supermercati svuotati

Dopo Shangai, anche Pechino in lockdown: vaccino cinese efficace al 40% rispetto a Pfizer

Nella metropoli lunghe file per i tamponi e anticamera del lockdown. Xi Jinping corre ai ripari con la linea dura, consapevole della scarsa efficacia del vaccino cinese.

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Il timore è che Pechino finisca come Shangai, soprattutto dopo che la Commissione sanitaria della capitale cinese ha definito la situazione "pressante e cupa". I cittadini hanno letteralmente preso d'assalto i supermarket nel timore di finire in isolamento e senza scorte alimentari come avvenuto nella metropoli più grande del Paese dove la Tolleranza Zero nella gestione Covid sta assumendo risvolti inquietanti, come le gabbie di contenimento poste all'ingresso dei condomini. A far tremare le autorità, anche in termini di immagine, il fatto che vaccino cinese, come efficacia, valga il 40-45% di quello Pfizer: con una variante contagiosa come Omicron e città così densamente popolate è facile immaginare la portata dei rischi... E si corre ai ripari con il pugno duro.

Covid: dopo Shangai tocca a Pechino il lockdown duro?

I 70 casi di Covid-19 emersi a Pechino negli ultimi giorni hanno messo in allarme le autorità pechinesi, i cittadini - che temono il medesimo destino toccato a Shangai ormai da quattro settimane - hanno svuotato i supermercati. File interminabili per sottoporsi al tampone: parliamo infatti di una metropoli con 21 milioni di abitanti.

Le autorità sostengono che il coronavirus ha cominciato a diffondersi "in modo strisciante" da almeno una settimana, perché molti positivi sono asintomatici come capita sovente con Omicron. La situazione ricorda quella di Shanghai l'1 marzo: quel giorno furono segnalati 32 positivi. Nei giorni i numeri crescevano di poche decine, poi di alcune centinaia, le autorità locali esclusero la possibilità di imporre un lockdown nel cuore commerciale della Cina. Contrordine il 28 marzo, con l'inizio di una quarantena che ancora dura, a oltranza, fino a quando i contagi scenderanno a zero.

Xi Jinping sa di giocarsi la faccia e il prestigio internazionale, anche in virtù della scarsa efficienza del vaccino cinese, raffrontato ai sieri utilizzati in occidente. Per questo motivo Pechino pare designata a ripercorrere le orme di Shangai. Ai 3,5 milioni di residenti di Chaoyang sono stati prescritti tre tamponi in sei giorni, con code lunghissime e ordinate nelle strade. Numerosi comprensori residenziali sono già in "gestione controllata", anticamera del lockdown.

La Tolleranza Zero

Il regime cinese fa leva sulla sua modalità di gestione dei contagi, di Tolleranza Zero, che definisce "scientifica ed efficiente", si tratta di una politica sanitaria rigidissima che per due anni aveva tenuto a freno il Covid-19. A Shanghai le autorità non riescono a rifornire con regolarità milioni di famiglie chiuse in casa e neanche la censura riesce a nascondere le proteste. Sono sorte gabbie metalliche alte due metri davanti agli ingressi di case e palazzine popolari.

Memori di queste scene i pechinesi si sono portati avanti.

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