Dazi, Trump valuta un'esenzione temporanea anche sulle auto
Il tycoon vorrebbe che trasferissero la produzione in Usa dall'estero, ma ci vuole tempo

Dopo l'annuncio della sospensione dei dazi su pc e smartphone, arrivano ulteriori novità da Donald Trump. Il presidente americano sta infatti considerando un’esenzione temporanea dalle tariffe del 25% imposte sulle auto, nel tentativo di concedere alle case automobilistiche il tempo necessario per riconvertire le proprie catene di approvvigionamento e riportare la produzione negli Stati Uniti.
Trump: "Aziende hanno bisogno di più tempo"
"Sto valutando qualcosa per aiutare alcune aziende automobilistiche che si stanno riconvertendo per le parti prodotte in Canada, Messico e altri luoghi e hanno bisogno di un po' più di tempo - ha detto Trump parlando con i reporter -. Le produrranno qui, ma hanno bisogno di un po’ più di tempo", ha ribadito, suggerendo come la strategia miri a incentivare la rilocalizzazione dell’industria automobilistica americana.
Matt Blunt, presidente dell’American Automotive Policy Council – che rappresenta Ford, General Motors e Stellantis – ha accolto positivamente l’ipotesi.
"C’è una crescente consapevolezza che dazi estesi sui componenti potrebbero minare il nostro obiettivo comune di costruire un'industria automobilistica americana fiorente e in crescita". Secondo Blunt, il settore ha bisogno di tempo per adattare le catene di fornitura.
La chiara strategia di Trump
Ma non si tratta solo di auto. Trump ha confermato che nei prossimi giorni verranno annunciati nuovi dazi sui semiconduttori, con la possibilità di estensioni anche su smartphone, computer e altri dispositivi hi-tech. Una misura che, secondo il Segretario al Commercio Howard Lutnick, punta a spingere le aziende a rilocalizzare la produzione negli Stati Uniti. "Non si tratta di un’esenzione permanente", ha spiegato Lutnick, specificando che l’industria elettronica è nel mirino e che l’obiettivo è colpire prodotti come gli iPhone, attualmente fabbricati in larga parte in Cina.

Trump, parlando a bordo dell’Air Force One, ha confermato che l’annuncio sui semiconduttori arriverà entro la prossima settimana, promettendo "una certa flessibilità per alcuni prodotti", senza però chiarire quali. In parallelo, ha esaltato i risultati delle sue politiche, come la decisione di Nvidia di costruire negli USA supercomputer per l’intelligenza artificiale per un valore stimato di 500 miliardi di dollari in quattro anni.
La strategia del tycoon è chiara: riportare in patria le produzioni strategiche – dai chip ai farmaci, dall’acciaio all’alluminio – per ridurre la dipendenza dagli approvvigionamenti stranieri, in particolare dalla Cina: "Non cambio idea, nessun Paese si salverà, ma sono flessibile". In questo scenario, Wall Street sembra intanto reagire con ottimismo: il Dow Jones ha chiuso in rialzo dello 0,78%, l’S&P 500 dello 0,84% e il Nasdaq dello 0,64%.
Nuovo round di negoziati con l'Europa
Washington nel frattempo è arrivato il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, per un nuovo round di negoziati con le controparti americane.
"L’Ue resta pronta a un accordo giusto, inclusa la reciprocità attraverso zero tariffe sui beni industriali", ha dichiarato al termine di un incontro con il segretario al Commercio Howard Lutnick e il rappresentante commerciale statunitense Jamieson Greer.
Sullo sfondo, Bruxelles mantiene la sua leva diplomatica: una pausa di 90 giorni sulle contromisure ai dazi USA e la possibilità di colpire in futuro il debito americano, se i negoziati fallissero. Intanto si discute anche dell’acquisto di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti, una delle richieste di Trump per ridurre il deficit commerciale con l’Europa.