Il 1° gennaio 2026 non sarà una data qualunque per l’Europa e, soprattutto, per la Bulgaria. Dopo quasi diciannove anni dall’ingresso nell’Unione europea, Sofia adotterà ufficialmente l’euro, diventando il ventunesimo Paese dell’area della moneta unica. Un passaggio storico, che segna la fine di una lunga transizione economica e l’inizio di una nuova fase di integrazione europea, ma che arriva in un contesto politico e sociale tutt’altro che semplice.

Il via libera dell’Unione europea e il tasso di conversione
L’adesione della Bulgaria all’eurozona è stata approvata dal Consiglio dell’Unione europea l’8 luglio 2025, dopo che Commissione europea e Banca centrale europea avevano certificato il rispetto dei criteri di convergenza: inflazione sotto controllo, finanze pubbliche solide, stabilità del cambio e tassi di interesse allineati. Contestualmente, è stato fissato in modo irrevocabile il tasso di conversione: 1 euro corrisponderà a 1,95583 lev bulgari (BGN).
Tomorrow, Bulgaria joins the euro area.
This milestone reflects years of hard work and commitment.
Now it means simpler payments, easier travel and so many new opportunities for Bulgarian businesses.
Поздравления, България!
You can be proud of what you achieved. pic.twitter.com/4enOYWIKsH
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) December 31, 2025
In realtà, la Bulgaria convive da tempo con l’euro. Dal 1997 il lev è stato agganciato prima al marco tedesco e poi alla moneta unica, mentre dal 2020 il Paese partecipa al meccanismo di cambio Erm II. Dal 2026, quindi, l’euro smetterà di essere una presenza indiretta e diventerà l’unica valuta ufficiale.
Come avverrà il cambio della valuta
Dal punto di vista pratico, il calendario è definito nei dettagli. Dal 1° gennaio al 2 marzo 2026 la generalità del pubblico potrà convertire gratuitamente banconote e monete in lev al cosiddetto valore di parità, con un massimale giornaliero di 2.000 lev per persona (circa 1.000 euro). In Italia, come comunicato dalla Banca d’Italia, il cambio sarà possibile presso le filiali di: Milano, Bologna, Roma Sede, Napoli e Catanzaro.
As 🇧🇬 Bulgaria prepares to adopt the 💶 euro, have you seen the design of its euro coins?
While it will take until 1 January 2026 to see these coins in circulation, take a look at the national side, which features cherished symbols of the country’s heritage.#EUROinBulgaria pic.twitter.com/qXNpg67AWB
— EU Economy & Finance (@ecfin) December 19, 2025
Per le utenze istituzionali con conti presso la Banca d’Italia, la conversione sarà possibile esclusivamente presso la sede di Roma CDM (Centro Donato Menichella). Analoghe soluzioni sono previste dalle altre banche centrali dell’Unione europea, compresa la banca centrale bulgara.
Dal punto di vista normativo, dal 1° gennaio 2026 entrerà in vigore la modifica del Regolamento CE n. 2866/98, che formalizza il tasso di conversione del lev. Conti correnti, depositi e contratti denominati in lev saranno convertiti automaticamente in euro senza costi per i clienti.
Doppia circolazione e tutela dei consumatori
Per accompagnare cittadini e imprese nel passaggio, dall’8 agosto 2025 negozi e servizi sono obbligati a esporre i prezzi sia in lev sia in euro, un obbligo che resterà in vigore fino all’8 agosto 2026. Dal 1° gennaio 2026 inizierà una breve fase di doppia circolazione, durante la quale lev ed euro potranno essere utilizzati insieme; dal 1° febbraio 2026 l’euro diventerà l’unica valuta accettata per i pagamenti.

Il contante in lev potrà essere cambiato gratuitamente e senza limiti di tempo presso la banca centrale, mentre banche e uffici postali offriranno il servizio per una finestra temporale definita.
I vantaggi economici e il nodo dei prezzi
Secondo la Banca centrale europea, l’ingresso della Bulgaria nell’eurozona porterà transazioni più fluide, maggiore stabilità economica e una più forte integrazione europea. La presidente della BCE Christine Lagarde ha sottolineato i benefici in termini di commercio, minori costi di finanziamento e risparmi stimati in circa 500 milioni di euro l’anno in commissioni di cambio per le imprese. Un impulso significativo è atteso anche per il turismo, un settore che vale circa l’8% del Pil bulgaro.

Sul fronte dei prezzi, la BCE non ha escluso un lieve aumento temporaneo legato agli arrotondamenti, definito però “modesto e transitorio”, con effetti stimati tra lo 0,2 e lo 0,4%.
Le paure sociali e la spaccatura politica
Nonostante i numeri favorevoli – inflazione al 2,7% nell’aprile 2025 e debito pubblico intorno al 24% del Pil – l’ingresso nell’euro resta fortemente divisivo. Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro, il 49% dei bulgari è contrario all’adozione della moneta unica. Il lev, dopo le traumatiche esperienze di iperinflazione degli anni Novanta, è diventato per molti un simbolo di stabilità.

Le paure di un aumento dei prezzi si innestano in un contesto di instabilità politica cronica, segnato da governi fragili ed elezioni frequenti. Proprio a ridosso del cambio di valuta, il governo di Rosen Zhelyazkov si è dimesso, dopo proteste di piazza contro l’ingresso nell’euro e contro il bilancio 2026, il primo redatto interamente in euro.
Euro, geopolitica e disinformazione
L’euro è diventato anche un terreno di scontro geopolitico. I sostenitori lo considerano uno strumento per rafforzare i legami con l’Occidente e uno “scudo” contro l’influenza russa. I partiti nazionalisti, invece, hanno trasformato la moneta unica in un bersaglio identitario. Secondo diverse analisi, campagne di disinformazione legate alla Russia avrebbero contribuito ad alimentare la sfiducia verso l’euro in uno dei Paesi economicamente più fragili dell’Unione.

(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
Il presidente Rumen Radev ha spinto per un referendum sull’adozione dell’euro, poi bloccato dalla Corte costituzionale perché incompatibile con gli impegni assunti con l’adesione all’UE.
Inizio di una nuova era
Dal punto di vista europeo, l’ingresso della Bulgaria rafforza la coesione dell’Unione e porta oltre 6,4 milioni di cittadini a utilizzare l’euro come moneta quotidiana. Le nuove monete in euro manterranno simboli dell’identità nazionale bulgara, dal Cavaliere di Madara a Ivan Rilski, a conferma di un passaggio che non cancella il passato ma lo integra in una cornice più ampia.
Il 1° gennaio 2026 segnerà dunque la fine di una lunga attesa e l’inizio di una responsabilità piena. I vantaggi economici sono chiari, ma il vero banco di prova sarà la capacità delle istituzioni di garantire stabilità, fiducia e tutela del potere d’acquisto in un Paese che resta il più povero dell’Unione europea. Il tempo dirà se le paure attuali saranno solo transitorie o se diventeranno strutturali.