Dopo essere stato più volte invocato, il 2022 potrebbe essere l’anno del tanto atteso taglio dell’Irpef. Il Governo nella manovra ha stanziato una cifra attorno agli 8 milioni di euro destinata al taglio delle tasse e una delle ipotesi sul tavolo è proprio la riduzione del balzello in busta paga. Dunque – se la scelta dovesse effettivamente essere questa – si prevedono aumenti nello stipendio sino a 540 euro. Ma non per tutti. E soprattutto, non per chi guadagna meno…
Taglio dell’Irpef: ci guadagna… chi guadagna di più
Il taglio dell’Irpef è una delle quattro opzioni sul tavolo. Le altre sono il taglio dell’Irap, la riduzione del cuneo fiscale sulle aziende che assumono o un mix tra i tre interventi.
Ma come si configurerà, nel caso il Governo scelga questa strada, abbassando di due punti percentuali l’Irpef, dal 38 al 36%? A beneficiarne, come ha spiegato in un’intervista al Corriere Massimo Braghin, consigliere nazionale dell’Ordine dei Consulenti sul lavoro con delega alla fiscalità, saranno coloro che hanno un reddito che già supera i 28.000 euro all’anno.
Qualche dato per capirci qualcosa in più
Oggi l’imposta lorda è determinata applicando aliquote che vanno dal 23% al 43% in maniera progressiva: il 23% sui primi 15.000, il 27% da 15.000,01 a 28.000 euro, il 38% da 28.000,01 a 55.000 euro, il 41% da 55.000,01 a 75.000 euro, il 43% per i redditi oltre i 75.000 euro. Va da sé dunque che le prime due fasce – quelle cioè dei lavoratori che guadagnano meno – non trarrebbero alcun vantaggio dalla manovra.
Per fare un esempio pratico, dunque, chi ha un reddito di 50.000 euro vedrà il suo carico fiscale ridotto di 440 euro, chi supera i 55.000 di 540, tetto massimo ammissibile.
Quando si saprà
Al momento siamo ancora nel campo delle ipotesi. L’Esecutivo sta ancora valutando il da farsi e dunque ogni opzione è sul tavolo. Sarà un emendamento del Governo, ma scritto d’intesa con il Parlamento, a determinare nel dettaglio come verrà usata la dote di 8 miliardi. E il provvedimento è atteso nelle prossime settimane.