuto rifiuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi e di accettare le proposte ricevute dall'inviato del presidente Usa, Steve Witkoff, e dai mediatori, abbiamo deciso di agire con forza", ha dichiarato l'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Secondo le autorità sanitarie di Gaza, i bombardamenti hanno causato almeno 356 morti, fra cui numerosi bambini. L'escalation ha portato alla distruzione di molte aree dell'enclave palestinese e alla morte di diversi leader di Hamas.
Uccisi alti funzionari di Hamas
Nel corso della notte, gli attacchi aerei israeliani hanno colpito obiettivi strategici, tra cui l'abitazione di Issam Da'alis, considerato il primo ministro del governo di Hamas a Gaza. Ucciso anche Mahmoud Abu Watfa, a capo del ministero degli Interni del gruppo, responsabile della polizia e della sicurezza interna. Fra le vittime figurano anche Abu Ubaida Al-Jamassi, Bahjat Abu Sultan e Ahmad Al-Khatta, tutti funzionari di alto livello dell'organizzazione.
L'offensiva, secondo Israele, mira a indebolire la struttura politica e militare di Hamas, ma le vittime civili aumentano di ora in ora.
"La maggior parte dei morti sono donne, bambini e anziani", ha denunciato il governo di Gaza, parlando di "massacri brutali".

Evacuazioni di massa
L'esercito israeliano (Idf) ha ordinato l'evacuazione immediata di diverse aree della Striscia di Gaza, tra cui Beit Hanoun, Khirbet Khuza'a, Abasan al-Kabira e Abasan al-Jadida.
"Le Idf hanno lanciato un'offensiva potente contro le organizzazioni terroristiche", ha dichiarato il portavoce militare Avichay Adraee.
Gli sfollati sono stati indirizzati verso Gaza City e Khan Younis, ma il rischio di nuovi bombardamenti resta alto. Nel frattempo, la tensione cresce anche tra i familiari degli ostaggi israeliani, che accusano il governo di aver sacrificato la loro sorte in nome della ripresa delle operazioni militari.
L'ira dei familiari degli ostaggi
L'Hostages and Missing Families Forum ha espresso forte indignazione per la ripresa delle ostilità, accusando Netanyahu di aver abbandonato i prigionieri ancora in mano a Hamas.
"Siamo inorriditi, furiosi e spaventati dall'interruzione del processo di liberazione dei nostri cari", si legge nella loro dichiarazione. Dei 59 ostaggi ancora trattenuti a Gaza, solo 24 sarebbero ancora in vita. "Riprendere la guerra prima di assicurare la liberazione di tutti gli ostaggi è un errore fatale. Il governo israeliano deve tornare al tavolo delle trattative", hanno dichiarato i parenti, appellandosi anche al presidente americano Donald Trump per una mediazione immediata.
I will always stand with the Hostages and Missing Families Forum in demanding the release of the Israeli hostages.
Instead of denouncing Israel for defending itself, the world should be pressuring Hamas to let the hostages go. #BringThemHome pic.twitter.com/TDxkzxYoPY
— Ritchie Torres (@RitchieTorres) February 24, 2025
Hamas: "Israele ha sacrificato i suoi ostaggi"
Gli attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza sono una "condanna a morte" per gli ostaggi detenuti nell'enclave palestinese, ha dichiarato Ezzat al-Rishq, membro dell'ufficio politico di Hamas, in un'intervista alla CNN.
"La decisione di Netanyahu di riprendere la guerra significa sacrificare i prigionieri dell'occupazione", ha affermato il leader di Hamas, accusando Israele di non essere mai stato realmente interessato a una soluzione negoziata.
Usa: "Hamas ha scelto la guerra"
“Hamas avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, invece ha scelto il rifiuto e la guerra”.
Così il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, al Times of Israel, dopo la ripresa dei raid israeliani contro la Striscia di Gaza. La portavoce del presidente americano, Karoline Leavitt, dal canto suo ha confermato che “l’amministrazione Trump e la Casa Bianca sono stati consultati dagli israeliani sugli attacchi a Gaza della scorsa notte”.

Parlando al programma “Hannity” su Fox News, Leavitt ha ricordato:
“Come il presidente Trump ha chiarito, Hamas, gli Houthi, l’Iran, tutti quello che cercano di terrorizzare non solo Israele ma anche gli Stati Uniti pagheranno un prezzo, si scatenerà l’inferno”.
La reazione italiana
Anche l'Italia segue con preoccupazione l'evolversi della crisi. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha dichiarato a RTL 102.5:
"Era evidente un innalzamento dei toni da parte di Israele. Hamas ha mostrato un atteggiamento di chiusura sulla questione degli ostaggi e questo ha portato al crollo della tregua. Speriamo di poterla ripristinare, ma non sono ottimista".
Crosetto ha sottolineato che all'interno di Israele esistono fazioni contrarie al cessate il fuoco, determinate a portare avanti l'offensiva fino all'annientamento di Hamas.
"Hanno prevalso le ali contrarie alla tregua", ha concluso.