I bombardieri strategici russi Tu-95MS sono tornati a sorvolare le acque neutrali del Mare di Barents e del Mare di Norvegia in una missione di volo pianificata che, secondo il ministero della Difesa di Mosca, è durata oltre sette ore. I velivoli a lungo raggio, capaci di trasportare armamenti nucleari, sono stati scortati da caccia Su-33 della Marina russa e, in alcune fasi del percorso, anche da aerei da combattimento di Paesi stranieri, segno dell’attenzione crescente della Nato verso le attività militari russe nell’Artico e nei mari del Nord.
“Missioni regolari nel rispetto del diritto internazionale”
Il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Tass, ha precisato che tali missioni avvengono regolarmente e nel rispetto del diritto internazionale. Mosca non ha tuttavia specificato né la data esatta del volo né i Paesi che avrebbero fatto decollare i propri caccia per seguire i bombardieri russi. Negli ultimi mesi, i sorvoli di aerei militari russi su queste aree si sono intensificati parallelamente all’innalzamento delle tensioni con l’Unione europea e con l’Alleanza atlantica.

Episodi simili si sono verificati anche in Asia. Nelle scorse settimane Giappone e Corea del Sud hanno criticato le manovre congiunte di aerei russi e cinesi vicino ai loro territori. Secondo Tokyo, due Tu-95 russi avrebbero volato dal Mar del Giappone per incontrarsi con due bombardieri cinesi H-6 nel Mar Cinese orientale, effettuando poi un volo coordinato attorno all’arcipelago giapponese, costringendo le forze locali a far decollare i propri caccia.
L’Ucraina apre alla zona demilitarizzata nel Donbass
Mentre Mosca mostra i muscoli nei cieli, sul fronte diplomatico emergono segnali contrastanti. L’Ucraina ha aperto per la prima volta alla possibilità di creare una zona demilitarizzata nel Donbass come parte di un piano di pace in 20 punti elaborato nei negoziati con gli Stati Uniti. Il presidente Volodymyr Zelensky ha ipotizzato il ritiro delle truppe ucraine da alcune aree del Donetsk controllate da Kiev, a condizione che la Russia faccia lo stesso su territori di pari estensione, con la creazione di una zona smilitarizzata sotto supervisione internazionale e il via libera della popolazione tramite referendum.

Nel Donetsk, l’area potrebbe includere città strategiche come Kramatorsk e Sloviansk, oggi sotto controllo ucraino. Una concessione che, secondo molti analisti, rischierebbe di offrire a Mosca una base avanzata per future offensive. Non a caso Zelensky ha definito la questione territoriale “il punto più critico” dei negoziati, ammettendo che la proposta potrebbe non bastare a convincere Vladimir Putin, che rivendica l’acquisizione completa del Donbass.
Il piano ucraino prevede anche soluzioni simili per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, attualmente sotto controllo russo. Washington ha proposto un consorzio paritario tra Ucraina e Russia, ma Kiev spinge per una joint venture con gli Stati Uniti, lasciando agli americani la possibilità di coinvolgere Mosca solo indirettamente. Un’ipotesi che Zelensky ha definito “inappropriata e non del tutto realistica” se includesse un ruolo diretto del Cremlino.
Discorso natalizio per Zelensky, Putin non lo terrà
Sul piano politico, Vladimir Putin ha deciso di non tenere nemmeno quest’anno il tradizionale discorso annuale all’Assemblea federale, nonostante l’obbligo costituzionale. Una scelta che alimenta interrogativi sul momento interno del Cremlino e sulle sue priorità strategiche.
Zelensky nel suo discorso natalizio alla nazione ha invece pronunciato parole durissime nei confronti del leader russo. Senza nominarlo esplicitamente, il presidente ucraino ha parlato di un “sogno condiviso” dagli ucraini: “Che muoia“.
Merry Christmas! pic.twitter.com/okj9Yr1bFe
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) December 24, 2025
“Celebriamo il Natale in un momento difficile – le parole di Zelensky -. Purtroppo, non tutti siamo a casa stasera. Purtroppo, non tutti hanno ancora una casa. E purtroppo, non tutti sono con noi stasera. Ma nonostante tutte le sofferenze portate dalla Russia, non è in grado di occupare o bombardare ciò che più conta. Questo è il nostro cuore ucraino, la nostra fiducia reciproca e la nostra unità”, ha detto Zelensky.
“Oggi condividiamo tutti un sogno. Ed esprimiamo un desiderio, per tutti noi. ‘Che muoia’, ognuno di noi potrebbe pensare tra sé e sé. Ma quando ci rivolgiamo a Dio, ovviamente, chiediamo qualcosa di più grande. Chiediamo la pace per l’Ucraina. Lottiamo per essa. E preghiamo per essa. E la meritiamo”, ha detto Zelensky nel suo discorso per la vigilia.
Continuano gli attacchi
Nel frattempo, la guerra continua sul terreno. Nella notte di Natale, giovedì 25 dicembre 2025, le difese aeree russe hanno dichiarato di aver intercettato e distrutto 141 droni ucraini su diverse regioni della Russia, inclusi Bryansk, Tula, Mosca, la Crimea e le acque del Mar d’Azov.
Kiev, dal canto suo, rivendica un attacco con droni al porto russo di Temryuk, nel sud del Paese, che avrebbe provocato incendi in due depositi di petrolio. In Ucraina, due persone sono rimaste ferite in un raid russo con droni nella regione di Sumy, mentre nuovi bombardamenti hanno colpito le infrastrutture portuali di Odessa, causando un morto e diversi feriti.