Delegazione dell'opposizione italiana a Rafah. Oltre 100 vittime palestinesi in 24 ore sotto i bombardamenti israeliani
Intanto in Libia situazione sempre più incerta: evacuati nella notte 100 nostri connazionali. Lasciato andare dal Governo italiano, Almasri potrebbe essere consegnato alla Corte dell'Aja

Una delegazione composta da oltre sessanta tra operatori umanitari, attivisti, deputati italiani ed europei è partita per il Cairo, con l’obiettivo di raggiungere il lato egiziano del valico di Rafah. La missione, promossa da organizzazioni come AOI, ARCI, Assopace Palestina e ACS – Associazione di Cooperazione e Solidarietà – punta a fare pressione per l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, isolata dal 2 marzo scorso.
"Una missione per rompere il silenzio sul massacro"
La delegazione comprende 14 parlamentari italiani, 3 eurodeputati e numerosi giornalisti. Tra i promotori, ACS è una delle realtà italiane più attive nella cooperazione con la popolazione palestinese, presente da oltre trent’anni a Gaza e in Cisgiordania, in collaborazione con partner locali come il Centro Vik di Gaza City, Progetto Rec Palestina e Gazafreestyle.
L’iniziativa arriva in un contesto definito dagli organizzatori come “drammatico”. Dopo più di 580 giorni di assedio e bombardamenti, la situazione umanitaria nella Striscia è al collasso. Fame, sete, mancanza di cure mediche e blocco degli aiuti umanitari vengono denunciati come “strumenti di guerra”. L’obiettivo della missione è raccogliere testimonianze dirette dai sopravvissuti e dagli operatori, rompere il silenzio mediatico e denunciare l’impunità politica a livello internazionale.
“La missione vuole rompere il silenzio su un massacro senza fine che non interessa i governi del mondo occidentale e non. Le vittime, solo civili, sono ignorate. La complicità è totale”, ha affermato Meri Calvelli, direttrice di ACS e fondatrice del Centro Vik. Sulla stessa linea Alfio Nicotra di AOI, che denuncia: “Dal 2 marzo, nella Striscia non entra nemmeno uno spillo. Le vittime per fame, sete e malattie aumentano ogni giorno. Ignorare il genocidio in atto è una forma di disumanità”.
Stefania Ascari, deputata M5S e coordinatrice dell’Intergruppo parlamentare, ha parlato di “terrorismo di Stato” da parte del governo Netanyahu, accusato di violare apertamente il diritto internazionale. “A Gaza è morta anche la moralità dell’Occidente”, ha dichiarato. Laura Boldrini, deputata PD, ha aggiunto: “Vogliamo entrare a Gaza. Abbiamo chiesto all’ambasciata italiana in Israele di intervenire, ma non abbiamo avuto risposte. Quel che succede è un piano criminale di deportazione e sterminio”.
Cecilia Strada, eurodeputata, ha invocato un embargo immediato sulle armi verso Israele e la fine di ogni collaborazione militare e tecnologica da parte dell’UE. “È tempo che la Commissione europea prenda posizione con misure concrete”, ha affermato.
La delegazione prevede incontri con attivisti palestinesi, operatori umanitari, agenzie internazionali e delle Nazioni Unite sia a Gaza che in Cisgiordania. Venerdì 16 maggio, i delegati cominceranno i lavori al Cairo, dove incontreranno la diaspora palestinese e i profughi in fuga dalla Striscia, in attesa dei lasciapassare per attraversare il Sinai e avvicinarsi al valico di Rafah.
“È nostro dovere raccontare e denunciare”, ha concluso Alfio Nicotra, ricordando “i colleghi operatori e giornalisti che hanno perso la vita nel tentativo di portare aiuto e verità”.
Oltre 100 vittime palestinesi in 24 ore
Intanto, nella Striscia di Gaza, la violenza non accenna a diminuire. Secondo fonti mediche riportate da Al Jazeera e AP, almeno 121 persone sono state uccise tra l’alba e il pomeriggio di da una nuova ondata di attacchi aerei israeliani. Particolarmente colpita la città di Khan Younis, nel sud della Striscia, dove decine di vittime sono state causate da bombardamenti notturni. Altri attacchi nel nord del territorio hanno provocato la morte di oltre una dozzina di persone.
These images from Gaza today are beyond the most apocalyptic of imaginations. There are no buildings standing but the rubble keeps being bombed because among the rubble human beings are still moving and falling, with nowhere to go pic.twitter.com/BulkFCN4wp
— Bruno Maçães (@MacaesBruno) May 15, 2025
Tra le vittime, anche il giornalista Hasan Samour della rete televisiva Al Araby TV, ucciso insieme a 11 membri della sua famiglia durante un raid aereo su Khan Younis. La Difesa civile palestinese ha riferito che 50 delle vittime di ieri sono concentrate nel governatorato di Khan Younis.
In Libia evacuati 100 cittadini italiani
Cento cittadini italiani e 17 spagnoli sono rientrati nella notte a Fiumicino con un volo speciale della compagnia Medsky Airways, decollato da Misurata, a causa dell’escalation di violenza che ha insanguinato Tripoli negli ultimi giorni. Una decisione presa con urgenza dal governo italiano per garantire l’incolumità dei propri connazionali.
A rendere ancora più delicata la situazione, è arrivata una svolta giudiziaria internazionale. Il procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi), Karim Khan, durante un briefing al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ha annunciato che la Libia ha finalmente accettato di riconoscere la giurisdizione della Corte sui crimini commessi nel paese a partire dal 2011, quando l’Onu aveva già deferito la situazione libica alla Corte dell’Aja. Khan ha sottolineato il valore simbolico e giuridico della decisione, definendola un “momento di speranza” per la giustizia internazionale.
La Libia potrebbe consegnare Almasri
La Cpi ha subito colto l’occasione per rinnovare la richiesta di arresto e consegna di Njeem Osama Elmasry, noto come Almasri, capo della polizia giudiziaria di Tripoli, responsabile del famigerato centro di detenzione di Mitiga. Almasri è accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, tra cui omicidio, stupro e torture sistematiche. La sua figura era già stata oggetto di dure polemiche in Italia: era stato infatti arrestato a Torino il 19 gennaio 2024 su mandato della Corte, ma rilasciato e rimpatriato poco dopo a bordo di un Falcon dei servizi segreti italiani. Il caso ha aperto un contenzioso formale tra la Cpi e il governo italiano guidato da Giorgia Meloni, criticato anche con un comunicato ufficiale dalla stessa Corte per la mancata esecuzione del mandato.

Ora potrebbe essere proprio la Libia a consegnare Almasri alla Corte dell’Aja. Le autorità libiche, dopo aver riconosciuto formalmente la giurisdizione della Cpi, hanno avviato un’inchiesta interna. La procura generale libica, guidata da Al-Seddik Al-Sour, ha ricevuto un esplicito appello da Khan affinché si proceda all’arresto del generale. Sullo sfondo si staglia un possibile cambio di rotta, reso più concreto dall’instabilità interna, dalla perdita di potere delle milizie regolarizzate e dallo scioglimento dell’unità antiterrorismo Rada, guidata proprio da Almasri.
Intanto il quadro politico resta estremamente teso. Gli scontri tra milizie a Tripoli sono ripresi dopo l’uccisione del comandante Abdulghani al Kikli, detto "Gheniwa", leader dell’Apparato di supporto alla stabilizzazione (Ssa). Il premier Dabaiba aveva cercato di approfittarne per rafforzare il suo controllo sulla capitale e annunciare lo scioglimento della milizia Rada. Ma il Consiglio presidenziale libico ha congelato tutte le sue decisioni militari, comprese le nuove nomine e la ristrutturazione delle forze di sicurezza. È stata inoltre istituita una commissione d’inchiesta militare per indagare sugli eventi recenti, mentre una risoluzione ha imposto il cessate il fuoco e l’ordine alle unità militari di rientrare alle basi.