La situazione a Gaza City continua a peggiorare. L’esercito israeliano ha intensificato gli attacchi in diverse aree della Striscia di Gaza, provocando decine di morti e feriti, tra cui donne e bambini, oltre a civili in fila per ricevere gli aiuti umanitari.
L’obiettivo dichiarato di Israele resta quello di conquistare la roccaforte di Hamas e spingere quasi un milione di palestinesi a lasciare la zona. Secondo le prime stime, sarebbero già 10.000 le persone in fuga.
Nuovo attacco a Gaza City: il bilancio delle vittime
Secondo i media locali, i soldati dell’Idf avrebbero aperto il fuoco con mitragliatrici pesanti sui civili in attesa degli aiuti nel sud della Striscia e nell’area centrale, causando almeno cinque morti e numerosi feriti.
All’alba, un bombardamento nel campo profughi di Nuseirat ha distrutto un’abitazione: i soccorritori hanno recuperato i corpi di tre persone. Il bilancio complessivo, ancora provvisorio, parla di almeno 76 vittime, ma il numero è destinato a salire.
Raid notturni e bombardamenti a tappeto
Durante la notte le forze israeliane hanno lanciato bombe fumogene su Gaza City, rendendo l’aria irrespirabile e costringendo i civili ad abbandonare tende e rifugi. Successivamente si sono verificati raid nei quartieri di Sabra, Sheikh Radwan e Zeitoun, oltre a bombardamenti mirati contro edifici residenziali a Jabalia al-Nazla.
Secondo l’agenzia palestinese Wafa, l’esercito avrebbe utilizzato anche robot con trappole esplosive per distruggere abitazioni di civili.
Evacuazione impossibile: migliaia di palestinesi in fuga
Mentre l’offensiva prosegue, migliaia di palestinesi cercano di abbandonare la città. Secondo le prime stime, circa 10.000 persone hanno già lasciato l’area, ma un’evacuazione di massa resta impraticabile.
La presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Mirjana Spoljaric, ha dichiarato che “è impossibile organizzare un’evacuazione sicura e dignitosa di Gaza City nelle attuali condizioni”.
Israele blocca gli aiuti umanitari
Secondo la CNN, Israele starebbe riducendo l’ingresso dei camion con aiuti umanitari e sospendendo i lanci aerei, in vista di una nuova grande offensiva. Nel frattempo, i pesanti bombardamenti hanno già compromesso i servizi essenziali, lasciando centinaia di migliaia di persone ammassate in spazi sempre più ridotti.
L’Unrwa (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente) ha denunciato che i suoi magazzini in Egitto e Giordania sono pieni e pronti a far partire circa 6.000 camion di aiuti, ma l’ingresso a Gaza resta bloccato dalle autorità israeliane.
The Israeli Authorities’ ban on UNRWA’s humanitarian aid into #Gaza must be lifted.
We are ready to continue our work.
Our warehouses in Egypt and Jordan are stocked, ready to fill around 6,000 trucks.
UNRWA has the system in place to distribute aid safely and at scale.
Let… pic.twitter.com/9fpMSRZtgi
— UNRWA (@UNRWA) August 30, 2025
Raid in Yemen: ucciso il premier Houthi
Parallelamente, l’Idf ha confermato di aver ucciso il primo ministro del governo Houthi in Yemen durante un raid aereo avvenuto a Sana’a. Nell’attacco sarebbero morti anche diversi alti ufficiali e membri del gruppo ribelle.