MELONI VA A RIAD

A Parigi Ue compatta su appoggio a Kiev, ma divisa sull'invio di truppe di peace keeping (Francia e Inghilterra a favore, Germania contro)

Attesa per il vertice Usa-Russia. La premier italiana: "La guerra l'abbiamo pagata tutti, serve più inclusione"

A Parigi Ue compatta su appoggio a Kiev, ma divisa sull'invio di truppe di peace keeping (Francia e Inghilterra a favore, Germania contro)
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"Oggi a Parigi abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso la forza".

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha riassunto così il vertice sulla sicurezza convocato a Parigi dal presidente Emmanuel Macron e andato in scena nel tardo pomeriggio di lunedì 17 febbraio 2025.

Il vertice all'Eliseo: Europa compatta

Un incontro di circa tre ore a cui hanno partecipato capi di governo di Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Spagna, Olanda, Danimarca e ovviamente Francia, assieme ai vertici dell'UE.

Il vertice a Parigi

"Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità, integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico della sua intera quota di assistenza militare all'Ucraina. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un rafforzamento della difesa in Europa".

Queste le parole di von der Leyen sul proprio profilo X al termine dell'incontro, a rimarcare una compattezza dell'Europa nel voler rafforzare le difese e dare il proprio appoggio a Kiev, con  l'esigenza di garantire una pace giusta e di proteggere l'Ucraina.

Il segnale espresso è che le trattative per la pace non dovranno essere solo una questione tra Stati Uniti e Russia ma dovranno vedere coinvolta anche l'Europa. Una intesa arrivata sui principi generali appena elencati ma non totale sui temi trattati. Fra le spaccature ad esempio vi è quella sull'invio di truppe di peace keeping.

Spaccatura sull'invio delle truppe di peace keeping

Sull'invio delle truppe di pace a Kiev si è espresso in maniera fortemente contraria il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il quale ha spiegato come "non può esserci una pace imposta come un diktat che l'Ucraina deve accettare". "Il Paese deve percorrere la sua strada nell'Unione europea, deve poter difendere la sua democrazia e la propria sovranità. L'Ucraina può fidarsi di noi perché continueremo a sostenerla. Al momento però è altamente inappropriato e prematuro discutere dell'invio di truppe".

Olaf Scholz

Sulla stessa lunghezza d'onda anche il primo ministro polacco Tusk ("Non abbiamo intenzione di inviare soldati polacchi nel territorio ucraino"), così come a frenare sono anche Spagna ("È prematuro", avrebbe detto il premier spagnolo Pedro Sánchez) e Italia ("Esploriamo altre strade e coinvolgiamo gli Stati Uniti", le parole di Meloni sul tema).

Chi invece non ha dubbi sono Regno Unito e Francia, le quali - secondo il Washington Post - sarebbero pronte ad inviare una forza di 25-30 mila uomini, dei quali 10 mila francesi e il resto britannici e di altri Paesi. Come il primo ministro inglese Starmer la pensa anche la Svezia, assente però all'incontro.

La critica per l'assenza di alcuni Paesi

Tra i temi a tenere banco a margine del vertice di Parigi, proprio l'assenza di tanti Paesi appartenenti all'Unione Europea, specialmente quelli prossimi geograficamente al conflitto, non invitati dal presidente Macron (mentre era presente il Regno Unito, forte della sua potenza militare). Incluso con una telefonata il presidente Trump, rimasto a colloquio con Macron circa venti minuti.

All'Eliseo con il presidente francese erano presenti il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro britannico Keir Starmer, la premier Giorgia Meloni, il polacco Donald Tusk, lo spagnolo Pedro Sanchez, l'olandese Dick Schoof e la danese Mette Frederiksen, oltre alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, al presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa e al segretario generale della Nato Mark Rutte.

A criticare l'incontro in particolare è stata l'Ungheria. "I leader europei che sostengono la guerra e sono contrari a Trump si riuniscono oggi a Parigi per bloccare gli sforzi di pace in Ucraina", ha dichiarato il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó. Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, "l'era della politica interventista è finita" ha detto Szijjártó. "A differenza di coloro che si riuniscono a Parigi, che hanno alimentato l'escalation per tre anni, noi sosteniamo gli sforzi di pace". A ciò si è allineata poi anche la Slovenia.

La premier Meloni invoca l'inclusione

Per l'Italia, come detto, ha partecipato la premier Giorgia Meloni. Secondo quanto trapelato al termine dell'incontro di Parigi, Meloni avrebbe espresso le sue perplessità riguardo all'esclusione di tanti Paesi, in special modo appunto quelli più esposti al rischio di estensione del conflitto, ed aprendo invece all'inclusione visto che "la guerra in Ucraina l'abbiamo pagata tutti".

Giorgia Meloni

L'Italia si è comunque allineata sulle garanzie di sicurezza per l'Ucraina, la base per garantire ogni negoziato, mentre si è staccata dall'ipotesi che prevede il dispiegamento di soldati europei in Ucraina, considerata opzione "complessa e meno efficace". Meloni avrebbe invece consigliato di esplorare altre strade, puntando specialmente sul coinvolgimento degli Stati Uniti.

Secondo la premier l'Europa dovrà concentrarsi sul difendere la sicurezza, i confini e i cittadini. "Non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi", avrebbe detto Meloni.

Attesa per il vertice Usa-Russia

Martedì 18 febbraio 2025 è il giorno dell'atteso incontro tra i rappresentanti di Usa e Russia a Riad, capitale dell'Arabia Saudita, dove arriverà anche il presidente ucraino Zelensky. Gli Stati Uniti però, hanno frenato su un possibile negoziato di pace sulla guerra in Ucraina, indicando l'incontro come utile principalmente a "ripristinare le relazioni russo-americane".

Donald Trump e Vladimir Putin

"Non credo che debba essere visto come qualcosa di dettagliato o come un passo verso una sorta di negoziato - ha dichiarato ai giornalisti la portavoce del Dipartimento di Stato Tammy Bruce -. Questo è il seguito della conversazione iniziale tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente Donald Trump, per capire se il primo passo è possibile, quali sono gli interessi, se la situazione può essere gestita”, ha ribadito Bruce.

È chiaro comunque che - anche se non è possibile parlare di vero e proprio negoziato - i colloqui tra funzionari statunitensi e russi ai quali parteciperanno il Segretario di Stato Marco Rubio, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca Mike Waltz e l'inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff, sarà un passo per determinare se i russi sono seriamente intenzionati a trattare per la pace.

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