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Un bonus per chi si sposa in chiesa: di cosa si tratta e come funziona

Scopo dell'agevolazione proposta dalla Lega è combattere la “diminuzione della nuzialità”, soprattutto tra i più giovani

Un bonus per chi si sposa in chiesa: di cosa si tratta e come funziona
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È in fase di analisi in Commissione Finanze della Camera dei Deputati la proposta di Legge sul bonus per i matrimoni religiosi, proposta avanzata dal Deputato della Lega, Domenico Furgiuele, nel 2022.

Scopo dell'agevolazione proposta dalla Lega è combattere la “diminuzione della nuzialità”, soprattutto tra i più giovani. Secondo i Deputati promotori, le ragioni che allontanano le giovani coppie dall’altare e che le portano a prendere in considerazione solo ed esclusivamente il matrimonio civile sono anche economici.

Vediamo, in caso di approvazione, in cosa consiste l'agevolazione, come fruirne, quali spese saranno detraibili e tutti i dettagli.

Bonus Matrimonio 2024

L'agevolazione dovrebbe conferire la possibilità di detrazione IRPEF del 20% delle spese sostenute per il matrimonio, fino a un massimo di 20.000 euro, dalle coppie under 35 che si sposano con un rito religioso e rispettano determinati limiti ISEE.

Il bonus spetterebbe, nel dettaglio, alle coppie di con meno di 35 anni di età che contraggono matrimonio religioso e che sono in possesso di: cittadinanza italiana da almeno 10 anni; un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), riferito al reddito dichiarato all’anno precedente, non superiore a 23.000 euro a coppia, ovvero non superiore a 11.500 euro a persona.

Inoltre, l’aiuto spetta solo in caso di “matrimonio religioso”, ossia quello celebrato in chiesa o presso uno specifico luogo di culto. I matrimoni civili restano al palo.

si sposa e muore il giorno stesso

La detrazione del bonus per il matrimonio religioso funziona come “sconto” sull’IRPEF dovuta, che viene riconosciuto in fase di dichiarazione dei redditi.

Nello specifico, la detrazione proposta del 20% si calcola sull’importo massimo di 20.000 euro da ripartire tra gli aventi diritto in 5 quote annuali di pari importo. Tali spese potrebbero poi essere “scaricate” nella dichiarazione dei redditi (come già avviene per le spese detraibili nel modello 730 2024).

Tracciabilità

Ai fini del riconoscimento del bonus occorre, poi, effettuare i pagamenti delle spese con bonifico oppure con carta di debito o di credito. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

E qui arriva la domanda: la proposta di legge, per come è stata strutturata, sembra rivolgersi a coloro che vogliono celebrare il matrimonio presso una chiesa cattolica. Però, in realtà, nel testo non ci sono esclusioni rispetto ad altre religioni. Bisognerà vedere in che modo le Commissioni parlamentari prenderanno in esame e modificheranno il testo per capire come realmente sarà applicato.

Elenco spese detraibili

Le spese detraibili ammesse al bonus nozze proposto sono quelle documentate e connesse alla celebrazione del matrimonio religioso nel territorio dello Stato italiano, quali:

Passatoia e libretti, addobbi floreali, abiti per gli sposi, servizio di ristorazione, acconciatura, servizio fotografico.

Entrata in vigore

Il bonus matrimonio religioso entrerà in vigore se la proposta di legge sarà approvata dai due rami del Parlamento e pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

Per adesso, il testo è ancora al vaglio della Commissione Finanze della Camera ed è in attesa del parere delle Commissioni Affari Costituzionali, Giustizia e Bilancio. Potrebbe arrivare entro la fine del 2024.

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