Medio Oriente

27enne israeliano scrive sul Muro del Pianto "Olocausto a Gaza" e viene arrestato. Raffica di diserzioni

Nuovi raid israeliani hanno colpito la Striscia nella notte uccidendo nove palestinesi, per Macron l'occupazione è un disastro annunciato

27enne israeliano scrive sul Muro del Pianto "Olocausto a Gaza" e viene arrestato. Raffica di diserzioni
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Davanti a uno dei luoghi più sacri dell’ebraismo, un plateale atto di protesta arriva da un israeliano. Anche molti israeliani non approvano ciò che il loro premier Netanyahu sta facendo a Gaza e mentre aumentano le diserzioni tra le fila dell'esercito di Tel Aviv e il mondo condanna l'occupazione della Striscia, i palestinesi continuano a morire.

27enne israeliano sul Muro del Pianto: "Olocausto a Gaza"

Ha 27 anni, è israeliano e vive a Gerusalemme il ragazzo arrestato per aver scritto con una vernice spray “C'è un Olocausto a Gaza” sulla sezione di preghiera mista del Muro del Pianto, luogo sacro presente nella parte meridionale della città.

Il Muro del Pianto a Gerusalemme

Secondo quanto riferito dalla polizia israeliana, è affetto da “gravi problemi mentali” e avrebbe confessato. La stessa scritta, sempre tracciata in ebraico, è comparsa anche sulla facciata della Grande Sinagoga di Gerusalemme, accompagnata da una frase: “Tutto ciò che è pubblicato è una menzogna”.

Pochi giorni prima, era stato fermato a Tel Aviv per aver imbrattato la foto di un soldato caduto.

Cresce il numero di disertori nell'esercito

"Chi è capace di contaminare le pietre con calunnie antisemite malate ha dimenticato cosa significa essere ebreo. Chiedo alla polizia israeliana di rivoltare ogni pietra per trovarli", ha dichiarato il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich.

Il rabbino del Muro Shmuel Rabinovitch, ha dichiarato invece che un luogo sacro non è un luogo in cui esprimere protesta. Ma che un israeliano sia arrivato a tanto, è indice di un malcontento crescente tra il popolo di Israele che condanna sempre di più il governo di Netanyahu.

Mentre le tensioni sociali si riflettono anche nei luoghi sacri, l’esercito israeliano deve fare i conti con un allarme diserzioni e un calo di motivazione. Secondo stime interne, per occupare stabilmente la Striscia di Gaza servirebbero almeno 250 mila soldati, un numero distante anni luce dalla disponibilità reale.

"È un compito impossibile"

Dopo l’impennata di arruolamenti seguita agli attacchi del 7 ottobre, la partecipazione è crollata: agli ultimi richiami, solo il 35-40% dei riservisti si è presentato e meno della metà di questi ha accettato un secondo turno a Gaza. Pesano le assenze prolungate da casa e la perdita del lavoro. Molti hanno divorziato e interrotto studi, progetti di vita.

"Stanno caricando i nostri soldati di un compito impossibile, mettendoli al centro di una crisi umanitaria irrisolvibile", denuncia il generale Moshe Dayan.

Pesante anche il commento del tenente colonnello Peter Lerner.

"Occupare Gaza a tempo indeterminato significherebbe diventare il carceriere di un altro popolo, con costi umani e finanziari enormi".

Macron: "Disastro annunciato"

Ma come ben sappiamo, le scelte del governo Netanyahu suscitano condanne soprattutto fuori da Israele. Il presidente francese Emmanuel Macron ha definito l’occupazione di Gaza un disastro annunciato e ha proposto una missione di stabilizzazione sotto mandato Onu per proteggere i civili e sostenere una governance palestinese.

"La Francia vuole agire per la sicurezza di Israele, la liberazione degli ostaggi, la ripresa delle azioni umanitarie e il sostegno alle popolazioni palestinesi", ha dichiarato.

A Parigi il vertice dei "volenterosi", Macron: "L’Ucraina è il cuore della sicurezza europea"
Il presidente francese Emmanuel Macron

La condanna delle Nazioni Unite

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres è intervenuto di recente sulla questione e ha condannato l’uccisione di giornalisti di Al Jazeera in un attacco aereo israeliano.

A far innervosire ancora di più Guterres, e non solo, è stato il tentativo di Tel Aviv di giustificare le uccisioni. Israele ha infatti dichiarato che Anas al-Sharif, uno dei cronisti uccisi, era un terrorista a capo di una cellula di Hamas, affermazione che non trova riscontro con la realtà.

Sui giornalisti uccisi, le Nazioni Unite, avvieranno “un’indagine indipendente e imparziale”. Secondo il suo portavoce, almeno 242 operatori dei media sono stati uccisi dall’inizio della guerra.

Il segretario generale Onu Antonio Guterres

Nove palestinesi uccisi nella notte

E continua nel frattempo a morire anche la gente comune. Nella notte tra lunedì 11 e martedì 12 agosto 2025, nuovi raid israeliani hanno colpito la Striscia di Gaza uccidendo nove palestinesi.

Cinque sfollati sono deceduti a Khan Younis in seguito al bombardamento di una tenda. Altre quattro persone sono state uccise a Gaza City, nei pressi della moschea al-Faruq.

Hamas al Cairo per evitare l'occupazione

La speranza di raggiungere una tregua si fa così molto lontana. Hamas, dal canto suo, ha inviato una sua delegazione al Cairo. Il tentativo è quello di appianare le divergenze che impediscono di arrivare al cessate il fuoco a Gaza.

Sono in corso intense comunicazioni per arrivare a una nuova proposta in due fasi: un primo accordo parziale con una tregua di almeno sessanta giorni garantita da Stati Uniti e comunità internazionale seguito poi dall’attuazione di un accordo globale che prevederebbe uno scambio di prigionieri su larga scala.

Da Canale 12 di Israele fanno sapere che si stanno compiendo sforzi significativi per rilanciare la proposta Witkoff prima che Netanyahu metta in atto il devastante piano di occupazione della Striscia.