Superbonus lavoro: sgravi fino al 130% per chi assume (ma devono aumentare i contratti a tempo indeterminato)
Si profila, inoltre, il "Bonus Befana" da 100 euro per alcune fasce di lavoratori
Sarebbe pronto il decreto interministeriale che apre le porte alla super deduzione sulle assunzioni, come previsto dal primo stadio della riforma fiscale delineata nel Decreto Legislativo 216 del 2023.
La maxi deduzione (sul decreto Mef-Lavoro si aspetta la firma del ministro Calderone ) è stata presentata, a Palazzo Chigi, nel nuovo faccia a faccia tra la premier, Giorgia Meloni e i sindacati, convocati per l’illustrazione del decreto Coesione, ribattezzato Primo Maggio, che sarà esaminato dal Cdm martedì 30 aprile 2024, e che prevede una forte spinta sul lavoro.
Superbonus per chi assume: sgravi fiscali fino al 130%
La misura, che consente una deduzione del costo del lavoro fino al 120% (con un aumento al 130% per specifiche categorie di lavoratori, quali giovani, donne e coloro già beneficiari del reddito di cittadinanza), è estesa a tutte le imprese e ai lavoratori autonomi, indipendentemente dalla loro struttura societaria.
Il Def di aprile ha stimato che circa 380.000 imprese potrebbero beneficiare di questo nuovo incentivo al lavoro stabile, che sostituisce alcuni incentivi assunzionali scaduti nel dicembre precedente.
Il progetto di decreto, composto da sei articoli, stabilisce i beneficiari della maggiorazione, che includono società di capitali, enti non commerciali (solo per i nuovi assunti utilizzati nell'attività commerciale), società di persone, imprese individuali, società ed enti non residenti che operano nel territorio italiano tramite una stabile organizzazione, nonché esercenti di arti e professioni.
Tuttavia, sono esclusi i soggetti non titolari di reddito d'impresa, come gli imprenditori agricoli e coloro che svolgono attività commerciali in modo occasionale. Inoltre, l'agevolazione non si applica a società o enti in liquidazione ordinaria o soggetti a procedure di liquidazione giudiziale a causa di crisi aziendali.
I requisiti
Per poter beneficiare della super deduzione, i soggetti interessati devono aver esercitato effettivamente l'attività nei 365 giorni precedenti il primo giorno del periodo d'imposta successivo a quello che termina il 31 dicembre 2023. Deve anche verificarsi un incremento occupazionale, con un aumento del numero di lavoratori a tempo indeterminato rispetto al periodo precedente.
L'impatto di questa misura è già tangibile, come indicato dall'incremento degli occupati registrato dall'Istat a febbraio (+142.000 lavoratori permanenti).
Il Cdm
Il Consiglio dei Ministri esaminerà la bozza nella giornata di martedì 30 aprile 2024. Si punta a destinare 43 miliardi di euro alle politiche del lavoro, sociali e di sostegno alle imprese, ampliando il raggio d'azione su scala nazionale.
L'obiettivo, come rimarcato da Meloni al tavolo con i sindacati, è quello di continuare a sostenere la crescita dell'occupazione, la riduzione della disoccupazione e degli inattivi, ovvero di coloro che non hanno un lavoro e neppure lo cercano, per farli rientrare nel mercato. E anche di difendere il potere d'acquisto delle famiglie e dei lavoratori, "segnatamente quelli più esposti".
In particolare, per il lavoro sono in arrivo misure per sostenere l'occupazione dei giovani, delle donne e di alcune categorie di lavoratori svantaggiati: con la riduzione degli oneri contributivi per i nuovi assunti per due anni. Accanto a queste sono previste disposizioni ad hoc per favorire l'avvio di nuove attività distinte per il Centro-Nord e il Mezzogiorno, spiega la premier. E inoltre si fanno spazio "azioni per riqualificare" i lavoratori di grandi imprese in crisi per favorire l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro.
"Bonus Befana"
Si profila la possibilità di un'indennità di 100 euro per i lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 28mila euro con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico. Da qualcuno già definito "bonus Befana".
Si ragiona, infine, su un restyling dei premi di produttività a partire dal 2025, dando più spazio alla contrattazione collettiva.