POLVERIERA MEDIORIENTE

Capo dell'esercito israeliano: "C'è accordo per gli ostaggi, ora è tutto nelle mani di Netanyahu"

Il premier: "Gli Houthi pagano la loro aggressione. L'intera regione sta imparando la forza e la determinazione di Israele".

Capo dell'esercito israeliano: "C'è accordo per gli ostaggi, ora è tutto nelle mani di Netanyahu"
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La guerra in Medio Oriente si fa sempre più complessa, sospesa tra la nuova possibilità di un accordo sugli ostaggi e l’escalation militare che allarga il fronte del conflitto.

"C'è un accordo per gli ostaggi"

Durante una visita alla base navale di Haifa, il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano (Idf), il generale Eyal Zamir, ha lanciato un messaggio diretto al premier Benjamin Netanyahu.

C’è un accordo sugli ostaggi sul tavolo, dobbiamo accettarlo. L’Idf ha creato le condizioni per un’intesa, ora la questione è nelle mani del primo ministro”.

Eyal Zamir

Zamir ha spiegato che le recenti operazioni hanno raggiunto i loro obiettivi, in particolare l’offensiva “Gideon’s Chariots” contro Hamas a Gaza, che secondo l’Idf avrebbe aumentato la pressione, facilitando la futura liberazione dei prigionieri.

Gli attacchi di Israele in Yemen

Mentre si parla di negoziati sugli ostaggi, Israele ha però intensificato le operazioni anche fuori dai confini di Gaza, lasciando intuire di non avere alcuna intenzione di terminare la guerra.

I raid aerei lanciati sulla capitale yemenita Sana’a, controllata dai ribelli Houthi sostenuti dall’Iran, hanno causato almeno sei morti e 86 feriti, più di venti dei quali in condizioni critiche.

Secondo le autorità locali, i bombardamenti hanno colpito un edificio nel centro città, un deposito di carburante, due centrali elettriche e il palazzo presidenziale.

"Il regime Houthi pagherà prezzo altissimo"

L’Idf ha confermato gli attacchi, spiegando che l’operazione ha avuto come obiettivo un complesso militare usato dagli Houthi e che si è trattato di una risposta ai lanci di missili e droni diretti contro Israele nelle ultime settimane. Il premier Netanyahu ha rivendicato la durezza della risposta israeliana.

"Il regime terroristico Houthi sta imparando a proprie spese che pagherà (e ha già pagato) un prezzo altissimo per la sua aggressione contro Israele”.

Netanyahu: "A Gaza ci sono ancora migliaia di terroristi"
Benjamin Netanyahu

Gli Houthi, dal canto loro, hanno promesso ritorsioni e ribadito la volontà di continuare la lotta fino a quando non cesserà l’aggressione e sarà revocato il blocco di Gaza. L’Iran, alleato strategico del movimento yemenita, ha condannato duramente i raid israeliani, alimentando ulteriormente la tensione regionale.

Il Medio Oriente come una polveriera

Il Medio Oriente appare sempre più una polveriera. Da un lato la pressione militare israeliana cresce su più fronti, dall’altro si moltiplicano le condanne internazionali.

Le parole del generale Zamir offrono uno spiraglio, evocando una possibile svolta diplomatica almeno sul destino degli ostaggi. Ma l’intransigenza del premier Netanyahu e l’allargarsi del conflitto, dal fronte di Gaza a quello yemenita, sembrano allontanare una vera fine delle ostilità.