nuova mattanza

Ancora bombe sull'Ucraina, nella notte almeno venti morti

Attacchi russi nelle regioni di Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk, colpito anche un penitenziario

Ancora bombe sull'Ucraina, nella notte almeno venti morti
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La guerra in Ucraina entra nel suo 1.252° giorno con una nuova, drammatica escalation: almeno 20 civili ucraini sono stati uccisi e 43 feriti nella notte tra lunedì 28 e martedì 29 luglio 2025, a causa di una serie di attacchi russi sferrati contro le regioni sud-orientali di Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk.

Missili e droni: l’attacco notturno russo

Secondo quanto riferito dalle autorità ucraine, le forze armate russe hanno colpito durante la notte con due missili balistici Iskander-M e 37 droni di vari tipi, tra cui i micidiali droni kamikaze Shahed. L’attacco ha preso di mira diverse aree nel nord e nell’est dell’Ucraina.

L’Aeronautica militare ucraina, tramite un comunicato su Telegram, ha spiegato che le difese aeree sono riuscite ad abbattere o neutralizzare con sistemi di guerra elettronica 32 dei 37 droni lanciati. Tuttavia, cinque droni e due missili sono riusciti a colpire tre località, provocando ingenti danni e vittime. In due di queste località, si sono verificate cadute di detriti dei droni distrutti, che hanno ulteriormente aggravato la situazione.

Fra gli obiettivi colpiti c'è la città di Kamianske, nella regione di Dnipro. Secondo l'agenzia Ukrinform, oltre a obiettivi civili, sono state colpite strutture ospedaliere, aggravando il bilancio umano. In questo singolo attacco, due persone sono morte e cinque sono rimaste ferite.

Il capo dello staff presidenziale ucraino, Andriy Yermak, ha definito l’attacco “un altro crimine di guerra dei russi”, sottolineando l’intensificarsi degli assalti contro infrastrutture civili.

Reazione russa: attacco con droni ucraini provoca un morto

Mentre Kiev contava i suoi morti, Mosca ha riferito la morte di un civile russo in seguito a un attacco con droni lanciato dall’Ucraina. A darne notizia è stata l’agenzia France Presse, specificando che l’attacco ha colpito un’area non precisata del territorio russo. La dinamica è ancora in fase di verifica da parte delle autorità locali.

Trump lancia un ultimatum a Putin: “10-12 giorni per la pace”

Nel pieno di questa nuova ondata di violenze, si inserisce la dichiarazione del presidente americano Donald Trump, che lunedì 28 luglio ha lanciato un clamoroso ultimatum al presidente russo Vladimir Putin: entro 10-12 giorni Mosca dovrà avviare un processo di pace, altrimenti gli Stati Uniti imporranno nuove e severe sanzioni.


Il messaggio è stato accolto con favore dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha pubblicamente lodato la fermezza del tycoon:

“Una posizione chiara e una forte determinazione da parte del presidente Trump al momento giusto, quando molto può ancora cambiare con la forza a favore di una vera pace”.

Zelensky ha ribadito l’impegno del suo governo:

“L’Ucraina resta fedele alla causa della pace e lavorerà fianco a fianco con gli Stati Uniti per garantire la sicurezza, la forza e la prosperità di entrambi i nostri popoli”.

Mosca reagisce: Medvedev parla di minaccia diretta

Le parole di Trump hanno però scatenato una dura reazione a Mosca. Il vice segretario del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha pubblicato un messaggio fortemente polemico:

“Ogni ultimatum di Trump alla Russia è un passo verso la guerra con gli Stati Uniti”.