Sono ore decisive per la Global Sumud Flotilla, la spedizione navale composta da oltre quaranta imbarcazioni cariche di aiuti umanitari e diretta verso la Striscia di Gaza per rompere il blocco israeliano.
A quattro giorni di navigazione dalla costa, con circa 300 miglia nautiche ancora da percorrere, la tensione cresce di ora in ora: Tel Aviv ha ribadito che non consentirà alla flotta di varcare la linea che considera le proprie acque territoriali, ma il presidente israeliano Isaac Herzog ha assicurato all’Italia che non verrà messa in pericolo la vita degli attivisti.
Le rassicurazioni di Israele
“L’esercito israeliano ha ricevuto l’ordine di non usare forza letale”, ha spiegato Herzog all’ambasciatore italiano Luca Ferrari durante un colloquio a Tel Aviv.
La precisazione smorza i timori ma non cancella le incognite. Il governo Netanyahu ha infatti confermato una linea dura: la Flotilla sarà fermata con l’impiego delle forze speciali, ma – nelle intenzioni ufficiali – senza spargimento di sangue.

La crisi è seguita con massima attenzione da Roma, che da giorni mantiene aperto un canale diretto con Tel Aviv. L’ambasciatore Ferrari, in costante raccordo con la premier Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello della Difesa Guido Crosetto, ha espresso le preoccupazioni italiane per i rischi corsi dagli attivisti, compresi diversi connazionali.
La nave militare Alpino segue a distanza la spedizione, con compiti esclusivamente di ricerca e soccorso.
“Non interverrà per scortare la Flotilla né per ingaggiare unità israeliane”, ha precisato Crosetto, ricordando che l’ordine operativo è di garantire assistenza umanitaria e sanitaria in caso di emergenza.
Appello alla prudenza
L’Italia, con l’appoggio del Patriarcato latino di Gerusalemme e della Santa Sede, ha proposto una soluzione alternativa: scaricare i beni a Cipro, da dove sarebbero poi trasferiti via terra e attraverso il porto israeliano di Ashdod alla popolazione palestinese. Una possibilità caldeggiata anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma rifiutata dagli attivisti, determinati a forzare il blocco per evidenziarne – dicono – l’illegittimità alla luce del diritto internazionale.
Nelle prossime 48 ore si temono nuovi episodi di “deterrenza”, con droni e unità navali israeliane già segnalate nelle vicinanze. Le autorità italiane hanno ribadito l’appello alla prudenza, parlando di “pericoli elevatissimi e non gestibili” qualora la flotta tentasse di entrare nelle acque contese.
“La priorità è la sicurezza delle persone e la tutela della vita”, ha sottolineato Tajani.