La Global Sumud Flotilla ha respinto la proposta avanzata dall’Italia per convogliare gli aiuti umanitari destinati a Gaza attraverso Cipro. Nonostante gli avvertimenti della Farnesina e le minacce di intervento da parte di Israele, gli organizzatori confermano di voler proseguire la missione verso la Striscia:
“Non ci fermeremo finché stop genocidio. Minacce israeliane ci hanno unito ancora di più, ora dritti a Gaza”.
Dal ministero degli Esteri italiano è arrivata una presa di posizione netta:
“Chi prosegue rischia in proprio”.
Roma ha chiarito che l’unità della Marina Militare italiana, impegnata nell’area, “in nessun caso potrà costituire un fattore di difesa o offesa militare“, ma avrà soltanto funzioni di soccorso umanitario in mare.
Tel Aviv, dal canto suo, considera l’iniziativa un atto ostile:
“E’ provocazione. Difenderemo nostri confini da Flotilla, è finanziata da Hamas”.
La proposta italiana e il coinvolgimento della Chiesa
La delegazione italiana del Global Movement to Gaza, in rappresentanza del Comitato direttivo della Global Sumud Flotilla, ha spiegato di aver rifiutato l’offerta ricevuta mercoledì 24 settembre 2025: una deviazione degli aiuti verso Cipro, da dove sarebbero poi stati trasportati a Gaza tramite i canali umanitari del Patriarcato latino di Gerusalemme, guidato dal cardinale Pierbattista Pizzaballa.

Il coinvolgimento della Chiesa cattolica era stato confermato da una nota ufficiale di Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana:
“In merito al coinvolgimento della CEI nella vicenda della Global Sumud Flotilla, si precisa che si è trattato di un intervento del cardinale presidente Matteo Zuppi verso il Patriarcato Latino di Gerusalemme per facilitare l’arrivo e la consegna degli aiuti umanitari a Gaza”.
La conferenza stampa della Flotilla
All’indomani dell’attacco con droni e bombe sonore contro le imbarcazioni, la Global Sumud Flotilla ha tenuto una conferenza stampa in cui è intervenuto Nkosi Zwelivelile Mandela, ex parlamentare sudafricano e nipote di Nelson Mandela.
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“Questo attacco dimostra il livello di disperazione dell’entità sionista, che vuole fermare i nostri sforzi per porre fine al genocidio e portare aiuti umanitari ai milioni di persone affamate a Gaza”, ha dichiarato, ringraziando “i delegati della flottiglia e i milioni di sostenitori in tutto il mondo che hanno reso possibile questa iniziativa coraggiosa”.
Poi un appello ai governi e alla società civile internazionale:
“Chiediamo a governi, organizzazioni della società civile, formazioni statali, organizzazioni religiose e agenzie per i diritti umani di far pressione sull’entità sionista per fermare i suoi attacchi. Non smetteremo i nostri sforzi come Gsf finché il genocidio non sarà fermato, gli aiuti umanitari non fluiranno liberamente e il popolo palestinese non sarà libero”.
Insomma, proposta rispedita al mittente: le navi proseguono verso Gaza.
L’avvertimento della Farnesina agli italiani a bordo
Con un messaggio diretto ai cittadini italiani presenti sulla Flotilla, la Farnesina ha ribadito i rischi dell’iniziativa:
“Il Governo italiano ha preso atto del rifiuto della Flottiglia di consegnare gli aiuti in un porto neutrale. Ai partecipanti italiani che volessero fermarsi in Grecia e proseguire in modo sicuro per l’Italia o altra destinazione l’Italia offrirà assistenza ove richiesto. Per chi prosegue il viaggio con la Flottiglia resta valido l’avviso iniziale che l’iniziativa è altamente pericolosa e che chi l’intraprende si assume in proprio tutti i rischi”.
Il ministero ha chiarito che “la presenza di un’unità della Marina Militare italiana è volta ad assicurare ove necessario l’applicazione della legge di soccorso in mare per eventuali necessità di tipo umanitario e in nessun caso potrà costituire un fattore di difesa o offesa per la Flottiglia sul piano militare”.
Adesso, in Senato, #Crosetto sugli attacchi occorsi a danno della Global Sumud Flotilla e all’evoluzione della situazione sul fronte orientale europeo.
Le parole del Ministro sono, come sempre, piene di buonsenso. #Flotilla accetti le soluzioni del Governo per gli aiuti a Gaza. pic.twitter.com/yqHh9i0ki9— Gianni Rosa (@GianniRosa65) September 25, 2025
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo al Senato, ha specificato che la protezione italiana si limiterà alle acque internazionali:
“Per la flottiglia siamo ancora a 450 miglia dal punto pericoloso. La nostra intenzione è far capire che una volta usciti dalle acque internazionali nessuno sarà in grado di garantire la sicurezza e neanche l’aiuto in caso accadesse qualcosa”. Crosetto ha sottolineato che la gravità della situazione “non dipende né dalla volontà di questo Parlamento o di questo Governo né dagli altri 44 governi rappresentati tra gli equipaggi della flottiglia”, precisando che l’allarme non intende “sminare politicamente l’iniziativa della Sumud Flotilla”, ma mettere in guardia sui rischi concreti del blocco navale israeliano.
La risposta di Israele
La replica israeliana è arrivata attraverso il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar. In un post su X ha scritto:
“Israele ha accettato la proposta del governo italiano di scaricare gli aiuti nel porto di Cipro e poi trasferirli a Gaza, ma la Flotilla l’ha respinta, dimostrando che il suo vero scopo è la provocazione e il servizio ad Hamas”.
Il ministro ha ribadito che Israele “non consentirà alle navi di entrare in una zona di combattimento attiva e non permetterà la violazione di un legittimo blocco navale”. Sa’ar ha comunque aggiunto che Tel Aviv resta disponibile a “qualsiasi accordo costruttivo per trasferire gli aiuti in modo legale e pacifico”.