Biden tenta di fermare l'escalation

Chi ha bombardato l'ospedale di Gaza causando 500 morti? Israele e Hamas si accusano a vicenda

La tensione, dopo quest'ultima drammatica strage, è alle stelle. Il presidente Joe Biden si è precipitato dal primo ministro israeliano

Chi ha bombardato l'ospedale di Gaza causando 500 morti? Israele e Hamas si accusano a vicenda
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Immane tragedia a Gaza City: sarebbero circa 500 le vittime - fra cui molti bambini - a seguito del bombardamento, avvenuto all’ospedale Al-Ahli Arabi Baptist Hospital, la sera di martedì 17 ottobre 2023. Hamas accusa Israele per la strage di civili nella struttura sanitaria: ma Netanyahu nega, puntando il dito contro una fallita esplosione di un razzo lanciato proprio dalla Jihad islamica.

La tensione, dopo quest'ultima drammatica strage, è alle stelle. Il presidente Usa Joe Biden si è precipitato dal primo ministro israeliano. Si teme un'escalation che si allarghi a tutto il Medio Oriente.

Bombardato ospedale a Gaza: 500 morti, molti bambini

"Il mondo lo deve sapere, a colpire l'ospedale di Gaza sono stati barbari terroristi, non l'esercito israeliano".

Così il premier israeliano Benjamin Netanyahu su X, nelle scorse. Respingendo, di fatto, ogni responsabilità della strage.

Poi ha aggiunto:

"Coloro che hanno brutalmente ucciso i nostri bambini, uccidono anche i propri".

Mentre questa mattina,  il portavoce militare israeliano, Daniel Hagari, ha ribadito:

"E' stato un razzo difettoso lanciato ieri alle ore 18.59 dalla Jihad islamica, da un cimitero non lontano dall'ospedale. Israele, ha aggiunto, ha anche la registrazione di una conversazione fra uomini di Hamas che confermerebbe il lancio di un razzo difettoso. Poi, il portavoce, ha precisato: l'edificio dell'ospedale ''non è stato colpito'', ma danni sono stati rilevati nel parcheggio esterno, dove sono presenti ''i segni di un incendio''.

Daniel Hagari

Non si hanno, dunque, certezze - al momento - su chi sia il responsabile.

La giornata di ieri, culminata nel sanguinoso attacco, era stata di sostanziale stallo fino alla sera. L'esercito israeliano aveva dichiarato che l'invasione via terra non è necessariamente l'unica opzione. Certo, il lancio dei missili da Gaza non si è mai interrotto in particolare nei dintorni dell'enclave palestinese ma erano stati in gran parte intercettati dall'Iron Dome, il sistema antimissilistico israeliano.

Il valico verso l'Egitto

Ma lo stallo si registrava anche a Rafah, il valico verso l'Egitto, la cui apertura è stata annunciata e smentita diverse volte.


Un freno alle operazioni via terra è costituito anche dalla presenza di 199 ostaggi israeliani e stranieri: sui social è stato diffuso il viso di una ragazza, Maya Sham, di 21 anni che implorava di essere liberata.

Maya Sham

Biden si precipita in Israele: scongiurare escalation

In questa situazione incandescente si inscrive il viaggio del presidente Usa Joe Biden a Tel Aviv, dove è stato accolto dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il tentativo è fermare la pericolosa escalation.

Secondo quanto si è appreso, Biden incontrerà anche le famiglie degli ostaggi Usa presi da Hamas e condotti a Gaza.

Gli Stati Uniti hanno rafforzato la loro presenza militare nel Mediterraneo orientale come "deterrenza contro l'allargamento del conflitto" tra Israele e Hamas schierando due portaerei. Al tempo stesso tempo perseguono la via diplomatica con il segretario di Stato Antony Blinken, che lunedì tornerà in Israele dopo la tappa in Egitto.

A Nord la situazione sta precipitando pericolosamente, prosegue lo scontro con Hezbollah e il lancio di razzi verso la Galilea cui le forze israeliane rispondono con raid mirati: la città israeliana di Metulla lungo il confine Nord è diventata obiettivo di diversi razzi dal Libano ed è stata evacuata. Anche la Cisgiordania è in fiamme.

Le reazioni

Forte la reazione della comunità internazionale. A partire dal mondo arabo e dal presidente palestinese Abu Mazen, che ha cancellato l'incontro previsto ad Amman con Joe Biden e indetto tre giorni di lutto nazionale in Cisgiordania.

“Inquieta il possibile allargamento del conflitto mentre nel mondo tanti fronti bellici sono già aperti”. Lo ha detto il Papa, alla fine dell’udienza generale, parlando di Israele e Palestina. “Tacciano le armi, si ascolti il grido di pace dei poveri, della gente, dei bambini. Fratelli e sorelle – ha sottolineato Francesco – la guerra non risolve alcun problema, semina solo morte e distruzione, aumenta l’odio moltiplica la vendetta. La guerra cancella il futuro”.

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La direttrice generale dell’Unicef Catherine Russell ha fatto sentire la propria voce, dopo l'attacco all'ospedale di Gaza City:

"Sono inorridita dalla notizia della morte e del ferimento di bambini e donne in seguito all’attacco di ieri sera all’ospedale Al Ahli nella Striscia di Gaza. Mentre i dettagli stanno ancora emergendo e i corpi vengono ancora contati, le immagini dal campo sono devastanti. Quanto successo sottolinea l’impatto mortale che la guerra in corso sta avendo sui bambini e sulle famiglie. In soli 11 giorni, centinaia di bambini hanno tragicamente perso la vita, senza contare le morti di oggi, e altre migliaia sono rimaste ferite, oltre a più di 300.000 bambini sfollati dalle loro case. Gli attacchi ai civili e alle infrastrutture civili, come gli ospedali, sono inaccettabili e devono cessare subito. L’Unicef rinnova il suo appello urgente per un’immediata cessazione delle ostilità, garantendo la protezione dei bambini dalle violenze e facilitando l’accesso sicuro e tempestivo degli aiuti umanitari ai bambini che ne hanno bisogno. Ogni bambino, ovunque, merita la pace”.

Sulla medesima linea il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus:

"La situazione a Gaza sta sfuggendo al controllo. Abbiamo bisogno che la violenza da tutte le parti si fermi. Ogni secondo che aspettiamo per far arrivare gli aiuti, perdiamo vite. Abbiamo bisogno di un accesso immediato per iniziare a consegnare l’attrezzatura medica che può salvare le vite".

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