In Medio Oriente procedono senza sosta le operazioni dell’esercito di israeliano a Gaza City: a rischio la vita degli ultimi ostaggi ancora prigionieri.
Ancora proteste contro la guerra a Gaza
Sono più di 65 i palestinesi uccisi nelle ultime 24 ore.
Una delegazione di Hamas al Cairo per negoziare una tregua, alle medesime condizioni di dieci giorni fa, ma il silenzio proveniente da Tel Aviv è una risposta evidente rispetto alle intenzioni di Israele di voler andare fino in fondo.
E continuano nel mondo e all’interno dello stesso Stato di Israele le proteste contro le operazioni dell’esercito.
A Tel Aviv e Gerusalemme risuonano gli stessi slogan nel corso di due manifestazioni in parallelo che chiedono la ripresa delle trattative e la fine della guerra.
A Londra ben 890 arresti fra i partecipanti a una manifestazione ProPal.
L’obiettivo principale è riportare a casa gli ultimi ostaggi:
“Così si rischia di non riuscire nemmeno a portare a casa le salme di quelli morti – denunciano i familiari delle vittime – 701 giorni di prigionia sono troppi”.
Intanto le operazioni a Gaza City procedono: l’esercito ha fatto esplodere un altro grattacielo ritenuto una base operativa di Hamas.

Mentre dal cielo piovono volantini lanciati da Israele, che sostiene di aver ormai raggiunto il controllo del 40% della Striscia:
“Non fidatevi di Hamas, che vi chiede di restare”.