Superbonus, Poste riapre la cessione del credito. Cosa succede ora
La proroga della scadenza (solo per le villette) al 31 dicembre 2023 sblocca il mercato
Il Decreto Omnibus riapre le porte del Superbonus 110. E la reazione è subito positiva: Poste Italiane riapre la cessione dei crediti a partire da ottobre 2023. Lo comunica l'azienda in una nota dove spiega che “l'acquisizione dei crediti sarà rivolta esclusivamente alle persone fisiche e limitata alle cosiddette prime cessioni per un ammontare massimo di 50mila euro”.
Superbonus: riparte la cessione del credito
Attenzione però, non riguarda tutti quanti. Il Governo ha infatti stabilito una proroga della scadenza, che passa dal 30 settembre al 31 dicembre 2023 per gli immobili unifamiliari, le villette per capirci, che potranno dunque ancora godere del rimborso delle spese al 110%.
Non cambia nulla, dunque, sul fronte dei requisiti per accedere al contributo: a beneficiare della proroga saranno i contribuenti che, alla data del 30 settembre 2022, risultano aver perfezionato almeno il 30% dell’intervento complessivo e che quindi potranno sfruttare la possibilità di ultimare il tutto entro la fine dell’anno, mantenendo il Superbonus con aliquota del 110%.
Resta da capire ora se oltre a Poste Italiane anche altri operatori del settore bancario (che però in questo momento, con la tassazione degli extraprofitti contenuta anch'essa nel decreto licenziato dal Governo prima della pausa estiva sono in tutt'altre faccende affaccendati) possano sbloccare la cessione del credito.
Superbonus: investimenti per 83 miliardi
Arriva a quasi 83 miliardi l'importo degli investimenti ammessi a detrazione attraverso il Superbonus 110%, per un totale di 421.995 edifici. L'Enea ha comunicato infatti i dati aggiornati al 31 luglio 2023 certificando un aumento rispetto all'importo di giugno (79,9 miliardi).
Il totale degli investimenti, informa l'Agenzia, ammonta a 84,3 miliardi di euro, mentre l'ammontare degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione è pari a 67,8 miliardi (pari all'81,8% dei lavori realizzati). Le detrazioni maturate per i lavori conclusi sono arrivate a 74,2 miliardi.