GESTO DI SFIDA

Cinquecento coloni israeliani sulla spianata della Moschea di Al-Aqsa

L’incursione si inserisce in un contesto di crescente violenza contro la popolazione palestinese da parte dei coloni in Cisgiordania

Cinquecento coloni israeliani sulla spianata della Moschea di Al-Aqsa

Centinaia di coloni israeliani, circa 465 secondo il Governatorato di Gerusalemme, hanno fatto irruzione questa mattina – martedì 4 novembre 2025 – nel complesso della Moschea di Al-Aqsa, a Gerusalemme, sotto la stretta protezione della polizia israeliana.

L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha definito l’episodio una vera e propria provocazione, avvenuta nel cuore del terzo luogo più sacro dell’Islam, in violazione dello Status Quo che vieta agli ebrei di pregare sulla Spianata delle Moschee.

Gesti di aperta sfida al mondo islamico

Secondo fonti palestinesi, i coloni – tra cui numerosi ultraortodossi – hanno condotto visite guidate nei cortili del complesso, eseguendo rituali talmudici davanti alla Cupola della Roccia (un momento dell’accaduto nella foto di copertina), edificio sacro per i musulmani. La polizia israeliana avrebbe fatto da scudo al gruppo per garantire lo svolgimento della visita, nonostante le forti tensioni che da settimane attraversano Gerusalemme Est e i Territori occupati.

Non si tratta di un episodio isolato. Già nei mesi scorsi il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, leader dell’estrema destra israeliana, aveva guidato una preghiera di massa sulla Spianata delle Moschee, gesto considerato di aperta sfida al mondo islamico. L’incursione di oggi si inserisce in un contesto di crescente violenza da parte dei coloni in Cisgiordania, dove continuano le aggressioni contro la popolazione palestinese.

Itamar Ben Gvir

Secondo la Commissione per la Resistenza al Muro e agli Insediamenti dell’Autorità Nazionale Palestinese, dall’inizio della prima settimana di ottobre fino al 28 dello stesso mese, esercito e coloni israeliani hanno condotto almeno 259 attacchi contro i contadini palestinesi. Tra questi, 63 casi di intimidazioni e limitazioni di movimento e 44 aggressioni fisiche dirette.

Una tregua fragile e nuovi equilibri a Gaza

L’episodio di Al-Aqsa si verifica mentre la fragile tregua tra Israele e Hamas resta appesa a un filo. Gli Stati Uniti, secondo quanto riportato da Axios, avrebbero inviato ai membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU una bozza di risoluzione per l’istituzione di una forza internazionale di stabilizzazione a Gaza, con mandato di almeno due anni, prorogabile fino al 2027.

La proposta, discussa in coordinamento con Israele ed Egitto, prevede che la forza internazionale protegga i confini della Striscia, garantisca la sicurezza dei civili e addestri nuovi agenti palestinesi. L’ISF avrà inoltre il compito di disarmare Hamas e di prevenire la ricostruzione di infrastrutture militari.

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Hamas

Nel frattempo, fonti israeliane confermano che Hamas avrebbe dato il via libera a un piano mediato dalla Croce Rossa per l’uscita sicura di circa 200 miliziani ancora nascosti nei tunnel sotto le zone di Gaza controllate dall’IDF. Il progetto prevede corridoi sicuri oltre la cosiddetta “Linea Gialla”, con la supervisione internazionale.

Israele ha inoltre consegnato alla Croce Rossa i corpi di 45 palestinesi e ha confermato, tramite l’Istituto nazionale di Medicina Legale, l’identità di tre ostaggi restituiti da Hamas: il colonnello Asaf Hamami, Omer Maxim Neutra e Oz Daniel.