Folle idea o corsa contro il tempo: rimpiazzare Biden nella sfida contro Trump
Dopo il primo confronto in Tv i dem cercano di correre ai ripari. Il tempo è tiranno, ma c'è la suggestione di (lady) Obama
Folle idea o corsa contro il tempo? Forse probabilmente entrambe.
Perché ormai a giochi forse quasi fatti (come pensano in molti) quella di rimpiazzare Joe Biden nella sfida elettorale contro Donald Trump appare come una mossa disperata.
Con probabilmente poche possibilità di concretizzarsi.
Verso la debacle, i dem cercano alternative
Eppure se ne parla. Ufficialmente poco, ufficiosamente e privatamente tanto, senza misteri che i dem cerchino di trovare un'alternativa "last minute" per sostituire in corsa e clamorosamente il presidente uscente nella sfida elettorale contro il vulcanico (e molto più in forma, nonostante non sia neppure lui un ragazzino, Donald Trump).
Anche perché dopo il primo confronto in Tv contro l'avversario sfidante dei repubblicani le perplessità nell'entourage dei democratici sono tante e in molti pensano che l'attuale presidente sia destinato a una sonora debacle.
Quanti dubbi su Biden dopo la sfida in Tv
Perché come detto quasi tutti hanno bollato la sfida elettorale in Tv come un vero disastro per Biden.
Il confronto dell'81enne numero uno degli Usa è stato catalogato di fatto come un "disastro", uno "spettacolo doloroso".
In molti hanno sottolineato come Trump abbia avuto "gioco facile" anche nel confezionare bugie, disegnare scenari ad arte, senza trovare di fronte un valido interlocutore.
Ecco perché i democratici stanno ormai interrogandosi in maniera sempre più preoccupata sull'opportunità di cercare un'alternativa in quella che sarebbe appunto una vera e propria corsa contro il tempo.
Che fa Joe, il sostegno di Obama, la rinuncia di lady Obama
Nel frattempo anche il consiglio direttivo del New York Times ha chiesto al presidente di ritirarsi.
E in effetti l'unico che potrebbe dare una clamorosa svolta a questa matassa è al momento proprio e solo il presidente.
Che però di ritirarsi non pare volerne sapere e ha rilanciato dopo un comizio in North Carlina:
"Intendo vincere queste elezioni. Non dibatto bene come un tempo, ma so come fare questo lavoro. Quando vai a terra ti rialzi. So che non sono giovane ma so dire la verità".
Intanto Biden ha incassato ancora il sostegno dell'ex presidente Barack Obama attraverso una nota stampa:
"Serate di dibattito negative capitano, credetemi ne so qualcosa. Ma questa elezione è ancora una scelta fra qualcuno che si è battuto per la gente ordinaria per tutta la sua vita e qualcuno che pensa solo a sé stesso. Fra qualcuno che dice la verità, che sa quello che è giusto e sbagliato, e qualcuno che mente in cerca di benefici. La notte scorsa non ha cambiato questo. La posta in gioco a novembre è alta".
Ma nella sfida al momento impari tra il presidente uscente e Trump pesa ancora la rinuncia alla candidatura, mesi fa, proprio di Michelle Obama, la "first lady" durante appunto lo storico mandato della prima presidenza americana di un uomo di colore.
E se invece Biden si ritirasse?
Ecco perché al momento la rinuncia di Biden rimane una suggestione. Ma se invece accadesse?
La prima papabile è la sua vice Kamala Harris, che però nei sondaggi è decisamente meno popolare dell'attuale presidente.
La lista dei possibili candidati comprende poi vari governatori, da Gavin Newsom (California) a J.B Pritzker (Illinois) e Gretchen Whitmer (Michigan), anche se nei "sogni dem" resta in auge la suggestione di Michelle Obama (con tanto di hashtag sulla rete), che finora come detto ha sempre respinto ogni ipotesi di candidatura.