Droni russi verso l’Italia? Possibile, secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha lanciato un’allerta per il nostro Paese.
Zelensky: “Droni russi, Italia la prossima”
Secondo il presidente ucraino, l’Italia potrebbe essere il prossimo obiettivo di un sorvolo di droni di Mosca.
“92 droni erano diretti verso la Polonia. Li abbiamo intercettati sopra il territorio ucraino, 19 hanno raggiunto il loro spazio aereo. Tuttavia, vediamo la direzione, per così dire la coreografia di questo volo. L’Italia potrebbe essere la prossima“.
“Si vedono la Norvegia, la Danimarca. Ci sono segnali dalla Svezia. Ci sono rumeni, polacchi, gli Stati baltici. Putin sta mettendo alla prova ciò che hanno gli europei, la Russia sta mettendo alla prova la loro capacità di difendersi e sta cercando di influenzare le società affinché la gente inizi a chiedersi: ‘Se non siamo in grado di proteggerci, perché dovremmo continuare a sostenere l’Ucraina? L’obiettivo è quello di ridurre gli aiuti all’Ucraina, soprattutto in vista dell’inverno”.
Regarding Russia’s attacks against European countries: Russia is testing their ability to defend themselves and trying to influence societies so people begin to ask: “If we can’t protect ourselves, why should we keep supporting Ukraine?” This is intended to reduce assistance to…
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) September 27, 2025
Tajani: “Italia non è obiettivo militare”
L’ipotesi è stata seccamente smentita dal ministro degli Esteri Antonio Tajani:
“Mi auguro che questo non accada. Non credo che Putin voglia scatenare la terza guerra mondiale. Non credo neanche che l’Italia sia un obiettivo militare, comunque la nostra difesa aerea è sempre in grado di verificare ciò che accade, di abbattere droni che possano avere intenzioni minacciose, come la Nato è in grado di farlo. Io credo che Putin stia testando le reazioni dell’occidente, a l’occidente ha sempre dimostrato di saper reagire”.
“Quando ero un giovane ufficiale dell’Aeronautica militare ed ero responsabile della sala operativa di un importante centro radar, queste operazioni di violazione del confine Nato le facevano i mig dell’Unione Sovietica, lo facevano i mig dell’ex Jugoslavia verso la fine degli anni 70. Sono più messaggi politici che militari”.