PROSEGUONO LE INDAGINI

Bondi Beach, 59 capi d’accusa per l’attentatore. Primi funerali a Sidney

"La nostra comunità ha sofferto, è il nostro 7 ottobre", le parole del rabbino Yehoram Ulman al funerale del suocero Eli Schlanger

Bondi Beach, 59 capi d’accusa per l’attentatore. Primi funerali a Sidney

La polizia australiana ha formalizzato 59 capi d’accusa nei confronti di Naveed Akram, 24 anni, ritenuto uno dei due responsabili dell’attentato di Bondi Beach, a Sydney (Australia), che ha provocato 15 vittime durante le celebrazioni ebraiche di Hanukkah. Secondo le autorità, la strage è stata compiuta dal giovane insieme al padre Sajid Akram, 50 anni, rimasto ucciso nella sparatoria con la polizia intervenuta sul posto.

I 59 capi d’accusa: “Attacco ispirato all’ISIS”

Tra le imputazioni contestate a Naveed Akram figurano un capo d’accusa per terrorismo, 15 per omicidio e 40 ulteriori imputazioni per lesioni personali gravi con intento di omicidio. A queste si aggiungono accuse per uso di arma da fuoco, possesso e collocazione di esplosivi e per l’esposizione pubblica del simbolo di un’organizzazione terroristica proibita. La polizia del Nuovo Galles del Sud ha dichiarato che in tribunale sosterrà che l’uomo ha tenuto una condotta che ha causato morti e feriti gravi, mettendo in pericolo vite umane “per promuovere una causa religiosa e incutere timore nella comunità”.

Alcuni frame della sparatoria a Bondi Beach

Gli investigatori affermano che i primi indizi indicano un attacco terroristico ispirato dall’ISIS, organizzazione inserita nell’elenco dei gruppi terroristici in Australia. Nell’auto intestata a Naveed e parcheggiata vicino alla spiaggia sono state trovate due bandiere artigianali dello Stato Islamico e ordigni esplosivi, elementi che hanno orientato le indagini. Le autorità stanno inoltre verificando eventuali legami internazionali, anche alla luce di un recente viaggio nel sud delle Filippine; da Manila, una portavoce della presidenza ha dichiarato che non vi sono prove che il Paese sia stato utilizzato per addestrare terroristi.

A sinistra uno degli attentatori, a destra il fruttivendolo eroe

Ferito gravemente durante l’intervento delle forze dell’ordine, Naveed Akram è sopravvissuto ed è uscito dal coma nelle scorse ore. Resta ricoverato in ospedale sotto stretta sorveglianza e comparirà davanti al giudice in videocollegamento. Le autorità hanno spiegato che sarà interrogato una volta esaurito l’effetto dei farmaci.

I primi funerali delle vittime: “È il nostro 7 ottobre”

Nel frattempo, Sydney ha iniziato a dare l’ultimo saluto alle vittime. Si sono svolti i primi funerali, segnati da una profonda commozione. Particolarmente partecipate le esequie del rabbino Eli Schlanger, 41 anni, padre di cinque figlie organizzatore dell’evento “Chanukkah by the Sea” durante il quale è avvenuto l’attentato. Avvolta in un velluto nero, la bara è stata trasportata nella sinagoga di Bondi, alla presenza di una folla numerosa, tra cui politici e autorità. Nel corso della cerimonia, preghiere in ebraico e in inglese sono state lette da diversi rabbini.

Eli Schlager

La nostra comunità ha sofferto, è il nostro 7 ottobre. In proporzione, ecco cos’è. Tante persone e tanti legami con questo posto, tanto dolore, tanta tragedia. E che dire delle persone che sono ancora in ospedale, in fase di recupero?”, ha detto il rabbino Yehoram Ulman, suocero di Schlanger, rivolgendosi ai presenti.

Un appello a non avere paura di celebrare pubblicamente la propria fede ha accompagnato l’annuncio di una fiaccolata in concomitanza con l’ultima notte di Hanukkah.

Tra le 15 vittime figurano anche una bambina di 10 anni, due sopravvissuti all’Olocausto e una coppia di sposi, uccisi mentre tentavano di sventare l’attacco. Oltre 20 persone risultano ancora ricoverate per ferite da arma da fuoco. Nei prossimi giorni sono previsti altri funerali, tra cui quello del rabbino Yaakov Levitan, 39 anni.

Dalla Casa Bianca, durante un ricevimento per Hanukkah, è arrivato l’appello a una lotta globale contro il terrorismo islamico, mentre in Australia le indagini proseguono per chiarire ogni aspetto dell’attacco. Intanto, la città di Sydney si stringe attorno alle famiglie colpite, tra lacrime, preghiere e la promessa di non farsi intimidire.