FINALMENTE

Accordo fra Hamas e Israele, 5 Stelle e Avs contro Tajani e l'immunità a Netanyahu

Alla presa d'atto della tregua non mancano all'appello puntuali le polemiche

Accordo fra Hamas e Israele, 5 Stelle e Avs contro Tajani e l'immunità a Netanyahu
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Tra Israele e Hamas è arrivata la tregua. Finalmente. Ma reggerà?

Nella conta dei danni (oltre a quella che quotidianamente arrivava su morti e feriti), un dato è già incredibilmente emblematico: per tornare alla normalità, per ricostruire e ripristinare tutto quello che è stato distrutto (immagine di copertina) serviranno almeno 14 anni.

La gente nelle strade a festeggiare la tregua

E alla presa d'atto della tregua non mancano però all'appello puntuali le polemiche, che coinvolgono anche l'Italia attraverso le dichiarazioni del vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani e del suo collega di Governo, il Ministro alla Giustizia Carlo Nordio.

La notizia che tutti aspettavamo: finalmente la tregua

Come detto, dopo lunghe trattative, è arrivata la fumata bianca per il cessate il fuoco a Gaza.

L’intesa, che ha visto l'importante mediazione del Qatar che ne ha illustrato i contenuti attraverso il primo ministro Mohammed Al Thani, prevede che la tregua inizi domenica 19 gennaio.

Il primo ministro del Qatar Mohammed Al Thani

Il cessate il fuoco prevede una prima fase di 42 giorni nell'arco dei quali saranno liberati 33 ostaggi israeliani e circa mille detenuti palestinesi.

Gli ostaggi israeliani

I primi ostaggi dovrebbero essere liberati proprio già dalla giornata di domenica.

Si tratta di bambini, donne, anziani e malati che dovrebbero essere liberati gradualmente appunto in 42 giorni.

Altri quattro dovrebbero poter tornare a casa una settimana dopo, altri tre in quella successiva e altrettanti al ventunesimo giorno.

Nell'ultima settimana della prima fase è infine prevista la liberazione di ulteriori 14 rapiti.

Gli ostaggi palestinesi

Israele invece avrebbe accettato di rilasciare almeno 1000 prigionieri palestinesi, anche se il numero complessivo, secondo alcune fonti, potrebbe arrivare fino a 1.650.

Su una cosa Israele è stato però irremovibile: non sarà infatti liberato Marwan Barghouti, il leader della prima Intifada condannato a vita.

Ma non solo. Netanyahu ha anche detto no alla richiesta di riavere il corpo di Yahya Sinwar, il leader di Hamas ucciso a ottobre.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

Gli altri punti dell'intesa

Dagli ostaggi ai punti più strategici e di "contenuto" geopolitico della tregua.

Riguardo la presenza di Israele nella Striscia, l'accordo prevede un graduale ritiro delle forze armate dai centri abitati durante la prima fase, mentre ai civili palestinesi di Gaza sarà consentito di tornare nel nord.

A vigilare sulla concretizzazione dell'intesa saranno Qatar, Egitto e Stati Uniti. Oltre a un monitoraggio internazionale a più ampio respiro, in primis con la partecipazione e la presenza della Croce Rossa.

Le reazioni: la soddisfazione di Trump

E mentre la gente è scesa in piazza a festeggiare, sono subito arrivate le prime reazioni dal mondo.

Il presidente Usa Donald Trump

In particolare dagli Stati Uniti dove il neo presidente Donald Trump (che aveva minacciato di scatenare l'inferno se Hamas non avesse rilasciato gli ostaggi) ha manifestato tutta la sua soddisfazione:

"Questo epico accordo di cessate il fuoco sarebbe potuto avvenire solo grazie alla nostra vittoria storica di novembre, poiché ha segnalato a tutto il mondo che la mia amministrazione avrebbe cercato la pace e negoziato accordi per garantire la sicurezza di tutti gli americani e dei nostri alleati. Sono entusiasta che gli ostaggi americani e israeliani torneranno a casa per riunirsi con le loro famiglie e i loro cari".

E ancora:

"Con questo accordo in atto, la mia squadra di Sicurezza Nazionale, attraverso gli sforzi dell'inviato speciale in Medio Oriente, Steve Witkoff, continuerà a lavorare a stretto contatto con Israele e i nostri alleati per assicurarsi che Gaza non diventi mai più un porto sicuro per i terroristi. Continueremo a promuovere la pace attraverso la forza in tutta la regione, mentre costruiamo lo slancio di questo cessate il fuoco per espandere ulteriormente gli accordi storici di Abramo. Questo è solo l'inizio di grandi cose in arrivo per l'America, e per il mondo!"
Insomma Trump si è intestato subito il successo con un post su X, bruciando l'annuncio della liberazione degli ostaggi. Dopo due ore, Joe Biden ha illustrato i dettagli, dopo mesi di negoziato, ammette un gioco di squadra con lo staff di Trump: "Gli Stati Uniti hanno usato una sola voce". Quando  lo incalza un cronista prima di uscire - "Ma il merito è suo o di Trump? -  la risposta è: "Non scherziamo, su..."

Le reazioni dall'Italia

Ma sono le reazioni dall'Italia che al momento stanno facendo discutere e sollevando polemiche. In particolare per la presa di posizione dei due ministri Tajani e Nordio. 
Perché, a precisa domanda, il nostro vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani circa l'atteggiamento dell'Italia nei confronti di Benyamin Netanyahu qualora venisse nel nostro Paese e a fronte del mandato di cattura della corte penale internazionale, ha commentato:
Antonio Tajani, ministro degli Ester, vicepremier e segretario di FI
Antonio Tajani, ministro degli Ester, vicepremier e segretario di FI
"Mi pare che è tutto molto chiaro, ci sono delle immunità e le immunità vanno rispettate. Pronti a inviare un contingente militare a Gaza per favorire il processo di pace".
A supportare questa posizione ci sarebbe stato un colloquio che lo stesso Netanyahu ha avuto proprio con Tajani e il Ministro Nordio.

Matteo Salvini Parla su X di un primo traguardo storico ancora prima degli insediamento, elogiando Trump.

Esultano anche le opposizioni:

“Finalmente - dice Elly Schlein - anche se la pace arriva tardi e non cancella il massacro di 50.000 civili. Si appurino le responsabilità e i crimini di guerra, che lo stato di Palestina venga riconosciuto”.

Il leader del MoVimento 5 Stelle Giuseppe Conte definisce ignobili le parole di Tajani definendo il premier israeliano “criminale di guerra”.

“Ora la comunità internazionale non continui a girare la testa dall'altra parte", è l'invito di Avs, che con Bonelli ritiene “di una gravità inaudita le rassicurazioni date dall’Italia sul Netanyahu al ministro degli Esteri israeliano”

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