Dopo i recenti episodi in Polonia ed Estonia, l’attenzione si sposta ancora più a nord: questa volta sono Danimarca e Norvegia a lanciare l’allarme per la presenza di droni sospetti nei loro cieli.
Nella serata di lunedì 22 settembre 2025, l’aeroporto di Copenaghen è stato costretto a chiudere temporaneamente a causa del sorvolo di alcuni velivoli non identificati. Poche ore dopo, anche lo scalo di Oslo ha adottato la stessa misura per motivi di sicurezza. La tensione in Europa, già alimentata dalle recenti incursioni russe, cresce ulteriormente.
Il presidente ucraino, Zelensky: “Sono i russi”, ma le autorità locali sono caute.
Ancora droni su cieli Ue: stavolta tocca a Danimarca e Norvegia
È stato un pomeriggio di caos nei cieli danesi quando, secondo le ricostruzioni della polizia, tra tre e quattro droni di grandi dimensioni hanno iniziato a sorvolare lo spazio aereo dell’aeroporto di Copenaghen. I velivoli, entrati e usciti più volte dall’area di competenza dello scalo, hanno provocato la cancellazione di circa cinquanta voli e la deviazione di altri settanta, dirottati in diversi aeroporti danesi e svedesi, compresi quelli di Malmö e Göteborg.
L’aeroporto di Kastrup, il più grande della Danimarca, ha interrotto le proprie attività intorno alle 20:30 per poi riaprire solamente verso l’una di notte. Nel frattempo, centinaia di passeggeri sono rimasti bloccati all’interno del terminal, tra lunghe attese e code agli sportelli.
🇳🇴 FOOTAGE EMERGES OF MASSIVE DRONE THAT PARALYZED NORDIC AIRPORTS
Norwegian state media released video of the large, unidentified drones that shut down Copenhagen and Oslo airports Monday night.
The footage shows what forced 50+ flight diversions across the Nordic region… https://t.co/n9L1a3pecw pic.twitter.com/Vxed6yEKj0
— Mario Nawfal (@MarioNawfal) September 23, 2025
Le autorità danesi non hanno tentato di abbattere i droni, che hanno lasciato autonomamente l’area. Il vice ispettore di polizia Jakob Hansen ha dichiarato che non è ancora chiaro di che tipo di velivoli si trattasse né quale fosse la loro provenienza. La polizia ha avviato un’indagine congiunta con il PET, i servizi di intelligence danesi, e con le forze armate nazionali. Hansen ha spiegato che l’allarme è scattato in seguito a una notifica ricevuta dall’ente Naviair, responsabile del controllo del traffico aereo.
A sottolineare la gravità dell’episodio, l’ispettore Jens Jespersen ha evidenziato che le caratteristiche del sorvolo – numero dei droni, dimensioni, rotte e durata – indicano la presenza di operatori altamente competenti. Non è stato tuttavia chiarito a chi possano essere attribuite tali manovre.
Indagini su possibili collegamenti
La situazione non ha riguardato soltanto la Danimarca. Nelle ore successive, anche l’aeroporto di Oslo è stato costretto a sospendere il traffico aereo per circa tre ore, dopo l’avvistamento di almeno due droni nei pressi della pista di atterraggio. Lo spazio aereo norvegese è stato riaperto poco dopo le 3 di notte, ma la chiusura ha causato la cancellazione di dodici voli. Le autorità norvegesi e danesi hanno avviato un coordinamento per verificare se i due episodi siano collegati.
Zelensky: “Violazione russe”
Sul piano politico, la vicenda ha immediatamente suscitato reazioni. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenendo sui social, ha attribuito la responsabilità di queste violazioni alla Russia, sottolineando che senza una risposta decisa da parte dei Paesi alleati e delle istituzioni internazionali, tali provocazioni continueranno.
Зустрівся з директоркою-розпорядницею Міжнародного валютного фонду Крісталіною Георгієвою у Нью-Йорку.
Обговорили можливості для використання заморожених російських активів на користь України та всі можливі варіанти співпраці, зокрема й нову програму, спрямовану на підтримку… pic.twitter.com/95BebdJSXe
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) September 23, 2025
La difesa comune
L’episodio ha inoltre riacceso il dibattito europeo sulla difesa comune. In Lituania si moltiplicano gli appelli per includere l’Ucraina nei piani del cosiddetto “muro di droni”, una barriera tecnologica da schierare lungo i confini orientali della NATO. Secondo analisti e funzionari, le recenti incursioni hanno messo in evidenza le debolezze nella capacità europea di contrastare minacce di questo tipo, soprattutto considerando i costi elevati degli attuali sistemi di difesa aerea utilizzati contro velivoli spesso molto meno costosi.