Assaltato centro aiuti a Rafah, la popolazione di Gaza è ormai alla disperazione
La folla, più di un migliaio di persone, dispersa dagli spari dei soldati israeliani. L'Onu: "Scene strazianti"
La fame ha superato la paura. In una scena che l’Onu ha definito straziante e disumana, migliaia di palestinesi disperati hanno assaltato martedì 27 maggio 2025 un centro di distribuzione alimentare a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.
Gestito dalla controversa Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sostenuta da Israele e Stati Uniti, il centro è divenuto teatro di caos, panico e violenza quando le forze israeliane hanno sparato colpi in aria per disperdere la folla.
Assalto centro aiuti a Rafah: "Eravamo affamati"
“Eravamo affamati. Volevamo solo prendere qualcosa da mangiare. Poi hanno sparato”, ha raccontato uno sfollato.
Ma nonostante gli spari e il pericolo, alcuni hanno continuato a cercare tra le scatole di viveri, spinti da una fame che ha ormai cancellato ogni timore.
Il filmato con la disperata corsa ai viveri dei palestinesi:
Il centro di Rafah è uno dei quattro poli annunciati da Israele per la distribuzione dei nuovi aiuti nella Striscia. La gestione della GHF è però duramente contestata dalla comunità umanitaria internazionale che la accusa di essere un braccio operativo del governo israeliano per raggiungere obiettivi militari travestiti da missioni umanitarie.
Israele apre il fuoco, scene strazianti
La Gaza Humanitarian Foundation, da parte sua, ha incolpato “i blocchi stradali imposti da Hamas” per i ritardi, ma le immagini del centro preso d’assalto dimostrano che la situazione è fuori controllo.
Nel frattempo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ammesso “una momentanea perdita di controllo” da parte dell’esercito che ha confermato di aver “sparato colpi di avvertimento” all’esterno del complesso.
Dichiarazioni senza valore perché le immagini giunte da Rafah raccontano una realtà talmente grave che in alcun modo può essere giustificata. “Scene strazianti”, ha commentato Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite.

Sulla questione sono intervenuti anche gli Usa, non per condannare la scena ma paradossalmente per difendere l'operato della GHF e per definire le critiche dell’Onu “il massimo dell’ipocrisia”.
79 palestinesi uccisi in un giorno
Per quanto riguarda i bombardamenti, i numeri parlano chiaro. Solo nelle ultime 24 ore, secondo il ministero della Sanità palestinese, almeno 79 persone sono morte sotto le bombe israeliane, mentre i feriti sono stati 169.
Dall’inizio della nuova ondata di bombardamenti, il 18 marzo, le vittime sono almeno 3.901. Il bilancio totale della guerra supera ora i 54mila morti e 123mila feriti. A livello diplomatico, Tel Aviv appare sempre più sola e dopo mesi di cautela, l’Unione Europea ha definitivamente rotto il silenzio.
La condanna dell'Unione Europea
“L’espansione delle operazioni militari israeliane a Gaza che colpiscono infrastrutture civili, comprese scuole e rifugi, è abominevole”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Una condanna pesante, che segna una svolta nei rapporti tra Bruxelles e Israele. Anche la Germania, per la prima volta dopo la Shoah, ha compiuto un passo ancora drastico.
Il cancelliere Friedrich Merz ha affermato: “L’operato di Israele non può più essere giustificato”.
Cresce il disagio europeo per l’offensiva israeliana che secondo il Times of Israel, punta ora ad occupare il 75% del territorio della Striscia entro due mesi, confinando i palestinesi in tre piccole aree.