GUERRA UCRAINA

Che cosa dice il Piano di pace in 12 punti per l’Ucraina di Keir Starmer

Il piano prevede, come base dei negoziati, il "congelamento del fronte" e lo "stop ai combattimenti", per porre fine alla guerra

Che cosa dice il Piano di pace in 12 punti per l’Ucraina di Keir Starmer

Nel pieno di una nuova fase di tensione tra Washington e Mosca, riaccesa dal test russo del missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik, l’Europa tenta di riportare al centro dell’agenda internazionale la diplomazia. A guidare lo sforzo è il premier britannico Keir Starmer, promotore di un piano di pace in 12 punti per l’Ucraina, ispirato – per metodologia – a quello recentemente lanciato da Donald Trump per Gaza.

L’Europa si compatta: il piano di Starmer

In questo clima teso, i Paesi europei cercano di rilanciare un percorso politico. Il premier britannico Keir Starmer ha proposto un piano in 12 punti che prevede, come base dei negoziati, il “congelamento del fronte” e lo “stop ai combattimenti”, in modo da porre fine alla guerra lungo le attuali linee di battaglia.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, il piano – sostenuto da Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Polonia, Norvegia, Finlandia e dalle istituzioni europee, cui si aggiungeranno Spagna e Svezia – punta a delineare i confini di una pace duratura.

In una dichiarazione congiunta, i leader affermano:

“Siamo uniti nel desiderio di una pace giusta e duratura, che il popolo ucraino merita. Le tattiche dilatorie della Russia mostrano che Kiev è l’unica parte seriamente intenzionata a raggiungere la pace”.

I contenuti del piano

Tra i punti principali della proposta figurano:

  • Rientro dei bambini ucraini deportati e avviati ad adozioni forzate;
  • Scambio di prigionieri di guerra;
  • Garanzie di sicurezza per Kiev;
  • Fondi per la ricostruzione delle aree devastate dal conflitto;
  • Percorso accelerato di adesione all’Unione europea per l’Ucraina;
  • Rimozione graduale delle sanzioni a Mosca, con congelamento dei beni sovrani russi fino al contributo alla ricostruzione;
  • Ripristino immediato delle sanzioni in caso di nuove aggressioni.

Il piano prevede inoltre l’apertura di negoziati sulla governance dei territori occupati, senza tuttavia alcun riconoscimento legale della sovranità russa su di essi. A supervisionare l’attuazione del piano potrebbe essere un comitato di pace presieduto da Donald Trump, una mossa volta a coinvolgere Washington come garante del processo.

Le reazioni

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto disponibile a lavorare alla proposta:

Il piano potrebbe vedere la luce nel giro di una settimana o dieci giorni“, ha dichiarato ad Axios. Tuttavia, ha aggiunto di essere “scettico” sulla disponibilità di Putin ad accettarlo.

Zelensky ha poi avvertito che “le sanzioni sono un’arma, ma servono anche missili a lungo raggio per fermare la Russia“, aggiungendo che “Trump è preoccupato per un’escalation“.

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky

Dall’altra parte, Mosca respinge ogni ottimismo. Il vice ministro degli Esteri Mikhail Galuzin ha definito la politica dei Paesi occidentali “totalmente irresponsabile, aggressiva e senza futuro“, ribadendo che “per risolvere la crisi ucraina bisogna eliminare le cause alla radice“.

A rompere la compattezza europea è il premier ungherese Viktor Orbán, che da Roma ha difeso l’amico Trump e criticato Bruxelles:

L’Unione Europea non conta nulla, abbiamo appaltato agli americani e ai russi la possibilità di risolvere la guerra. L’Europa è fuori dai giochi“.

Orbán ha annunciato l’intenzione di recarsi da Trump per convincerlo a togliere le sanzioni contro la Russia.