Un fiume in piena. Nelle scorse ore, Donald Trump, durante un evento nello studio Ovale della Casa Bianca ha tuonato:
“Faremo appello alla Corte suprema, chiediamo una decisione rapida, Se l’amministrazione Trump perdesse il ricorso alla Corte Suprema sui dazi sarebbe un disastro economico.
Il presidente ha aggiunto che gli Stati Uniti verrebbero maltrattati e “derisi dagli altri paesi” se non riuscissero a mantenere le tariffe.
“Se ce li portano via potremmo finire come un Paese del terzo mondo”, ha aggiunto il tycoon.
Trump: “Se perdiamo il ricorso sui dazi potremmo finire come un Paese del terzo mondo”
Il presidente Usa insiste nel sottolineare gli effetti positivi dei dazi a livello geopolitico:
“Ho messo fine a sette guerre e molte di quelle guerre erano per motivi commerciali, e molti degli accordi che ho fatto sono per i dazi. Ti danno una grande capacità di negoziare”. The Donald prosegue come un fiume in piena: “Se quell’abilità ci fosse tolta da una corte liberale, che agisce essenzialmente su richiesta di nazioni straniere che chiedono aiuto al governo degli Stati Uniti quando loro ci fanno questo da 40 anni, il governo non potrebbe ridurre migliaia di miliardi di debito”.
La sentenza
La Corte d’appello federale ha stabilito che Donald Trump ha abusato dei poteri previsti dall’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) del 1977, imponendo dazi a quasi tutti i partner commerciali senza l’approvazione del Congresso.
La decisione, approvata con sette voti favorevoli e quattro contrari, afferma che il ricorso all’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) non giustifica l’imposizione unilaterale di tariffe commerciali. La legge, spiegano i giudici, concede al presidente strumenti ampi per reagire a emergenze nazionali, ma “nessuna disposizione include il potere di imporre dazi o tasse”.
Nonostante la bocciatura, la Corte ha stabilito che i dazi resteranno in vigore fino al 14 ottobre, per dare tempo all’amministrazione di presentare ricorso alla Corte Suprema. Se la decisione venisse confermata, gli Stati Uniti potrebbero essere costretti a rimborsare miliardi di dollari di tariffe già incassate e verrebbero messi in discussione accordi commerciali con partner chiave come Unione Europea, Giappone, Corea del Sud, Cina, Canada e Messico.