Battaglia finale nel Donbass: la Russia condanna a morte due combattenti britannici
Se Putin dovesse conquistare la città di Severodonetsk, prima si imporrebbe nella Repubblica di Lugansk, poi avrebbe strada libera per assediare quella di Donetsk.
Nel Donbass, le regioni di Donetsk e Lugansk, la guerra tra Russia e Ucraina potrebbe giungere al suo epilogo. A darne notizia è stato direttamente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sottolineando che la città di Severodonetsk rappresenta "l'epicentro dello scontro nella regione sud-orientale dell'Ucraina".
"La battaglia sarà l'atto che deciderà la sorte del nostro Donbass".
La caduta della città consentirà a Putin di affermarsi nell'intera repubblica di Lugansk. Raggiunto questo obiettivo, il Cremlino sarebbe pronto a concentrare tutte le forze nella conquista totale del Donbass.
Nel frattempo, ha preso il centro dell'attenzione mediatica una notizia giunta da Donetsk: qui la corte suprema della sedicente Repubblica Popolare ha condannato a morte i "mercenari" britannici Aiden Aslin e Shaun Pinner, insieme al cittadino marocchino Saaudun Brahim che combattevano tra le fila degli ucraini. Per loro è prevista la fucilazione.
La battaglia a Severodonetsk deciderà le sorti del Donbass
Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ne è consapevole: la battaglia nella città di Severodonetsk sarà decisiva per le sorti del Donbass, la regione sud-orientale dell'Ucraina dove si trovano le Repubbliche di Donetsk e Lugansk, riconosciute come indipendenti dai russi e da dove ha avuto inizio questo lunghissimo conflitto bellico.
"La città orientale di Severodonetsk sarà l'epicentro dello scontro nel Donbass - ha dichiarato mercoledì sera Zelensky - Questa è una battaglia molto feroce ed è una delle più difficili della guerra. Sono grato a tutti coloro che difendono la città. Il destino del nostro Donbass si sta decidendo lì".
A Severodonetsk si deciderà l'integrità territoriale dell'Ucraina: la caduta della città, infatti, consentirà a Putin di avere pieno controllo dell'intera repubblica di Lugansk. Una volta raggiunto questo obiettivo militare, il Cremlino sposterà tutta l'attenzione verso la conquista totale del Donbass con offensive verso Donetsk, repubblica nella quale gli ucraini hanno controllo su circa metà del territorio.
Il modus operandi dell'attacco russo riprende pari pari quello adottato per far cadere Mariupol: bombardamenti continui sulla città di Severodonetsk e graduale avanzata delle truppe via terra. Come affermato dagli ucraini, la superiorità di Mosca sta nel grande quantitativo di armi a disposizione, considerato dieci volte superiore a quello del nemico. Nonostante ciò i soldati ucraini continuano a resistere: a Severodonetsk, tuttavia, si contano circa 15mila civili intrappolati che non riescono a lasciare la città a causa dei bombardamenti.
L'Ucraina sta perdendo in prima linea: "Dipendiamo dall'Occidente"
Nel corso delle ultime ore, infine, il vice capo dell'Intelligence militare ucraina, Vadym Skibitsky ha dichiarato che l'Ucraina sta perdendo contro la Russia in prima linea e che ora dipende quasi esclusivamente dalle armi provenienti dall'Occidente per tenere a bada l'avanzata di Mosca:
"Questa è ormai una guerra di artiglieria – ha spiegato parlando al "Guardian" -. I fronti sono ora il luogo in cui si deciderà il futuro e stiamo perdendo in termini di artiglieria. Tutto ora dipende da ciò che l'Occidente ci dà".
Cosa succede se Putin conquista il Donbass
La conquista del Donbass da parte di Putin aprirà la strada a tre possibili scenari:
- Il più "ottimistico" è che il presidente russo, una volta avuto il pieno controllo sul Donbass, possa dichiarare il raggiungimento dell'obiettivo della guerra e decidere di sedersi al tavolo delle trattative.
- Il secondo scenario è che possa spingersi verso Odessa per poi puntare alla Transinistria, regione separatista filo-russa in Moldavia.
- L'ultimo prevede nuove mire del Cremlino su Kiev, la capitale alla quale i russi hanno rinunciato nelle prime fasi della guerra.
La Russia condanna a morte due combattenti britannici
La notizia principale che però sta tenendo banco nel corso di queste ultime ore al centro dell'opinione pubblica riguarda la condanna a morte da parte della corte suprema della Repubblica Popolare di Donetsk di due "mercenari" britannici e di un cittadino marocchino: Aiden Aslin, 28 anni, del Nottinghamshire e Shaun Pinner, 48 anni, del Bedfordshire, insieme a Saaudun Brahim, saranno fucilati perché hanno combattuto per l'esercito ucraino. A darne notizia sono state le agenzie russe.
IL VIDEO:
⚡️⚡️⚡️The so-called "#DPR" court sentenced to the death penalty foreign servicemen who took part in military actions as part of the Armed Forces of #Ukraine.#British citizens Sean Pinner and Aiden Aslin and #Moroccan Saadoun Brahim were sentenced to death by firing squad. pic.twitter.com/xqg1r8fsml
— NEXTA (@nexta_tv) June 9, 2022
I militari britannici, accusati di essere mercenari dai filorussi, in realtà, come dichiarato dalle famiglie, sarebbero soldati dell'esercito ucraino. Aslin è un membro arruolato tra le truppe ucraine essendosi trasferito lì nel 2018. Anche Pinner ha confermato di farne parte. Questo status dovrebbe garantire ad entrambi la protezione ai sensi della Convenzione di Ginevra.
Le autorità e i media sostenuti dal Cremlino, tuttavia, li hanno definiti "mercenari", accusandoli di essere coinvolti in "attività terroristiche". Aslin e Pinner, arresisi lo scorso aprile a Mariupol, sono membri in servizio delle forze armate ucraine ed il Regno Unito ha chiarito che sono da considerarsi prigionieri di guerra.
Quella pronunciata ieri, giovedì 9 giugno 2022, dalla corte di Donetsk, istituita da militanti sostenuti da Mosca che si sono impadroniti del territorio nel 2014 e non riconosciuta internazionalmente, è la sentenza di primo grado contro la quale gli imputati potranno fare appello. Hanno tempo fino a un mese. Lo stesso tribunale, secondo quanto riporta la Tass, ha affermato che i "mercenari" britannici e marocchino condannati a morte hanno il diritto di chiedere la grazia.
Il governo britannico è profondamente preoccupato
Sulla vicenda dei due soldati britannici, il governo del Regno Unito si è detto "profondamente preoccupato":
"Abbiamo detto continuamente che i prigionieri di guerra non dovrebbero essere sfruttati per scopi politici. Sapete che ai sensi della Convenzione di Ginevra i prigionieri di guerra hanno diritto all'immunità e non dovrebbero essere perseguiti per partecipazione alle ostilità. Quindi continueremo a lavorare con le autorità ucraine per cercare di ottenere il rilascio di tutti i cittadini britannici che prestano servizio nelle forze armate ucraine e che sono detenuti come prigionieri di guerra".
Il surreale dibattito sulla tv russa
Intanto, sulla televisione di Stato russa, l'oramai celebre conduttore pro-Putin Vladimir Solovyov ha intrattenuto con alcuni ospiti un dibattito surreale sulle sorti dei prigionieri. Minuti in cui in studio si è discusso se fosse più giusto fucilarli o impiccarli.
IL VIDEO: