La fine dell’anno segnerà l’uscita di scena definitiva del Superbonus, l’incentivo più discusso degli ultimi anni, al centro di scontri politici e di un complesso dibattito pubblico. Ma se l’agevolazione si avvia alla conclusione, la sua eredità è tutt’altro che chiusa: prende infatti il via una lunga fase di controlli, accertamenti e possibili recuperi fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Secondo le analisi de Il Sole 24 Ore, dopo aver passato al setaccio imprese, professionisti e intermediari finanziari, ora il Fisco sposta l’attenzione su condomini e cittadini, anche quando questi hanno agito in piena buona fede.
La “beffa” del Superbonus: il rischio ricade sui beneficiari
Negli ultimi mesi l’amministrazione finanziaria ha intensificato le verifiche sui crediti agevolativi, con l’obiettivo dichiarato di individuare situazioni a rischio: lavori non completati, asseverazioni irregolari, documentazione incompleta o discordante, materiali consegnati ma non installati, e soprattutto errori negli Stati di avanzamento lavori (SAL).
La normativa attuale è molto chiara: se il requisito principale dell’ex 110% non è rispettato, cioè il miglioramento di almeno due classi energetiche, l’intera detrazione decade e il Fisco può richiedere la restituzione del credito, con l’aggiunta di sanzioni e interessi.
Il problema è che, in assenza di frodi evidenti, la responsabilità fiscale ricade sui beneficiari, cioè i condomini e i singoli proprietari, anche se i problemi derivano da errori tecnici o amministrativi.
Lavori incompleti: 138mila condomini a rischio
Il nodo dei cantieri non conclusi è il più diffuso.
Secondo l’ultimo rapporto ENEA, sono 138.719 gli edifici condominiali con lavori ancora aperti o non conformi ai requisiti.
Se questi interventi non raggiungeranno gli obiettivi energetici previsti:
- il bonus verrà revocato,
- l’Agenzia delle Entrate potrà avviare il recupero del credito,
- i condomini dovranno rimborsare le somme già utilizzate, in alcuni casi rilevanti.
Per molte famiglie, il rischio concreto è di vedere azzerati i benefici ottenuti, ritrovandosi a sostenere una spesa imprevista di svariate migliaia di euro.
Irregolarità tecniche e documentali: perché il condominio paga
Un altro fronte particolarmente delicato riguarda le asseverazioni tecniche e i SAL.
Emergono spesso differenze tra quanto dichiarato nei documenti e quanto realizzato realmente:
- materiali acquistati e inseriti nei SAL ma non installati in tempo;
- interventi dichiarati ma non conformi alle specifiche;
- errori nelle certificazioni energetiche o nella rendicontazione.
Sebbene negli ultimi decreti siano state rafforzate le responsabilità dei tecnici, il principio fiscale rimane lo stesso: la decadenza del beneficio colpisce il committente, ossia il condominio.
Sanzioni, interessi e recuperi: cosa può succedere ora
In caso di irregolarità accertata, l’Agenzia delle Entrate può:
- revocare il bonus;
- richiedere la restituzione del credito d’imposta già utilizzato;
- applicare sanzioni pari al 25% del credito illegittimamente compensato;
- aggiungere interessi di mora.
Il pagamento avviene in un’unica soluzione, una stangata che può superare di molto il valore del beneficio iniziale.
L’unica alternativa per contestare l’accertamento è il ricorso legale, con costi elevati e tempi molto lunghi.
Una lunga stagione di controlli: cosa aspettarsi nei prossimi anni
Sebbene il Superbonus si avvii verso la conclusione, la sua scia fiscale sarà lunga:
- i controlli potranno proseguire per molti anni;
- anche interventi ormai conclusi potrebbero essere oggetto di verifica;
- sarà sotto la lente ogni elemento documentale, tecnico e amministrativo.
La fase che si apre ora sarà determinante per migliaia di famiglie, molte delle quali potrebbero trovarsi coinvolte non per dolo, ma per semplici errori tecnici.
L’eredità del Superbonus è appena iniziata
Il capitolo più complesso del Superbonus non è la sua introduzione, né la sua gestione, bensì ciò che accadrà ora. L’incentivo lascia dietro di sé un’enorme mole di documenti, cantieri aperti e verifiche che coinvolgono tutta la filiera: imprese, tecnici, intermediari e, ora, anche i cittadini.
La “grande occasione” rischia così di trasformarsi in una larga stagione di accertamenti, con conseguenze economiche pesanti per chi ha tentato, in buona fede, di migliorare il proprio immobile.