Non c’è pace per l’Ucraina di Volodymyr Zelensky che si ritrova scossa da uno dei più gravi scandali di corruzione della sua storia recente.
In piena guerra, mentre il Paese fronteggia bombardamenti russi e crisi energetiche, il presidente ha rimosso due ministri del suo governo, travolti dalle accuse di corruzione.
Ucraina, Zelensky silura due ministri
Si tratta del ministro della Giustizia (ed ex ministro dell’Energia) Herman Halushchenko e della attuale ministra dell’Energia Svitlana Grynchuk, entrambi travolti dall’inchiesta.

La decisione di Zelensky è arrivata dopo che l’Agenzia Nazionale Anticorruzione (Nabu) e la Procura Speciale Anticorruzione (Sapo) hanno smantellato un sistema di mazzette colossale, al centro del quale ci sarebbe l’azienda statale Energoatom, responsabile della gestione del nucleare ucraino.
Il meccanismo, secondo gli inquirenti, prevedeva che i fornitori dovessero versare una tangente compresa tra il 10 e il 15% del valore dei contratti per poter continuare a lavorare con l’azienda.
Corruzione, smantellato sistema di mazzette
L’inchiesta, battezzata “Operazione Midas”, è durata 15 mesi e ha prodotto migliaia di ore di intercettazioni, documentando un sistema corruttivo di alto livello. In totale, otto persone sono state accusate di corruzione e abuso d’ufficio.
Cinque sono state arrestate, due – tra cui il principale indiziato, Timur Mindich, stretto collaboratore del presidente – sono fuggite all’estero prima delle perquisizioni, mentre una risulta al momento irreperibile.

Mindich, 48 anni, è un imprenditore con doppio passaporto ucraino e israeliano, noto per essere cofondatore della Kvartal 95, la società televisiva che lanciò la carriera di Zelensky prima della sua ascesa politica.
È ritenuto dagli investigatori il perno del sistema che avrebbe pilotato contratti e tangenti per un valore stimato attorno ai 100 milioni di dollari. Con lui sarebbe fuggito anche Mykhailo Tsukerman, altro imprenditore coinvolto nello schema.
Lo scandalo travolge l’azienda dell’energia
Secondo fonti investigative, il nome di Halushchenko ricorre più volte nei documenti dell’inchiesta, soprattutto per i fatti avvenuti quando ricopriva il ruolo di ministro dell’Energia.
La ministra Grynchuk, pur non essendo formalmente indagata, viene considerata una figura politicamente vicina al suo predecessore. Per questo, sono stati portati entrambi a dimettersi su richiesta del presidente.

Le dimissioni dei due ministri sono state confermate dalla premier Yulia Svyrydenko.
“I ministri hanno rassegnato le dimissioni in conformità con la legge. La loro sostituzione dovrà ora essere approvata dal Parlamento”.
Svyrydenko ha inoltre annunciato lo scioglimento del consiglio di supervisione di Energoatom e l’apertura di un’indagine interna, promettendo piena collaborazione con le agenzie anticorruzione.
Zelensky: “È assolutamente inaccettabile”
Lo scandalo giunge in un momento di forte tensione politica a Kiev. Solo pochi mesi fa, lo stesso Zelensky aveva sostenuto una proposta di legge volta a ridurre l’autonomia delle agenzie anticorruzione Nabu e Sapo – una mossa che, secondo il Kyiv Independent, sarebbe servita a proteggere figure di rilievo come Mindich.
Mentre il presidente si è fatto paladino della trasparenza e della moralità dello Stato ucraino in contrapposizione a quello dell’aggressore russo, il suo entourage è ora travolto da accuse di riciclaggio, abuso di potere e manipolazione dei contratti pubblici.
In un comunicato serale, Zelensky ha condannato con durezza l’accaduto.
“È assolutamente inaccettabile che, in queste circostanze, continuino a esistere stratagemmi nel settore energetico. L’Ucraina non può permettersi corruzione mentre combatte per la propria sopravvivenza”.
Il presidente ha promesso una pulizia radicale delle istituzioni pubbliche, ma resta l’ombra di un sospetto che rischia di incrinare l’immagine internazionale del suo governo proprio mentre Kiev chiede nuovi aiuti militari e finanziari all’Occidente.
Uno dei più gravi scandali politici
Il Kyiv Independent ha definito l’inchiesta uno dei più gravi scandali politici mai avvenuti in Ucraina.
In un Paese logorato da tre anni di guerra e da decenni di corruzione sistemica, lo scandalo Energoatom rappresenta un duro colpo alla credibilità delle istituzioni.
Due ministri destituiti, un oligarca in fuga, otto indagati e una rete di potere che sembra estendersi fino alle porte dell’Ufficio presidenziale: l’Ucraina di Zelensky si trova oggi a combattere due guerre – una contro l’invasore russo e una, altrettanto insidiosa, contro il marcio interno del proprio sistema politico.