Aria di tregua a Istanbul? I russi ripiegano e assicurano: no atomiche e no attacchi a Paesi Nato
Putin potrebbe addirittura accettare l'ingresso dell'Ucraina nella Ue, malgrado Zelensky parli di neutralità.
Dopo 34 lunghissimi giorni dall'inizio del conflitto bellico tra Russia ed Ucraina, all'orizzonte pare ora intravedersi un piccolo spiraglio per una tregua. Le delegazioni dei due Paesi in guerra, a seguito del fallimento dei primi tentativi di diplomazia, si stanno confrontando ad Istanbul in Turchia per portare avanti i negoziati e giungere alla risoluzione dello scontro armato che si sta trascinando dietro solo morte e devastazione. Presente ai colloqui negoziali anche Roman Abramovich, oligarca russo, ex presidente del Chelsea che ad inizio marzo è stato vittima di un tentato avvelenamento. Al momento, comunque, il presidente ucraino Zelensky si dice pronto ad accettare lo status di neutralità, mentre Putin sarebbe disposto ad accettare che Kiev aderisca all'Unione Europea a patto che rimanga militarmente non allineata.
Mentre le delegazioni di Russia ed Ucraina si stanno trovando vis a vis per trattare, sul campo la guerra continua ad infervorare: gli ucraini hanno annunciato di aver rimandato indietro di 40-60 chilometri le truppe russe dirette a varie città ad est, sudest e nordest e di avere resistito ai bombardamenti. Per quanto riguarda il fronte russo, invece, nelle ultime ore hanno fatto eco le parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov:
"Non useremo armi nucleari, non attaccheremo Paesi Nato".
Aria di tregua a Istanbul?
Dopo due settimane di silenzio, Russia ed Ucraina sono tornate a confrontarsi faccia a faccia. Palcoscenico delle negoziazioni è oggi Palazzo Dolmabahce ad Istanbul, capitale della Turchia. Il presidente turco Tayyip Recep Erdogan si è assunto la responsabilità di fare da intermediario tra la delegazione ucraina e quella russa nel tentativo di far giungere le due compagine alla definitiva risoluzione di un conflitto che si sta trascinando ormai da 34 giorni solo morte e devastazione.
"Arrivare alla pace e al cessate il fuoco il prima possibile sarà beneficio per entrambe le parti".
Queste, in sintesi, sono state le parole con cui Erdogan ha accolte le delegazioni in conflitto. Nonostante entrambe le parti abbiano legittime preoccupazioni, ha ribadito il leader turco, è ora necessario "porre fine a tutta questa tragedia". Erdogan ha infine affermato che sia il presidente ucraino Volodomyr Zelensky sia il presidente russo Vladimir Putin sono "amici preziosi" e che progressi nei negoziati aprirebbero la strada all'incontro tra i leader, che la Turchia potrebbe ospitare.
"Una pace giusta non avrà un perdente e la continuazione del conflitto non giova a nessuno. In un momento così critico...mi auguro che i nostri incontri e le nostre discussioni siano di buon auspicio per i vostri Paesi, per la nostra regione e per tutta l'umanità".
Tra i delegati russi, inoltre, sta presenziando all'incontro anche l'oligarca russo Roman Abramovich. Sul suo conto, nel corso delle ultime ore è stata resa nota la notizia che ad inizio marzo l'ex presidente del Chelsea è stato vittima di un tentativo di avvelenamento.
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, nel corso della giornata di ieri, lunedì 28 marzo 2022, sui colloqui negoziali ha sottolineato:
"Non stiamo commerciando persone, terra o sovranità. L'obiettivo minimo saranno i corridoi umanitari e quello massimo il raggiungimento di un accordo su un cessate il fuoco".
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Con la speranza che dai negoziati in Turchia possa uscire qualcosa di positivo nei termini di una risoluzione della guerra, nel frattempo, sul campo di battaglia in Ucraina, lo scontro armato sta proseguendo senza esclusione di colpi. Le forze di Difesa ucraine hanno annunciato nella 34/a notte di guerra di avere rimandato indietro di 40-60 chilometri le truppe russe dirette a varie città ad est, sudest e nordest e di avere resistito ai bombardamenti. L'esercito ucraino ha respinto in totale sette attacchi russi nelle ultime 24 ore distruggendo 12 carri armati e 10 veicoli da combattimento di Mosca.
Da segnalare, invece, le parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rilasciate in una lunga intervista all’emittente pubblica Usa Pbs:
"L'Occidente, con le sanzioni, ha dichiarato una guerra economica contro la Russia che deve ora adattarsi a queste nuove condizioni piuttosto ostili. Nonostante ciò nessuno in Russia sta prendendo in considerazione l'idea di usare armi nucleari né ha in programma di attaccare nessun paese della Nato. Se non ci sarà un atto reciproco, se non ce lo fanno fare, non possiamo pensarci e non vogliamo pensarci".
Al momento, comunque, l'Ucraina sta valutando di accettare lo status di neutralità mentre la Russia non chiederebbe più che l'Ucraina venga "denazificata" ed è pronta a lasciare che Kiev aderisca all'Ue a patto che rimanga militarmente non allineata.