Stesso obiettivo, visioni differenti

Che differenze ci sono tra i piani di pace di Usa ed Europa per l’Ucraina

Entrambi puntano al cessate il fuoco e alla stabilità del continente, ma lo fanno con approcci quasi opposti

Che differenze ci sono tra i piani di pace di Usa ed Europa per l’Ucraina

Nel dibattito sulla futura architettura di sicurezza europea stanno emergendo due documenti che, pur mirando entrambi a fermare la guerra in Ucraina, raccontano due modi molto diversi di immaginare il dopo-conflitto. Come se fossimo di fronte a due fotografie che immortalano lo stesso soggetto, ma da angolazioni differenti.

Da un lato c’è il piano europeo, più politico, misurato e multilaterale; dall’altro la bozza statunitense rivelata da Axios, molto più dettagliata, vincolante e costruita attorno al ruolo centrale di Washington.

I due testi hanno un punto di partenza comune: porre fine alla guerra garantendo la sovranità dell’Ucraina e creando un contesto di stabilità duratura. Ma da qui in avanti divergono in modo significativo.

Una sovranità riconosciuta, ma con garanzie molto diverse

Sia l’UE sia gli Stati Uniti insistono sul riconoscimento pieno della sovranità ucraina e su un accordo di non aggressione che coinvolga Russia, Ucraina e Nato/Europa. È un punto di contatto importante, che segna un terreno minimo condiviso.

Ma la divergenza appare immediata:

  • L’UE lo formula come un principio politico.
  • Gli Usa, invece, costruiscono un vero e proprio sistema di garanzie condizionate — quasi un codice di condotta militare.

Nella bozza americana, la protezione degli Stati Uniti verso l’Ucraina dipende dal comportamento delle parti: se Kiev invade la Russia o lancia un missile contro Mosca senza causa, la garanzia decade; se è Mosca a violare l’accordo, scatta una risposta militare coordinata e il pieno ripristino delle sanzioni globali.

È un approccio molto più giuridico, rigido e contratto rispetto alla formulazione europea.

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Il ruolo della Nato: il vero spartiacque

Il capitolo Nato è forse quello in cui le differenze emergono più chiaramente.

Nel piano UE, la Nato è presente ma non centrale; gli europei evitano di fissare regole formali su espansioni, limiti o impegni costituzionali.

Nel piano USA, al contrario, la Nato diventa un pilastro dell’accordo:

  • no all’ingresso dell’Ucraina per sempre, formalizzato sia nella Costituzione di Kiev sia nello statuto Nato;
  • divieto permanente di future espansioni verso est;
  • nessuna truppa Nato sul suolo ucraino;
  • ma contemporaneamente caccia alleati schierati in Polonia per riequilibrare il dispositivo.

È un equilibrio molto americano: bloccare il fattore scatenante percepito da Mosca (l’espansione Nato) ma mantenere strumenti di deterrenza nell’Europa orientale.

PER APPROFONDIRE: L’Ue cambia idea: salta la controproposta al Piano Trump. I 28 punti rivisti

Forze armate e sicurezza interna: due modelli di contenimento

Entrambi i piani prevedono un limite alla grandezza dell’esercito ucraino, segno che la comunità occidentale considera necessario un controllo strutturale sulle forze armate post-belliche.

La differenza è quantitativa ma significativa:

  • UE: limite a 800.000 militari
  • USA: limite più restrittivo, 600.000.

Il messaggio sottotraccia è chiaro: gli europei vogliono un’Ucraina forte ma integrata nelle istituzioni occidentali; gli americani puntano su un’Ucraina militarmente contenuta, con un sistema di controllo multilivello.

Il nodo territoriale: il punto più divisivo

Il tema territoriale è la frattura più evidente tra le due visioni.

Il piano europeo non riconosce alcuna sovranità russa sui territori occupati; si limita a prevedere negoziati e un congelamento della situazione militare, senza indicare concessioni formali.

La bozza statunitense, invece, entra direttamente nel merito:

  • Crimea, Luhansk e Donetsk vengono riconosciute de facto come russe, anche dagli USA;
  • Kherson e Zaporižžja restano congelate sulle linee del fronte;
  • l’Ucraina si ritira dalla parte di Donetsk che ancora controlla, trasformandola in una zona neutrale;
  • la Russia, in cambio, cede altre aree occupate e accetta limiti alla presenza militare.

Si tratta di un approccio pragmatico e realistico — o, secondo molti analisti, di una concessione sostanziale a Mosca. In ogni caso, segna una distanza abissale dalla posizione europea.

L’ingresso dell’Ucraina nell’UE: la convergenza più chiara

Su questo punto, UE e USA sono perfettamente allineati:

  • l’Ucraina è idonea alla futura adesione;
  • avrà accesso preferenziale al mercato europeo durante il periodo di transizione.

È uno dei pochi capitoli in cui le due visioni coincidono quasi parola per parola.

Ricostruzione: un’Europa multilaterale, un’America industriale

Entrambi i piani immaginano una ricostruzione massiccia e multilivello.
Ma l’impostazione è molto diversa.

Il piano UE punta su:

  • fondi multilaterali
  • infrastrutture
  • innovazione tecnologica
  • risorse naturali
  • programmi coordinati con la Banca Mondiale.

È un approccio classico: ricostruire rafforzando le istituzioni.

La bozza americana è molto più “aziendalista”:

  • 100 miliardi di asset russi congelati saranno investiti direttamente dagli USA
  • Washington prenderà il 50% dei profitti
  • L’Europa aggiungerà altri 100 miliardi
  • il resto degli asset russi alimenterà un fondo congiunto USA-Russia.

Non è solo ricostruzione: è una ristrutturazione dell’economia ucraina orientata al lungo periodo, in cui gli USA diventano investitore, garante e beneficiario.

La Russia nel mondo post-guerra: Europa prudente, America precisa

Entrambi i piani prevedono una reintegrazione graduale della Russia nei circuiti internazionali: revoca delle sanzioni, ritorno ai tavoli multilaterali, rinnovati accordi sulla sicurezza.

Ma il piano americano traccia una rotta molto più definita:

  • cooperazione USA-Russia in energia, IA, Artico, minerali rari;
  • rientro di Mosca nel G8;
  • un gruppo di lavoro bilaterale dedicato alla sicurezza.

L’UE, al contrario, mantiene un approccio più condizionato e politico.

Giustizia, amnistia e memoria: i due piani ai poli opposti

Una differenza evidente riguarda il tema della responsabilità e delle violazioni durante la guerra.

  • Piano UE: nessuna amnistia; le violazioni devono essere affrontate, in linea con la giurisprudenza europea.
  • Piano USA: amnistia totale per tutte le parti, e stop a rivendicazioni future.

È uno dei punti che più mostra la diversa cultura giuridica tra le due sponde dell’Atlantico.

Il “fattore Trump”: entrambi i piani lo prevedono

Curiosamente, sia il documento UE sia quello USA convergono sulla stessa scelta: un Consiglio di Pace presieduto da Donald J. Trump, con poteri di monitoraggio e sanzione.

Segno che entrambe le parti ritengono inevitabile un ruolo centrale della futura amministrazione americana nel garantire l’accordo.

Due strade verso la pace, ma non la stessa pace

Il confronto tra i due piani lascia emergere una matrice comune — sovranità ucraina, cessate il fuoco, ricostruzione, reintegrazione della Russia e garanzie di sicurezza — ma anche differenze profonde.

Il piano UE sembra costruito per:

  • preservare l’equilibrio europeo
  • evitare concessioni territoriali
  • mantenere un approccio multilaterale e istituzionale
  • gestire la ricostruzione in modo cooperativo.

Il piano USA, invece, definisce una soluzione:

  • pragmatica nei confini
  • rigida sulle garanzie
  • economicamente orientata a investimenti americani
  • con un ruolo dominante di Washington nella sicurezza europea.

In altre parole, l’Europa punta alla pace come progetto politico, gli Stati Uniti puntano alla pace come nuova architettura di sicurezza.