VIA AI NEGOZIATI

Dazi, l'Ue congela il secondo pacchetto di contromisure: "Non è ancora il momento di usarlo" secondo Von der Leyen

Trump ha lasciato uno spiraglio di trattativa e l'Europa mantiene aperta la via diplomatica. Macron spinge per il Meccanismo anti-coercizione

Dazi, l'Ue congela il secondo pacchetto di contromisure: "Non è ancora il momento di usarlo" secondo Von der Leyen
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Altro che i dazi al 10% "tutto sommato accettabili" sui quali continuava a sperare Palazzo Chigi. La doccia a "30 gradi" (sottozero) di Trump ha congelato gli animi del Vecchio continente, che cerca di riprendersi dallo shock.

L’Unione Europea ha deciso di prorogare la sospensione del secondo pacchetto di contromisure contro i dazi americani, preferendo mantenere aperta la via diplomatica. A confermarlo è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la quale ha ribadito che "non è ancora il momento di usarlo", mantenendo però alta l’allerta in vista del possibile scoppio di una guerra commerciale transatlantica.

Trump lascia spiraglio

Il congelamento, che inizialmente scadeva il 14 luglio, è stato esteso per offrire un’ulteriore finestra negoziale, dopo la minacciosa lettera del presidente statunitense Donald Trump. Il tycoon ha infatti annunciato l’introduzione di dazi del 30% su tutte le esportazioni europee a partire dal primo agosto, con l’avvertimento che, in caso di ritorsione, Washington risponderà con un ulteriore incremento della stessa entità.

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Donald Trump

Nonostante il tono aggressivo, Trump ha lasciato uno spiraglio di trattativa, condizionando la revoca o modifica delle tariffe alla completa apertura dei mercati europei e alla rimozione delle politiche tariffarie e non tariffarie che, secondo la Casa Bianca, danneggerebbero l'economia e la sicurezza nazionale statunitense.

UE: "Preferiamo soluzione negoziata"

La risposta europea è stata ferma ma prudente. "Preferiamo una soluzione negoziata", ha dichiarato von der Leyen, aggiungendo però che "l'Ue è pienamente preparata a introdurre contromisure proporzionate, se necessario". Le parole della presidente hanno trovato eco anche a Parigi e Berlino. Emmanuel Macron ha invocato "contromisure credibili", spingendo per l'attivazione del Meccanismo anti-coercizione (ACI), mentre il ministro tedesco dell'Economia ha chiesto un approccio pragmatico per evitare un'escalation.

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Ursula Von der Leyen ed Emmanuel Macron

Il pacchetto europeo congelato, messo a punto da Bruxelles nei mesi scorsi, ha un valore di 72 miliardi di euro e colpirebbe in particolare beni industriali e prodotti agroalimentari americani di alta gamma: dal bourbon del Kentucky alle aragoste del Maine, passando per agrumi, cosmetici e articoli di moda. Ma nel mirino dell’Ue ci sono anche le Big Tech statunitensi. Tra le misure più temute dalle multinazionali digitali americane, ci sono accise sui servizi online, una possibile Digital Services Tax comunitaria e l’applicazione rigorosa del Digital Services Act e del Digital Markets Act.

Nel frattempo, restano attive le contromisure approvate ad aprile contro i dazi del 25% su acciaio e alluminio imposti dagli Stati Uniti. Si tratta di un pacchetto da 21 miliardi di euro, articolato in tre fasi: la prima colpisce prodotti simbolici del made in USA come moto Harley-Davidson, jeans Levi’s, burro d’arachidi, tabacco e articoli per la cura della persona. La seconda e terza tranche prendono di mira carni e pollame del Midwest, legname del Sud, soia della Louisiana, cereali e fast-food.

Il Meccanismo anti-coercizione

L’eventuale attivazione del Meccanismo anti-coercizione, operativo dal 2023, segnerebbe una svolta. Nato in risposta alle ritorsioni cinesi contro la Lituania per i suoi rapporti con Taiwan, l’ACI consente all’Ue di reagire a pressioni economiche esterne con misure rapide e proporzionate. Tra queste: dazi, limiti agli investimenti, esclusione da appalti pubblici, sospensione di diritti di proprietà intellettuale e restrizioni ai servizi.

In attesa di capire se Trump vorrà davvero forzare lo scontro, von der Leyen e i leader europei tentano di mantenere il sangue freddo.

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Giorgia Meloni

"Una guerra commerciale interna all’Occidente ci renderebbe tutti più deboli", ha sottolineato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dichiarando il pieno sostegno dell’Italia al negoziato europeo.

Ma le critiche interne non mancano. La segretaria del PD, Elly Schlein, ha parlato di "follia autarchica" e della necessità di una risposta "unita e compatta", mentre Giuseppe Conte ha definito la gestione del dossier "una trattativa da dilettanti", ricordando che erano in gioco oltre 100 mila posti di lavoro.

Il tempo stringe. Il 1° agosto è dietro l’angolo e i mercati osservano con crescente nervosismo. La Commissione europea ha convocato una riunione d’urgenza del Coreper per valutare l’immediata attivazione delle contromisure pronte da mesi. Ma per ora Bruxelles scommette ancora sulla diplomazia. Anche se la pazienza europea ha i giorni contati.