Tim e WindTre alzano le tariffe: quando arriva la stangata
I costi saranno regolati sulla base dell'inflazione
L'inflazione non risparmia più quasi nessun settore: in linea con gli aumenti galoppanti anche due big della telefonia nostrana annunciano rincari: Tim e WindTre hanno reso noto, in via ufficiale, che modificheranno i costi delle proprie tariffe addebitando agli utenti una serie di rialzi automatici a partire dal 2024.
Entrambe le compagnie hanno dunque dato seguito alle anticipazioni arrivate alla fine dello scorso anno, dopo mesi in cui, nonostante l’aumento dei costi di gestione, erano riuscite a non modificare al rialzo le tariffe delle bollette.
Tim: gli aumenti previsti
Come avverranno i rialzi e quando verranno comunicati? Tim ha spiegato che pubblicherà sul proprio sito la comunicazione precisa degli aumenti previsti con almeno trenta giorni di anticipo rispetto alla loro data effettiva di applicazione. Non solo, però: la variazione del canone mensile delle offerte sarà comunicata direttamente ai singoli clienti attraverso un sms, l’indirizzo mail fornito alla compagnia e l’app MyTim. In mancanza di questi mezzi, l’avviso sarà riportato in fattura.
“I cambiamenti dello scenario macroeconomico recentemente intervenuti, con particolare riferimento ai costi energetici e delle materie prime - si legge sul sito di Tim -, incidono negativamente sull’equilibrio economico dei servizi forniti da Tim, rendendo quindi necessario, così come avvenuto in altri settori dell’economia italiana, prevedere un meccanismo predeterminato di adeguamento annuale dei prezzi praticati ai clienti finali”.
Per questo motivo, il canone mensile delle offerte Internet senza limiti premium, Tutto premium e Smart premium sarà incrementato di anno in anno in misura percentuale pari all’indice di inflazione (Ipca) rilevato dall’Istat maggiorato del 3,5%. Non si terrà conto di eventuali valori negativi dell’indice stesso e l’aumento non potrà comunque essere maggiore del 10%. La variazione dei canoni mensili delle offerte sarà effettiva dall’1 aprile di ogni anno e sarà riferita al valore dell’Ipca dell’anno precedente. A meno di eventuali passi indietro da parte della compagnia, il primo rialzo prenderà dunque corpo il 1 aprile 2024 in base all’indice di inflazione rilevato per l’anno solare 2023.
E per far capire che non c'è margine di contrattazione, il colosso chiarisce:
“I clienti che non intendano accettare la variazione contrattuale sopra indicata hanno il diritto di recedere dal contratto o di passare ad altro operatore, senza penali né costi di disattivazione, dandone comunicazione entro il 31 marzo 2023”.
La posizione di WindTre
Dello stesso tenore l'annuncio di WindTre, anche in questo caso comunicato ufficialmente sul proprio sito: dal 1 febbraio 2023 si attiverà la cosiddetta clausola Istat, per via della quale i costi mensili per i clienti saliranno in base all’inflazione. La clausola sarà attiva da gennaio 2024. Accettandola, i clienti prenderanno atto che proprio da quella data “in caso di variazione annua positiva dell’indice nazionale dei prezzi al consumo Foi rilevata da Istat nel mese di ottobre dell’anno precedente, WindTre ha titolo di aumentare il prezzo mensile del servizio di un importo percentuale pari alla variazione di tale indice o comunque pari almeno al 5% ove tale variazione fosse inferiore a detta percentuale”.
Le polemiche
Come era prevedibile non si sono fatte attendere le reazioni, furiose, delle associazioni dei consumatori. Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Udicon sono sul piede di guerra, definendo la decisione delle due aziende come una scelta:
"Del tutto arbitraria e a nostro avviso vessatoria, che limita fortemente la libera scelta del consumatore di disdire senza costi il contratto,. Tale pratica - prosegue la nota - impone agli utenti, già vittime di rincari diffusi in tutti i settori, un’interpretazione arbitraria delle regole, che squilibra il mercato delle telecomunicazioni, provocando danni in tutto il comparto. Quello delle comunicazioni è un settore vitale per il Paese: riveste un ruolo strategico nello sviluppo, nella democrazia, nonché si configura come un servizio universale e quindi indispensabile per i cittadini e per i consumatori, per questo richiede un’attenzione particolare e scelte strategiche nell’interesse dell’intera collettività”.
Arriva dunque la richiesta di un confronto ad un tavolo tecnico con le compagnie.