Bruciò una copia del Corano: Salwan Momika ucciso in diretta social nel giorno della sentenza
Gli agenti lo hanno trovato gravemente ferito da colpi d’arma da fuoco nella sua casa: si ipotizza che fosse in diretta sui social
Salwan Momika, il rifugiato iracheno di 38 anni noto per aver incendiato una copia del Corano nel 2023, è stato assassinato nel suo appartamento a Södertälje, nei pressi di Stoccolma, in Svezia. L’episodio ha avuto luogo nella tarda serata di mercoledì 29 gennaio 2025 e ha portato all’arresto di cinque persone, secondo quanto comunicato dalle autorità svedesi.
Salwan Momika: un’esecuzione a colpi di arma da fuoco
La polizia locale ha ricevuto una segnalazione di spari provenienti da un’abitazione nel quartiere di Hovsjö, intervenendo tempestivamente. All’arrivo, gli agenti hanno trovato Momika gravemente ferito da colpi d’arma da fuoco. L’uomo è stato trasportato d’urgenza in ospedale, ma i medici non hanno potuto salvarlo.
Secondo quanto riportato dai media svedesi, il delitto potrebbe essere stato trasmesso in diretta sui social media, con alcune fonti che suggeriscono che l'omicidio sia stato catturato in video.
Poco dopo, sempre durante la notte, la polizia ha arrestato 5 persone.
Un caso che scuote la Svezia
Il nome di Salwan Momika aveva guadagnato notorietà internazionale il 28 giugno 2023, quando, davanti alla principale moschea di Stoccolma, bruciò una copia del Corano. L’episodio scatenò forti reazioni nel mondo islamico, con proteste in vari Paesi e tensioni diplomatiche che complicarono il percorso della Svezia verso l’adesione alla NATO.
Le autorità svedesi avevano successivamente avviato un procedimento legale nei suoi confronti con l’accusa di “istigazione contro un gruppo etnico o nazionale” per la profanazione del testo sacro dell’Islam. La sentenza era attesa proprio per il 3 febbraio 2025, ma il tribunale di Stoccolma ha annunciato di aver rinviato la decisione a seguito della conferma del decesso di Momika.
“Poiché è stato confermato che uno degli imputati è deceduto, la sentenza deve essere adattata al fatto che non è possibile condannare una persona morta”, si legge nel comunicato ufficiale della Corte distrettuale.
Dopo la notizia dell’omicidio, Salwan Najem, anch’egli accusato nel medesimo procedimento, ha scritto un messaggio inquietante sul proprio profilo X: “Il prossimo sono io”, accompagnando il post con un articolo sulla morte di Momika.
Momika, originario dell'Iraq, aveva ricevuto nel maggio scorso un permesso di soggiorno temporaneo in Svezia, valido per un anno. La sua figura controversa aveva diviso l’opinione pubblica, con alcuni che lo consideravano un provocatore e altri che vedevano in lui un simbolo della libertà di espressione.